Le Rubriche di PiacenzaSera - Nave in bottiglia

Buio in sala, storia breve delle sale cinematografiche piacentine

Nave in bottiglia del giornalista Mauro Molinaroli, prima puntata del viaggio nei cinema piacentini

La tristezza delle sale cinematografiche chiuse per il Covid e la voglia di raccontare la nascita delle tante sale che hanno caratterizzato il cinema a Piacenza. Due sono i pionieri nel Piacentino, Oreste Leonardi e Bruno Bergonzi. Il primo era giunto a Piacenza da Bologna, dove era nato nel 1868, nel 1906 e nella chiesa sconsacrata di Sant’Ulderico in via Garibaldi, allestì la prima sala cinematografica intitolandola Iris-Marconi. Si trattò di un’iniziativa sperimentale, erano quelli gli anni in cui il cinema muto e le immagini venivano accompagnate dal pianista in sala. Nel 1928 fu allestita una seconda sala accanto alla precedente; dieci anni dopo le due sale furono ristrutturate e unificate: nacque il cinema Garibaldi. Intanto nel 1920 inaugura la sala Iris e nel 1942 il cinema Roma. Oreste che venne a mancare nel 1946, ebbe accanto nella sua attività i figli Francesco (morto nel 1965) e Carlo (scomparso nel 1974). A loro si deve l’apertura del cinema Plaza e del cinema Corso.

Nel dicembre del 1947 completamente rinnovato, riapre il cinema-teatro Politeama: Bruno Bergonzi ha voluto dare il senso di imponenza ed eleganza. Il cinema contiene quasi duemila posti a sedere, la facciata liberty viene integrata da nuovi elementi che gli architetti Vincenzo Bozzini e Vittorio Gandolfi hanno studiato a fondo. Attenzione anche all’assorbimento acustico, un grande e moderno cinema, un’opera dai pregi estetici e tecnici, in sei mesi di lavoro il Politeama viene rimesso a nuovo, è un segno di speranza verso un futuro che non vuol più avere a che fare con il passato. E il film proiettato per l’inaugurazione è La signora delle camelie di Carmine Gallone, liberamente ispirato alla Traviata di Giuseppe Verdi, con Nelly Corradi e Gino Mattera.

Il Politeama è uno dei tre poli culturali di quella porzione di città che sta tra Corso Vittorio Emanuele, via San Siro e via Santa Franca e comprende anche la Società Filodrammatica Piacentina e l’ex Circolo della Galleria, divenuto sede degli Amici dell’Arte. Il Municipale era soprattutto il tempio della lirica, mentre il Politeama di proprietà della famiglia Bergonzi fino al 1980 ospitava anche gli spettacoli di prosa, le operette, le riviste e il varietà. Su quel palcoscenico sono passati i più bei nomi del teatro italiano: Ermete Zacconi, Renzo Ricci, il giovane De Sica con Melnati e la prima moglie Giuditta Rissone, il signor Bonaventura Sergio Tofano, Dina Galli, Gandusio e Annibale Ninchi, Elsa Merlini e tanti altri, come Walter Chiari, Gino Bramieri, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello.

Intanto con una doppia inaugurazione – la prima nel marzo del 1951 con Miracolo a Milano di Vittorio De Sica e la seconda due anni dopo, nel 1953 – apre i battenti il Plaza, anche questo di proprietà della famiglia Leonardi. Il Plaza si dimostrò indicato sia pure per un breve periodo – anche per l’attività teatrale. Sul suo palcoscenico recitarono anche Ruggero Ruggeri ed Emma Gramatica.

Facendo due conti nei primi anni Cinquanta svolgono la loro attività di programmazione le seguenti sale: Politeama, Corso, Iris, Garibaldi, Roma, Sant’Antonino, Diana, Taverna, Torricella, San Sepolcro e Giardini (arena estiva) chiude invece il cinema Ferrovieri in via X Giugno. Il dato più eclatante è reso dalla Commissione di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli nel 1956: in città e in provincia sono attive 125 sale cinematografiche di cui 72 a carattere professionale e industriale, 32 parrocchiali e 21 estive. A proposito di sale e di nuovi cinema, con gli anni del boom cambia il modo di concepire la sala per dare maggiori comfort agli spettatori. Nell’autunno del 1969 dopo cinque mesi di restauri viene riaperto al pubblico il cinema Plaza. Più confortevole, ma anche una diversa struttura: nuovi impianti, poltroncine imbottite e tanti metri di moquette. Il Garibaldi, erede della prima sala cinematografica cittadina, l’Iris di via Garibaldi (1906), negli anni Settanta diventa più comodo, utilizza tecnologie all’avanguardia e prende un nuovo nome: Apollo.

Ma i restauri più significativi avvengono al Politeama ad opera di Bruno Bergonzi (1902-1971), importante figura del cinema piacentino: dopo la laurea in Economia e Commercio conseguita a Genova e una breve stagione come commercialista, si avvicina al cinema prima come distributore e poi come noleggiatore di pellicole. Diventa esercente di un circuito di una trentina di cinematografi in provincia ai quali aggiunse locali di prestigio quali il Politeama, il Corso di Fidenza e il cinema Paganini di Parma. Al Politeama realizzò cambiamenti importanti, salvaguardando e tutelando la facciata liberty e fu durante gli ultimi lavori di rifacimento, che urtato da una scavatrice, trovò la morte nell’agosto del 1971. Ma i restauri erano avviati e i figli Nino e Augusto portarono a termine prima i lavori del Politeama e nel 1976, l’apertura del cinema Ritz, duecento posti con il massimo dei comfort e un’attrezzatura tecnica d’avanguardia.

Dai primi anni Ottanta il Politeama passerà nelle mani di Giancarlo Leonardi, imprenditore cinematografico di primo piano discendente di Oreste; ancora oggi ne è titolare ed è il decano indiscusso degli esercenti piacentini, gestisce ancora il Politeama insieme al figlio Roberto. Paolo Leonardi, il terzo figlio, gestisce a Rubiera, nel cuore dell’Emilia Romagna, una importante multisala. (1° puntata)

Mauro Molinaroli

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