Croce Rossa, nel 2020 soccorse 24mila persone “Un anno che non dimenticheremo” foto

Nel 2020 sono stati più di 40mila i servizi svolti, oltre 2 milioni i chilometri percorsi dalle ambulanze e dai mezzi a disposizione.

Sono alcuni dei numeri relativi all’attività svolta nel 2020 da Croce Rossa Piacenza (SCARICA IL REPORT COMPLETO). Un anno segnato dalla pandemia, in cui il fondamentale servizio di volontari e operatori a sostegno del territorio non si è mai arrestato. In particolare, nell’anno da poco passato, sono state soccorse 24mila persone dai 1208 operatori, di cui 1166 volontari e 42 dipendenti in tutto il territorio piacentino. Tutte le mattine feriali, 12 pulmini (2 in più rispetto agli altri anni) hanno trasportato gli alunni disabili ai centri di riabilitazione per un totale di circa 18700 trasporti.

“Il 2020 è stato un anno davvero impegnativo sotto tutti i punti di vista, da quello fisico a quello mentale… ma lo è stato soprattutto a livello emozionale – commenta il presidente di Croce Rossa Piacenza Alessandro Guidotti -. Un anno passato tra paure e desiderio di normalità. Non potremo dimenticare nulla, né di quello che è stato fatto né di quello che non abbiamo potuto fare. Resteranno impresse nella mente per sempre le notti dei mesi di marzo ed aprile, trascorse in ambulanza per trasferire i malati di Covid dall’Ospedale di Piacenza, giunto a saturazione, verso gli ospedali decentrati che potevano ancora accogliere ed erogare l’assistenza e le cure necessarie. Turni che non scorderemo mai, il colore che ci caratterizzava non era più il rosso, quello della nostra amata associazione ma il bianco, quello delle tute anti-Covid da cui sbucavano solo gli occhi protetti dalle visiere. Spesso occhi gonfi di lacrime ma che dovevamo reprimere perché non ci potevamo permettere di piangere. Dovevamo dare supporto ed essere d’aiuto a chi stava soffrendo”.

“In quelle ore – continua – era necessario essere forti, coraggiosi, lucidi, comprensivi, gentili, determinati, professionali; era necessario mettere in campo tutta la gamma di sentimenti e peculiarità che caratterizzano i Soccorritori. In quelle ore era indispensabile avere cura di noi stessi per poter continuare ad essere utili a chi aveva maggiormente bisogno, era necessario sostenere il compagno/a in equipaggio, era indispensabile, per non cadere nello sconforto, ricordarsi che tutti gli Uomini e le Donne di CRI c’erano e ci sono vicini. Sì, quelle ore, quelle notti, sono state determinanti per farci capire che non siamo mai soli, che non dobbiamo arrenderci e proprio in quelle ore è nata e si è consolidata la sfida: se il virus stava cambiando le nostre vite, noi avremmo volto il cambiamento a nostro favore ed a favore della collettività”.

“Ci auguriamo – l’auspicio finale di Guidotti – che questo nuovo anno sia quello della fine dell’emergenza e della ripresa, in tutti i sensi: ripresa della formazione per i nostri giovani, ripresa delle relazioni fra le persone, ripresa dell’economia, ripresa di una
vita normale”.

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