Le interviste ai grandi del Piace “Bello che i giovani tifosi scoprano la propria storia”

Un libro da “operazione nostalgia”. Ma anche un’occasione per i giovani tifosi del Piace di conoscere la propria storia e le proprie – gloriose – radici.

Si chiama “Ritratti di una maglia” (Edizioni Officine Gutenberg), ed è l’ultima pubblicazione del giornalista sportivo piacentino Giacomo Spotti: una raccolta di 18 interviste – nata durante il lockdown della primavera 2020 – ai protagonisti della cosiddetta “rivoluzione biancorossa”, quella del biennio 1992-94. Gli anni dell’emozionante cavalcata in serie B, il successo decisivo sul campo del Cosenza, la festa al Garilli per la promozione. Quindi la prima, storica, serie A: in quel periodo il miglior campionato al mondo, meta privilegiata di fuoriclasse e palloni d’oro. “Avevo all’epoca 13 anni – racconta Spotti -, l’età in cui si inizia ad avere una certa “consapevolezza calcistica”. La serie A negli anni ’90 era il campionato più importante di tutti: ogni domenica al Garilli avevo la possibilità di ammirare squadre fortissime con grandi campioni. Respirare quell’atmosfera mi ha influenzato come tifoso, ma anche a livello professionale. Dovevo infatti essere parte attiva di quel gioco, e così – dopo la laurea – intrapresi la carriera di giornalista sportivo”.

Taibi, Polonia, Carannate, Suppa, Maccoppi, Turrini, De Vitis, Moretti, Cagni… Nomi di “eroi” che hanno fatto sognare un’intera generazione di tifosi biancorossi. Senza fare torto a nessuno, chi ti è piaciuto di più intervistare? “Faccio due nomi – confida l’autore -. Il primo, per ragioni affettive, è Giorgio Papais. Lui era il numero 8, una maglia a cui sono particolarmente legato: sinonimo di geometrie, polmoni, mentalità. Il secondo, invece, è Bobo Maccoppi: è uno che ha un sacco di storie da raccontare, ha avuto una carriera incredibile. Un episodio su tutti: mi ha detto che da piccolo fu avversario di Gaetano Scirea nelle partite al campetto dell’oratorio. Dopo alcuni anni, in occasione dell’esordio in Serie A, Maccoppi, all’epoca con la maglia del Como, si trova davanti proprio il difensore della Juventus. A fine partita quest’ultimo lo aspetta nello spogliatoio e, memore delle tante “battaglie” fatte da bambini, gli dice “Sapevo che un giorno saresti arrivato”.

Altri aneddoti? “Ce ne è uno particolarmente divertente che vede protagonisti Papais e Moretti – rivela Spotti -. Compagni di stanza in ritiro, il “Moro” mi ha raccontato che una notte si è svegliato alle tre e si è trovato davanti Papais che si stava facendo la barba. Una scena da Marines! Papais ha poi spiegato che la sua insonnia era causata dalla, per lui, insopportabile musica di Renato Zero che Moretti ascoltava nelle cuffie tutte le notti”.

Era un calcio più “umano”, che cosa ti manca di quegli anni? “Più che il gioco, direi il “contorno”. La liturgia laica di andare allo stadio: il panino, il ritrovo sotto il settore d’ingresso, le bancarelle con cappellini, sciarpe, cuscinetti, bandiere. Molto di questo si è perso, si esce di fretta alla domenica – se va bene, perchè ormai si gioca di mercoledì, sabato o addirittura lunedì – quasi controvoglia. Capisco le ragioni del calcio d’oggi, ma quantomeno mi permetto di dire che non mi piace”.

Questo libro è un bel tuffo nel passato. Credi però che dovrebbero leggerlo anche le nuove leve biancorosse?  Queste pagine hanno indubbiamente il sapore dell’amarcord, lo si vede anche dalle illustrazioni dei giocatori fatte da Claudio e Giacomo “Jack” Sesenna in stile caricatura, che fanno molto anni ’80-’90. E’ bello però vedere, lo sto notando in questi giorni sui social, tanti genitori, all’epoca ragazzi, che hanno acquistato il libro e che dicono ai loro figli “Leggi e guarda cosa siamo stati”. C’è questa voglia di tramandare il nostro passato”.

DOVE ACQUISTARE IL LIBRO – “Ritratti di una maglia” è disponibile in edicola, libreria e online

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