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“Aspettando…’La Piacenza che era’”, conviviale dedicata all’arte per il Rotary Piacenza foto

“Aspettando…’La Piacenza che era’” è il titolo della conviviale del Rotary Piacenza, proposta in streaming dal Presidente Giorgio Visconti e dedicata alla mostra promossa e organizzata dalla Banca di Piacenza a Palazzo Galli. Un percorso interessante e inedito illustrato ai soci del club piacentino da Laura Bonfanti, curatrice della mostra, e da Carlo Ponzini, che si è occupato del progetto di allestimento e della grafica.

“La Piacenza che era” è un viaggio attraverso opere che ritraggono parti di Piacenza che non esistono più o che sono state modificate. Cinquanta opere, tra dipinti, disegni e bassorilievi e quaranta foto storiche (degli studi F.lli Manzotti, Milani e Gianni Croce) mostrano la città nei suoi tanti volti, da inizio ottocento ad oggi. “La Piacenza che era – ha precisato la curatrice – è nata da un’idea del Presidente Corrado Sforza Fogliani, in linea con l’attenzione che la Banca di Piacenza ha, da sempre, per il territorio e la sua storia”. Un excursus coeso delle principali zone che negli anni hanno subìto modifiche architettoniche, per una città che è cambiata di pari passo con l’evoluzione del costume, seguendo gli stimoli della modernità. Si tratta, ovviamente, anche di un percorso artistico affascinante che illustra “lo stretto rapporto tra la città e i suoi abitanti, in un insieme armonico di interazioni e ammodernamenti che hanno reso questo territorio l’unicum che è oggi”.

E non sono mancati, a riprova di questo, nel corso della serata rotariana, esempi eloquenti, anticipazioni di quanto si potrà vedere in mostra. Da Piazza Cavalli ottocentesca, a Piazza Duomo, da Piazzetta Plebiscito, a un Largo Battisti davvero irriconoscibile. Un incastro di passato e presente che stimola al visitatore della mostra il gioco del ‘trova le differenze’, un modo divertente per soffermarsi su dettagli della città che vediamo ogni giorno senza farci caso e che invece, come altri, sono testimoni della nostra storia. Le opere, in parte messe a disposizione da privati, sono di artisti diversi: Hippolyte Sebron, Jacques Carabain, Giovanni Migliara, Federico Moja, Luciano Ricchetti, Bot. Pittori locali o artisti di passaggio che, affascinati dai luoghi piacentini, decisero di fissarli, sottraendo all’oblio scorci e angoli della città.

“Nel percorso della mostra – ha evidenziato in modo preciso e coinvolgente la curatrice Laura Bonfanti – si percepisce come gli artisti abbiano compiuto soprattutto studi dei luoghi caratteristici di Piacenza, quali le centrali piazze dei Cavalli, Duomo o Sant’Antonino, i quartieri popolari Muntà di Ratt e Cantarana o gli imponenti edifici come la Basilica di Santa Maria di Campagna e la Chiesa delle Benedettine. L’esposizione si sviluppa così attraverso un excursus coeso delle principali zone che negli anni hanno subìto modifiche architettoniche restituendoci tasselli del passato che in qualche modo danno un senso anche al presente”.

All’architetto Ponzini il compito di definire l’allestimento della mostra, con costanti richiami al distanziamento (una mostra in tempo di Covid) che non alterino il piacere della visita, ma che, anzi, diventino a loro volta parte integrante di un viaggio di suggestioni ed emozioni scandite anche dalla musica. “..perché la mostra soddisfi gli occhi e il cuore”. Il logo creato da Ponzini, due merli di palazzo gotico, e l’inserimento di poesie in dialetto nel catalogo e nelle sezioni, sono ulteriori sapienti richiami alle radici piacentine, in linea con lo spirito della mostra stessa.

L’invito, obiettivo della serata rotariana, ribadito dal Presidente Giorgio Visconti, è stato ovviamente quello di visitarla a Palazzo Galli, non appena sarà possibile farlo in presenza. Aspettando, appunto, che la pandemia allenti la sua morsa e che si possa tornare a godere delle proposte culturali allestite in questo strano periodo, di tempo sospeso, anche a Piacenza.

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