Traffico illecito di rifiuti verso l’Africa, 7 denunciati dai carabinieri forestali foto

Alcune movimentazioni sospette di mezzi e materiali hanno fatto scattare le indagini da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Piacenza che hanno portato alla denuncia di sette persone accusate di traffico e gestione illecita di rifiuti. 

I militari hanno iniziato a tenere sotto controllo un’area nel Comune di Carpaneto (Piacenza), dove avrebbero constatato la presenza di numerosi mezzi (auto, furgoni, autocarri) di dubbia provenienza, spesso sprovvisti di targa; sono quindi scattati ulteriori accertamenti sulla proprietà dell’area, sui veicoli presenti e sulle persone presumibilmente coinvolte per verificare la possibile sussistenza di un’attività illecita. In particolare sarebbero state sorprese alcune persone intente a movimentare un autocarro, sprovvisto di targa e carico di rifiuti per la spedizione in Africa. Nel cassone del mezzo erano trasportati numerosi frigoriferi e congelatori, televisori a tubo catodico, forni elettrici, parti di personal computer e pneumatici, privi però di documentazione che attestasse il regolare acquisto o acquisizione essendo stati recuperati in situazioni non specificate. I Carabinieri Forestali avrebbero quindi accertato la predisposizione di una spedizione illegale di rifiuti pericolosi e non, costituiti da RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), ossia elettrodomestici usati e fuori uso.

La legge definisce i RAEE come le apparecchiature elettriche o elettroniche che sono rifiuti ai sensi del Testo Unico Ambientale (inclusi tutti i componenti, sottoinsiemi e materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto) al momento in cui il detentore si disfi, abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsene. E ricadono in tale definizione anche tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche usate, destinate all’esportazione verso Paesi extra-UE, se non accompagnate da documentazione specifica di certificata funzionalità.

I militari hanno provveduto alla perquisizione dei diversi fabbricati insistenti sull’area, rilevando altresì ulteriori attività illecite collegate alla gestione illegale di rifiuti speciali, con conseguente sequestro dei locali e dei rifiuti accumulati. Sette le persone denunciate, tutte di origine africana, che dovranno rispondere di traffico illecito di rifiuti (consistente nella predisposizione di una spedizione illecita di rifiuti pericolosi verso il Continente Africano) e gestione illecita di rifiuti (ossia la raccolta di numerose quantità di rifiuti pericolosi e non pericolosi, senza le necessarie abilitazioni ambientali); tra di loro vi sono gli organizzatori del carico, il proprietario del mezzo, il mandante della spedizione transfrontaliera e altre persone che avrebbero operato la raccolta e accumulo di un ingente quantitativo di rifiuti, anche pericolosi, costituiti principalmente da RAEE. L’autocarro, la documentazione relativa all’esportazione in Africa (BurkinaFaso) e oltre 200 metri cubi di rifiuti pericolosi e non pericolosi, in parte già caricati e in parte accumulati nei vari fabbricati dell’area, pronti per essere spediti, sono stati sequestrati.

“Si ricorda che la raccolta, trasporto, commercio e smaltimento dei rifiuti può essere operata esclusivamente da soggetti regolarmente autorizzati, in possesso della necessaria iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali; in riferimento ai RAEE, inoltre, è prevista una particolare procedura per la raccolta e lo smaltimento, sempre da parte di soggetti adeguatamente autorizzati – fanno sapere i carabinieri forestali di Piacenza -. La grande diffusione di attività illecite legate alla gestione dei rifiuti, similari a quelle prescritte, è oggetto di particolare attenzione da parte del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Piacenza – viene sottolineato -. Gli episodi descritti sono manifestazione di un fenomeno molto diffuso sul territorio piacentino che vede la continua movimentazione di mezzi di trasporto (camion, autocarri, container) carichi di rifiuti, principalmente RAEE, raccolti da soggetti di origine africana, privi di alcuna abilitazione ambientale, spediti nel continente africano via Dogana e Porto di Genova”.

“Si evidenzia – proseguono – come i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche contengano anche materiali nobili, soprattutto metalli (indio, palladio, oro, argento, alluminio, rame), considerati pregiati in virtù della loro diffusione, dell’utilizzo strategico nella composizione di prodotti tecnologici e, quindi, del loro valore di mercato. Quello che giustifica il mercato illegale ed i traffici di rifiuti, che hanno come destinazione finale i Paesi del Continente Africano, è il profitto derivante dal recupero dei metalli preziosi che è molto alto a causa dell’altissima presenza in quei Paesi di manodopera a costi irrisori, di basse spese di logistica, di elevate quotazioni dei materiali recuperati e dell’assenza di un sistema normativo specifico. La prospettiva di profitti elevati giustifica, quindi, anche le spese sostenute per organizzare questi traffici (trasporto via terra fino a Genova e successivo imbarco verso l’Africa). Le procedure di recupero dei materiali nobili vengono poi eseguite senza alcuna cautela e protezione né per l’ambiente né per le migliaia di lavoratori, spesso minorenni, che ricorrono alla combustione delle parti plastiche e dei cavi elettrici per recuperare i metalli, alimentando le numerose “discariche elettroniche” dell’Africa. I RAEE contengono, altresì, gas altamente tossici ed altre sostanze fortemente dannose per la salute umana e per l’ambiente”.

Il NIPAAF Piacenza – si conclude – ha avviato e portato a termine numerose operazioni in tale ambito, sottolineando “la preoccupante diffusione del fenomeno della gestione illecita e del traffico illecito di rifiuti sul territorio piacentino in collegamento con il continente africano”.

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