Tarasconi (Pd) “I giovani devono tornare in classe, ne va del loro futuro”

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«Con la prima ondata Covid l’Italia è stato il primo Paese a chiudere le scuole e quello che le ha tenute chiuse più a lungo. Ora, con la seconda ondata, siamo di nuovo il primo Paese a chiuderne una buona parte e uno dei pochissimi a proseguire nella chiusura».

E’ iniziato così l’intervento – particolarmente sentito e appassionato – che la consigliera regionale piacentina del Pd Katia Tarasconi ha tenuto in Commissione sanità a Bologna durante una seduta alla quale hanno partecipato l’assessora Paola Salomoni e il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Vasari.  Intervento, quello di Tarasconi, che è proseguito subito dopo con una domanda secca e diretta su un aspetto specifico che riguarda più di 30mila maturandi solo in Emilia-Romagna e oltre mezzo milione in tutta Italia: i Pcto, ovvero i Percorsi delle competenze formative. La domanda è stata: «Come faranno questi giovani ad acquisire competenze se le ore obbligatorie di formazione sono state annullate?». Domanda a cui è seguita una riflessione pronunciata sia nella sua veste di consigliera regionale ma anche nella sua veste di mamma, come ci ha tenuto a precisare durante la seduta: «I genitori sono preoccupati – ha detto Tarasconi – Si rendono conto che i propri figli non stanno acquisendo le nozioni necessarie per il loro futuro».

Secondo la consigliera dem, quindi, la scuola è un’emergenza assoluta, da affrontare ora, senza ulteriori ritardi perché – ha detto a margine della seduta – «non possiamo più permetterci di considerarla sacrificabile rispetto ad altri aspetti di questa crisi. Ne va davvero del futuro dei nostri giovani e di conseguenza del futuro di tutto il Paese che rischia, un domani non troppo lontano, di perdere competitività se i nostri figli non avranno basi solide». Basi che solo la scuola può dare. La scuola in presenza, però. «Continuiamo a parlare di connessione, di tablet, di pc – ha proseguito Tarasconi – ed è sacrosanto in questo periodo, ma sembra che abbiamo ormai rinunciato all’idea di poter far tornare in classe gli studenti».

E ancora: «I professori ce la stanno mettendo tutta ma la dad (la didattica a distanza, ndr) ha dei limiti oggettivi. I ragazzi sono animali sociali, non possono vivere in questo modo. Io sono stufa di vedere mio figlio di 17 anni passare dal letto alla scrivania in pigiama. In Germania, in Francia, in Gran Bretagna nonostante il lockdown le scuole non sono mai state chiuse». E ha concluso: «Se è vero che l’istruzione dei nostri giovani è la cosa più importante che abbiamo, dimostriamolo».

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