“Pacchetti turistici e promozione digitale per far vivere la Val Trebbia tutto l’anno”

Natura incontaminata, buon cibo, cultura. Tutto questo è la Val Trebbia, un territorio che negli ultimi anni sta sempre più attirando l’attenzione di persone – piacentini e non solo – a caccia di un turismo slow e a misura d’uomo.

Nell’era dei social, un ruolo decisivo per raccontare la vallata e le sue bellezze lo assume la promozione attraverso i canali digitali di comunicazione. Questo è l’obiettivo del portale Valtrebbia Experience, ideato e gestito dal piacentino Gabriele Balordi, con numeri – in termini di visite e contatti – in continua crescita. Sono 7500 i like su facebook, 3500 quelli su instagram, 72mila le visite sul sito, da oltre 100 Paesi del mondo, negli ultimi due anni.

“Vivo in Val Trebbia da circa 20 anni – racconta -: l’idea di promuoverla attraverso questo progetto mi è venuta dopo essere stato all’Expo di Milano nel 2015. Quell’esperienza mi ha fatto capire ancora di più, occupandomi da sempre di comunicazione e marketing, quanto sia importante l’utilizzo dei nuovi media per far conoscere alle persone le eccellenze di un territorio. Questo è un problema atavico di noi piacentini, sempre abbastanza chiusi e in difficoltà nel raccontare le nostre bellezze. Inizialmente – spiega – ho scritto un libro, intitolato “Val Trebbia Immagini e Itinerari”, poi è nato il sito web, fino ad oggi sostenuto solo con contributi di sponsor privati”. “L’obiettivo principale dell’iniziativa – continua – è quello di mostrare le esperienze che si possono vivere nella vallata, cercando di renderla attrattiva oltre i mesi estivi, periodo durante il quale viene presa d’assalto dai bagnanti che vogliono farsi un tuffo in Trebbia”.

Un problema, quello del turismo selvaggio in Trebbia, che nell’estate dell’emergenza covid – fatta di viaggi brevi e spostamenti limitati – ha raggiunto livelli di criticità probabilmente mai visti prima d’ora, tra rifiuti abbandonati e code interminabili di auto parcheggiate lungo gli stretti tornanti che si inerpicano sulla vallata. “E’ necessario un progetto di accoglienza per sensibilizzare le persone ad avere rispetto del fiume – evidenza Balordi -. Anche in questo caso una comunicazione efficace e chiara aiuterebbe nel rispetto delle regole e ad evitare le scene che abbiamo visto quest’estate”.

Gabriele Balordi

Gabriele Balordi

Ma come far vivere la Val Trebbia tutto l’anno? “Le possibilità sono tante: trekking, escursioni, itinerari in e-bike, canoa, equitazione, enogastronomia – afferma Balordi -. E’ però fondamentale mostrarsi con maggior convinzione all’esterno, con iniziative studiate e facendo rete tra le tante realtà del territorio. Purtroppo c’è un problema anche politico – aggiunge -: l’Unione dei Comuni non ha competenze in materia di turismo, e questo porta ogni singola amministrazione a prendere decisioni autonome e separate. Pensiamo a Bobbio, nominato “Borgo dei Borghi” a fine 2019. Analizzando i dati Google, ho notato che nella settimana subito seguente alla vittoria nella trasmissione Rai c’è stato un boom di ricerche: il problema è che mancando un portale dedicato al turismo nel paese è stata “bruciata” una massa potenziale di visitatori molto importante”.

Balordi ha in cantiere l’idea di realizzare dei “pacchetti” che trattengano le persone in Val Trebbia più giorni. “In questo senso sto dialogando con l’agenzia che ha realizzato il sito Visit Comacchio, strutturato per l’appunto con pacchetti esperienziali acquistabili direttamente sul web, in cui si uniscono, per esempio, escursioni, visite e degustazioni. Il covid ha rallentato un po’ il tutto, ma la mia idea è quello di portare questo modello anche su Valtrebbia Experience”. Quali i luoghi che meritano di più in Val Trebbia? “Detto che ogni scorcio può regalare sorprese, io amo particolarmente la Sella dei Generali, un luogo dove è possibile immergersi nel silenzio più assoluto. Poi non si possono non citare Brugnello, e le Cascate del Perino e del Carlone. La pagina dedicata a quest’ultime è stata la più visitata quest’estate”.

Nei giorni scorsi, Balordi ha poi lanciato un sondaggio sull’utilizzo futuro dell’area di San Martino a Bobbio. “Un’iniziativa – spiega – che va ad integrare, con un campione di persone più ampio, una precedente indagine dei proprietari del terreno. Hanno partecipato 422 persone e i risultati principali emersi sono due: per l’area in questione, la maggior parte dei votanti ha espresso voto favorevole per la ricerca delle acque termali e per l’utilizzo pubblico con area verde attrezzata. Nel primo caso – specifica -, la domanda era relativa all’avanzamento delle ricerche per scoprire se nel sottosuolo del terreno siano presenti acque termali: una possibilità votata da 368 partecipanti (87%). Nel secondo caso – continua -, invece, è stato chiesto quale destinazione d’uso avrebbero preferito per il terreno di San Martino tra le seguenti: costruzione di alberghi e/o strutture ricettive con il recupero degli scheletri delle strutture esistenti; uso pubblico con la realizzazione di un’area verde attrezzata per l’accoglienza e lo smistamento dei turisti (parcheggio, navette, noleggio canoe, ebike, guide per escursionismo); terreno da destinare alla realizzazione del nuovo polo scolastico”.

“Come detto,  i risultati hanno optato in prevalenza per l’opzione area verde attrezzata (297 voti). I risultati del sondaggio – informa Balordi – sono stati quindi girati alla proprietà del terreno, che li analizzerà ed integrerà al sondaggio effettuato in prima persona tra i cittadini di Bobbio”.

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