Fiori bianchi e il suo camice da infermiera, l’ultimo saluto a Rossella Noviello foto

Rossella Noviello era una grande sostenitrice di Nicola Gratteri, il procuratore di Catanzaro firmatario dell’indagine “Rinascita Scott” sfociata nel grande maxiprocesso, aperto la scorsa settimana con 325 imputati, contro la ‘ndrangheta calabrese. Convinta che l’Italia debba costruirsi una coscienza civica per combattere il dilagare dei sistemi mafiosi, aveva speso il suo tempo, a volte anche i suoi soldi, per diffondere la cultura della legalità impegnandosi con l’associazione “100×100 in movimento”.

Rossella Noviello non c’è più, è stata stroncata dalla malattia che l’ha perseguitata fin da giovanissima, e anche dal Covid, come abbiamo annunciato qualche giorno fa. Venerdì 22 gennaio, ha lasciato per sempre la nostra, e la sua, Piacenza, dove viveva dalla metà degli anni Ottanta, per tornare a Torino dov’era nata 56 anni fa. In tanti hanno omaggiato la salma nella camera ardente di via Cremona, dove il caro amico Fabrizio Statello ha portato Ginny, la cagnolina di Rossella e che ora rimarrà per sempre con lui e dove è giunto il cugino Alfonso da Modena per accompagnarla all’ultima dimora.

Tre erano le passioni di Rossella: i pazienti del Sert dove ha lavorato fin quasi all’ultimo, la legalità e l’amore per gli animali. Ambiti difficili. Sul suo profilo Facebook teneva viva la memoria delle vittime di mafia ricordandone gli anniversari della morte.
In cima alla scala dei suoi valori c’era la conoscenza per la coscienza civica. Lo sanno bene generazioni di scolari di Pontenure che, grazie alla sensibilità dei loro insegnanti, hanno accolto i suoi incontri con i testimoni di giustizia, poliziotti e carabinieri sopravvissuti alle stragi, scrittori che si occupano di mafia, una parola ancora tabù in tante località italiane.

funerale Noviello

Il cordoglio per la scomparsa di Rossella ha attraversato il Paese, dal sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ai compagni di lavoro infermieri e medici Ciro Davi, Renato Zurla, Angelo Mazzocchi fino al suo ex primario Antonio Mosti; dallo scrittore napoletano Alessandro Gallo al testimone di giustizia siciliano Ignazio Cutrò e da Palermo il dolore immenso di Ivan D’Anna, il presidente onorario dell’associazione cofondata nel 2012 con Rossella “100×100 in movimento”. Da Bolzano dove studia, sono arrivate le parole di ammirazione per “una maestra di vita” della giovane Emanuela Braghieri, folgorata dall’impegno di Rossella da ragazzina ne ha abbracciato lo spirito.

E poi le lacrime di Cinzia Franchini e Catia Silva, rispettivamente di Modena e Brescello di Reggio Emilia, donne coraggio, la prima imprenditrice e la seconda consigliera comunale, che di fronte all’isolamento dei rispettivi ambienti e nonostante le minacce di morte, hanno denunciato le infiltrazioni della ‘ndrangheta nella politica, nella pubblica amministrazione e nel mondo del lavoro dell’Emilia Romagna da cui è scaturito un altro maxiprocesso, “Aemilia”. Ma l’elenco dei partecipanti all’estremo saluto nella camera ardente e alla benedizione religiosa è ben più lungo.

Tanta commozione anche davanti al Sert di via Campagna, il luogo di lavoro da oltre 30 anni di Rossella Noviello. Lì il feretro ha sostato per l’ultimo abbraccio ideale ad una compagna di lavoro che si è spesa per gli emarginati. Sulla bara custodita nel sacco speciale anticovid, Ciro ha deposto il camice di lavoro di Rossella e fiori bianchi, l’ultimo gesto di affetto per una collega e un’amica indimenticabile.

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