Il Gotico “Assembramenti in centro, ma i centri commerciali costretti a restare chiusi”

“Perchè le chiusure vengono imposte solo a noi quando altre realtà commerciali restano aperte con inevitabile concentrazione e rischio di assembramento?”.

E’ l’interrogativo contenuto in una lettera (IL TESTO) che Umberto Ponzini, presidente della Galleria del Centro Commerciale Gotico, ha inviato al Prefetto, al presidente della Provincia, al Sindaco, al Presidente della regione Emilia Romagna e all’Assessore comunale al Commercio sulle misure contenute dall’ultimo Dpcm che prevedono la chiusura dei negozi all’interno del centri commerciali nei giorni “prefestivi e festivi”.

“Il Centro Commerciale – scrive Ponzini – è struttura organizzata, coordinata e gestita nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di contenimento da contagio del virus Covid 19. Il Dpcm impone la chiusura, nel nostro caso, di circa 20 piccole attività di abbigliamento, calzature e accessori, che nel loro complesso hanno una capacità di attrazione di flussi estremamente limitati rispetto a quelli complessivi del Centro, oltre ad avere presenze medie interne tali sicuramente da non creare forme di assembramento”.

“A questo punto – prosegue – nasce spontaneo chiedersi perchè le chiusure vengono imposte solo a noi quando nelle stesse giornate altre realtà commerciali piacentine di piccole e medie dimensioni restano aperte recependo anche il pubblico delle attività chiuse con inevitabile concentrazione e rischio di assembramento. Ciò con l’aggravante che i Centri Storici sono caratterizzati da autonomie gestionali che li differenziano dai Centri Commerciali organizzati e dove risulta impossibile un controllo d’insieme”. A questo proposito nella lettera è allegata un’immagine (che pubblichiamo) del centro storico affollato scattata nella giornata del 6 dicembre.

“Lo spirito della presente – conclude Ponzini – va letto solo come una valutazione tecnica di addetti del settore che prima di tutto approcciano la tematica nello spirito di fronteggiare il grosso problema che ci sta affliggendo come corretto che sia, ma nel rispetto di regole che, se necessarie, devono valere per tutti; vuole essere un semplice confronto tra imprese del settore e l’amnninistrazione pubblica, dove nel rispetto dei ruoli, si cerca una corretta soluzione al problema. Diversamente rischiamo di ottenere un obiettivo finale opposto: rischio di maggiori assembramenti, disservizi e scarsa chiarezza per i cittadini e non ultimo tensione fra gli operatori della città”.

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