Cuccioli senza microchip, quasi 200 controlli per Enpa

“La legge Regionale che obbliga l’iscrizione all’anagrafe canina dei cuccioli entro i primi 30 giorni dalla nascita e l’inserimento del microchip entro i 60 giorni risale al 2000, eppure malgrado siano passati vent’anni, ancora oggi il mezzo più efficace per proteggere il proprio animale d’affezione viene spesso ignorato”.

A sottolinearlo il Commissario di Enpa Piacenza Michela Bravaccini nel tracciare il bilancio del progetto “One by One” – ovvero “uno ad uno” – partito quest’anno e che ha portato ad eseguire controlli su circa 200 cuccioli. “Ogni anno – spiega – decine di cani privi del microchip di riconoscimento entrano purtroppo nei nostri canili, in quanto rinvenuti vaganti oppure abbandonati, senza che vi sia la possibilità di risalire né al proprietario che potrebbe averlo smarrito, né al malfattore che potrebbe averlo abbandonato. C’è da considerare poi il rischio che il vagare di questi animali possa provocare sfortunati incidenti, con il venire meno della possibilità, per le persone loro malgrado coinvolte, di vedere riconosciuto alcun tipo di diritto. Come non menzionare inoltre la possibilità, come già accaduto, che, attirato con un po’ di cibo, il nostro piccolo compagno a quattro zampe ci venga rubato nel giardino di casa, all’interno della macchina. Ebbene, senza microchip lo rendiamo vulnerabile ancor di più anche questo tipo di atto delinquenziale”.

Essenziale è stata la collaborazione di volontari ed associazioni animaliste piacentine, che ha portato a segnalazioni su cucciolate casalinghe: annunci che venivano postati sui vari siti web o su post inseriti nei social come Facebook o Twitter. “Grazie a questa coesione – rimarca Bravaccini – sono stati fatti controlli su quasi 200 cuccioli. Se vi sembra una cifra enorme, sappiate che in realtà è come svuotare il mare con un cucchiaino: se pochi volontari in meno di 30 controlli, suddivisi in 11 mesi, hanno appurato il mancato inserimento di microchip in quasi 200 cuccioli, provate a moltiplicare questa cifra almeno per cinque e avrete in difetto la dimensione di quanto grave sia questo problema. È anche grazie a questi controlli incrociati che le Guardie Zoofile dell’Enpa quest’anno hanno identificato quattro allevamenti abusivi, due dei quali completamente smantellati”

“È necessario – prosegue – che si torni a fare educazione su questo argomento, oltre che in generale sul benessere degli animali. Non è ammissibile che dopo vent’anni ci siano persone che ancora si scusano della loro negligenza con la classica frase ‘’ma io non lo sapevo’. E’ fondamentale capire, inoltre, che la sterilizzazione non è un torto che si fa al proprio cane, ma un’azione necessaria per evitare cucciolate indesiderate che non si è capaci di gestire; spesso poi in età adulta l’animale ha complicazioni dovute ai troppi parti. Quindi sicuramente sensibilizzare, educare, informare, aiutare magari con campagne mirate che abbattono i costi sia del microchip sia dell’inserimento di quest’ultimo da parte dei veterinari: in questo modo in poco tempo si vedrebbe nel nostro territorio un calo esponenziale di quelli che con una parola molto edulcorata vengono chiamati “ospiti” nei canili, ben consapevoli che i canili della nostra provincia sono ben gestiti e gli animali seguiti ed accuditi”.

Se è vero che c’è stata coesione da parte di associazioni animaliste e volontari, vi è anche il rovescio della medaglia. “Alcune volontarie, anziché aiutare nell’educazione sull’importanza del microchip, della tracciabilità, della sterilizzazione, si recano presso famiglie che hanno cucciolate, prelevano, con il consenso dei proprietari, i cuccioli e li cedono a loro volta senza questo importante strumento di tracciamento. Un modo di operare è veramente assurdo, l’esatto contrario di fare il bene dell’animale, eppure spesso si hanno di fronte persone che pensano che le loro ‘adozioni’ anche senza microchip non abbiano bisogno di questo particolare strumento per tutelare l’animale. Vanificano gli sforzi di tante associazioni benemerite, tolgono ai proprietari il ‘fardello’ della cucciolata senza far nulla per impedirne altre!”

Altro problema sottovalutato è quello degli “accumulatori seriali”, persone che non accumulano oggetti bensì animali, solitamente cani o gatti; un fenomeno diffuso e spesso nascosto, apparentemente può essere scambiato per un comportamento dettato da un sentimento d’amore per gli animali. “Basti pensare – spiega Bravaccini – che in un Comune della nostra provincia vi sono due persone che sono arrivate a detenere oltre cento cani, una vera e propria bomba ad orologeria. Quel che è certo è che in breve tempo a pagarne le conseguenze saranno in primis gli animali, come sempre”. Il Commissario Bravaccini conclude con i ringraziamenti alle Guardie volontarie Zoofile: Massimiliano Sartori, Elena Anelli, Maria Giovanna Passera, ai volontari Ciro, Cristian, Adriano, Rosanna, Deborah, Claudia, Marinella: “I miei più cari e vivi ringraziamenti, ognuno di loro è stato un tassello importante per questo grande risultato”.

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