Angela, dalla Cina alla Besurica “Sono fiera di essere a Piacenza”

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Lo storico Bar Besurica di via Perfetti a Piacenza da qualche anno ha visto subentrare “Angela” Huang, 34enne di origine cinese.

Viene spontaneo chiedersi come sia stato accolto questo cambio di gestione da parte dei clienti abituali, perlopiù gente residente nel quartiere. Ma abbiamo voluto anche cercare di guardare il mondo dai suoi occhi, dare una chiave di lettura diversa ad un mondo, quello della ristorazione, che ha subito un duro colpo a causa della pandemia da coronavirus. Come è stato per una giovane ragazza straniera rapportarsi con Piacenza? Quale la sua reazione davanti alle nuove norme emanate da parte del Governo e dalle Autorità italiane per contenere la diffusione del Covid19?

“Il mio nome in lingua originale è parecchio complicato, perciò, da quando sono arrivata in Italia nel 2007, mi sono fatta chiamare semplicemente Angela – racconta -. La mia città d’origine è Zhejiang, che confina a nord con la provincia dello Jiangsu e la municipalità di Shanghai, qui ho frequentato le scuole superiori e mi sono diplomata in turismo. Giunta in Italia ho svolto diversi lavori e ho frequentato un corso di italiano per stranieri. Nel 2015, grazie ad amici connazionali, ho saputo della possibilità di poter rilevare il Bar Besurica a Piacenza. Ho avuto modo di migliorare il mio modo di lavorare grazie ai dipendenti – già in essere con la gestione precedente – che ho fortemente voluto mantenere, preservando così il loro posto di lavoro. I clienti abituali del locale sono stati sin da subito gentili con me, e con il passare del tempo si sono anche instaurati rapporti di conoscenza e amicizia. Il quartiere Besurica è una zona tranquilla, le persone sono gentili e in questi anni non ho mai avuto problemi. Il lavoro, fatto sia di colazioni, aperitivi e spuntineria, è sempre andato bene, fino all’arrivo del Coronavirus”.

“Dallo scorso febbraio/marzo – spiega – sono iniziati mesi difficili: poche le entrate a fronte di bollette da pagare, canone d’affitto, spese dei fornitori. La scorsa primavera il Governo Italiano ha messo in campo aiuti economici che sono arrivati, questo mi ha dato un grosso respiro e mi ha permesso di far fronte alle spese di gestione. Nel frattempo abbiamo sin da subito adottato tutte le misure previste dalle autorità in termini di distanziamento e obbligo sull’uso delle mascherine, comportamenti che credo concorrano notevolmente a limitare la diffusione del virus. Infatti, anche guardando la tv cinese via satellite, sin dai primi giorni del manifestarsi del virus a Wuhan il Governo Cinese e le autorità sanitarie hanno immediatamente imposto (anche su indicazioni dell’OMS) che la popolazione utilizzasse le mascherine di protezione”.

“Verso la fine di febbraio, l’Ambasciata cinese a Roma e il Consolato cinese a Milano hanno attivato un numero verde per i cinesi in Italia: un servizio medico per informazioni e aiuto in caso non ci si sentisse bene, anche per abbattere, all’occorrenza, la barriera linguistica con le autorità sanitarie italiane. Nel corso di questi anni ho avuto modo anche di guardare la tv e i tg italiani: vedo una classe politica italiana spesso divisa e in disaccordo, credo che davanti a questa emergenza sanitaria occorra unità, in modo da aiutare i cittadini a capire e cercare di contenere la diffusione del virus”.

“In Cina la popolazione viene sottoposta a test e tamponi, inoltre per accedere ai centri commerciali, oltre alla misurazione della febbre, è necessario esibire un certificato che attesti la negatività al Covid: questo, unito all’uso delle mascherine, concorre tanto a limitare la diffusione del coronavirus e ad agevolare il contact tracing. Quanto al vaccino, spero di farlo presto perché sono certa che questa è la via per ritornare presto tutti alla normalità”.

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