“Servono piste ciclabili per collegare le frazioni al centro cittadino”

“Migliorare la viabilità nelle frazioni e tra le frazioni e il centro cittadino realizzando piste ciclabili degne di questo nome”. La richiesta è contenuta in una lettera aperta scritta dal Comitato pro Ivaccari e Mucinasso, indirizzata alle autorità e agli organi di informazione, che pubblichiamo integralmente di seguito.

Lettera aperta – Il metodo induttivo: dal particolare al generale 

Premessa: Se Piacenza è maglia nera in regione, secondo il Dossier di Legambiente di quest’anno ed in ambito nazionale siamo sessantacinquesimi, un motivo ci sarà, anzi più d’uno! Le criticità del sistema di sviluppo piacentino sono note: “Troppa logistica, troppi Tir, troppo consumo del suolo, poche aree verdi, poche zone pedonali, pochi alberi, trasporto pubblico insufficiente a sostituire quello privato, eccessivo ed invasivo, poco bike sharing, niente car sharing”.

Oltre quanto sottolineato da diverse fonti (Associazioni e Comitati vari) sull’ecosistema piacentino, con la presente lettera aperta alle autorità, ai cittadini, agli organi di comunicazione, il Comitato de Ivaccari e Mucinasso vuole dare il proprio contributo al dibattito cittadino e non solo, soffermandosi su qualche aspetto particolare, consapevole del fatto che dalla segnalazione e soluzione di precisi e contingenti problemi possa venire in prospettiva la soluzione in ambito generale.

Considerazioni: È già difficile girare in città in bici. Esiste un lungo percorso di svariati chilometri che segnano l’esistenza teorica di piste ciclabili in ambito cittadino: costruirsi un itinerario seguendo il tracciato teorico è relativamente possibile, percorrerlo in pratica invece diventa impresa più difficile, diventa una gimcana: auto posteggiate, percorsi sconnessi, segnaletica imprecisa contribuiscono a rendere un semplice percorso un’impresa pericolosa. Se percorrere strade cittadine in bici può essere un’impresa fattibile, percorrere il circondario della città in bici è quanto mai arduo, diremmo impossibile, semplicemente perché non vi sono piste ciclabili in ampie zone limitrofe al centro cittadino. Escluso il collegamento cittadino con le frazioni nella parte occidentale, praticamente Centro Cittadino-Besurica-Centro Scolastico direzione Gossolengo; tutto il resto è un sogno che si perde nelle nebbie di pianura.

Non esiste collegamento tra le singole frazioni ed il centro, come non esiste collegamento tra le frazioni. Quindi un giro nei dintorni cittadini può essere effettuato solo in macchina. Ma attenzione perché anche in auto bisogna andare cauti. Esempio eclatante di mancanza di piste ciclabili è il collegamento tra le frazioni di Montale e la città, tra Ivaccari ed il Centro Cittadino, in quest’ultimo caso c’è un barlume di speranza, solo promesse progettuali (chi vivrà, vedrà!). Dicevamo che percorrere anche in auto certe strade delle nostre frazioni diventa un’impresa.

Visto che ci siamo rimaniamo in quei paraggi, cioè zona sud della città. Percorrere la Mussina, la strada che unisce Montale a Ivaccari, strada considerata secondaria ma che secondaria non è perché collega la via Emilia con la strada provinciale che da Piacenza conduce, dopo San Giorgio, in Valnure. Una strada che presenta una miriade di attività artigianali, industriali e commerciali che si sono sviluppate intorno a Montale. Il tracciato della medesima strada in direzione Ivaccari presenta curve a gomito degne di circuiti automobilistici da Formula Uno, con l’aggravante che la stessa è fiancheggiata da canali, fossati, non esistono banchine laterali, né illuminazione. Se è pericolosa percorrerla in auto, immaginiamo in bici. Non esiste nessuna pista o tracciato che possa minimamente spingerci a far uso di un mezzo così ecologico, economico e salutare come la bici.

Non solo. Vi è un altro aspetto da considerare. I dintorni della città presentano degli angoli suggestivi importanti da sottolineare, sia dal punto di vista storico che naturalistico. Vedi la ricchezza di fauna e flora fluviale per tutte le frazioni che si adagiano sulla riva emiliana del Po (Bosco dei Santi, Mortizza, giù fino all’Isola de Pinedo). In posti come questi da sottolineare la presenza di vere e proprie aree naturalistiche che tanto hanno contribuito e contribuiscono alla cultura del turismo ed all’economia della Città e della Provincia.

Un caso particolare: Una gradita presenza è stata notata, ad esempio, proprio percorrendo la Mussina: l’agriturismo “La Volta”. Una costruzione tardo medioevale che nasce in una vasta area centuriata: coltivata da più di duemila anni! Fino all’Ottocento il podere viene chiamato Le case della Volta. Due corti si affiancano, testimoniano diverse epoche, l’architettura delle diverse costruzioni mostra il mutare delle epoche e delle relative necessità legate allo sviluppo dell’agricoltura locale. Un esempio di ottimo recupero architettonico ed archivistico, considerando le numerose carte (contratti notarili e relazioni tecniche sui contratti d’affitto delle terre locali) che ne testimoniano la storia (esempio toponomastico: nominata coma “La Volta d’Ivaccari” facente parte del Comune di San Lazzaro Alberoni).

Gli ospiti della struttura, spesso muniti di bici appresso, chiedono espressamente di potere andare in centro città, illudendosi potesse esserci una qualche pista per tale scopo (gli ospiti provengono spesso da Paesi del Nord Europa). Poveri loro capiranno presto che, non solo andare in città è rischioso, dovendo arrivare a Mucinasso e percorrere la via Emilia, ma anche andare alla vicina frazione de Ivaccari, dove esiste una trattoria dove potere consumare regolarmente i pasti giornalieri, diventa problematico. Prima delle restrizioni serali per pandemia il trasferimento ospiti alla locanda era in fila indiana su bici attrezzate di proprietà Agriturismo, preceduta da auto a luci intermittenti sia all’andata che al ritorno.

In conclusione: Si è voluto portare all’attenzione delle autorità preposte ed all’opinione pubblica piacentina un esempio particolare di un solo problema che investe però tutte le frazioni cittadine e che potrebbe essere facilmente risolto migliorando la viabilità: eliminando qualche curva pericolosa, illuminazione con sensori delle stesse strade, costruendo piste ciclabili (degne di questo nome) che collegano le frazioni fra di loro e con il centro cittadino, non a caso è stato portato alla pubblica attenzione un esempio come il caso esaminato di Montale-Ivaccari-Mucinasso, altri suggerimenti potrebbero riguardare il collegamento Gerbido-Bosco dei Santi e così via a seguire per le tutte altre frazioni.

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