Stragliati (Lega) “Intitolare strade e piazze alle vittime di femminicidio”

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“Intitolare il nome di strade, piazze e vie alla memoria delle vittime di femminicidio”.

E’ quanto chiede una risoluzione del gruppo regionale della Lega ER, a prima firma della piacentina Valentina Stragliati, nella quale i consiglieri segnalano come, dai dati dell’Osservatorio Regionale sulla Violenza di Genere, “tra marzo e giugno 2020, in Emilia-Romagna, sono state 804 le chiamate al numero 1522, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019”

“Il periodo del lockdown ha influito positivamente sul numero totale degli omicidi ma non sugli omicidi con vittime di sesso femminile, i cui valori oscillano in maniera indipendente dal periodo di confinamento”, spiega il report dell’Osservatorio che analizza i dati dall’inizio di gennaio alla fine di giugno. “Mentre nel 2019 le vittime donne costituivano il 35% degli omicidi totali, nel primo semestre del 2020 l’incidenza delle stesse si attesta al 45%” – illustra il documento firmato anche da Simone Pelloni e Matteo Montevecchi. Di positivo c’è che con l’entrata in vigore della Legge 19 luglio 2019 n. 69,c.d. Codice Rosso, le donne vittime di violenza hanno trovato la forza e il coraggio per denunciare le violenze subite anche, tra le mura domestiche. Una norma che abbrevia i tempi delle denunce delle donne che hanno subito maltrattamenti, violenze sessuali, atti persecutori e lesioni aggravate.

“Poiché sono sempre più numerose le città dove parchi, giardini, vialetti, piazze vengono dedicati alle donne barbaramente strappate alla vita da chi diceva di amarle e alla luce del fatto che la violenza sulle donne continua a rappresentare un vero e proprio allarme sociale, che necessita di un massiccio intervento culturale, senza il quale non assisteremo ad alcuna inversione di tendenza” impegnamo la Giunta non solo “a sostenere iniziative volte al contrasto della violenza sulle donne e le associazioni competenti in merito del territorio regionale che sono impegnate in questa battaglia”, ma anche “ad avviare procedure per intitolare vie/piazze/strade alle vittime di femminicidio, secondo criteri condivisi, ispirati a principi di imparzialità, un modo per aprire un dibattito pubblico su una strage privata che in Italia purtroppo continua indisturbata” – concludono Stragliati, Pelloni e Montevecchi.

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