Ecco il ventilatore polmonare targato Piacenza “Controllo da remoto per l’utilizzo a domicilio”

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Oltre 1.400 persone hanno seguito l’evento organizzato dai Rotary Club Piacenza Sant’Antonino e Fiorenzuola d’Arda del distretto 2050 per presentare un innovativo ventilatore polmonare a doppia linea tutto piacentino, realizzato grazie alla collaborazione tra la startup Innuvatech e Musp.

I giovani imprenditori Vittorio Silva e Ludovico Stramigioli hanno illustrato il loro progetto e i moltepici vantaggi della sua applicazione e dell’utilizzo nei reparti di pneumologia, oltre che a domicilio. “Un ventilatore polmonare per avere un senso in una situazione critica emergenziale – hanno spiegato – deve essere in grado di gestire sia la ventilazione controllata che quella supportata e alcuni parametri fondamentali per l’attività clinica. L’idea è quella di gestire questi parametri sfrondando il più possibile la macchina e dando al clinico la possibilità di intervenire nel 90% delle situazioni con uno strumento affidabile e in grado di essere gestito da remoto”. Lo strumento potrà attaccarsi sia ai terminali di aria compressa presenti nelle unità di degenza che direttamente alle bombole di ossigeno standard. Grazie a una interfaccia remota (web/mobile) sarà possibile controllare e impostare i parametri della respirazione in tempo reale, consentendo di utilizzare il dispositivo anche in situazioni di telemedicina.

Il Dott. Cosimo Franco, primario di Pneumologia all’Ospedale di Piacenza, ha ricordato i primi tempi terribili del Covid, quando il suo reparto è stato letteralmente aggredito dalla pandemia e i ventilatori erano insufficienti, osservando quanto sarebbe stato cruciale un ventilatore come quello presentato, non solo per la cura in contemporanea di un numero importante di pazienti Covid, in particolare quelli in terapia domiciliare, ma anche per curare e monitorare un numero sempre maggiore di pazienti con gravi patologie polmonari.

Il prof. Michele Monno di POLIMI ha raccontato il ruolo del laboratorio Musp della Rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna in questo progetto e in generale il ruolo della ricerca in un momento così delicato. Sono intervenuti anche Andrea D’Amico di Urban Hub, che ha partecipato ad alcuni incontri del progetto, e Stefano Sfulcini consigliere della Commissione per il programma Virgilio del Distretto Rotary 2050. Elisa Ghezzi, crowdfunder, ha illustrato come lo strumento di fund raising potrà essere la piattaforma di crowdfunding e perché sia preferibile usare questo strumento.

Insieme, nella serata come nel progetto, ha sfilato il mondo dell’imprenditoria, della ricerca, della scienza, della sanità, dell’università, insieme a quello dell’associazionismo e del volontariato, in un Tterritorio che ha reagito fortemente al durissimo colpo subito dalla pandemia e lo ha fatto affrontando sempre con tenacia le difficoltà, innovando e cercando di offrire al tempo stesso un servizio e un’opportunità di miglioramento nelle cure mediche. Questa è “la Piacenza che funziona”, come hanno ribadito anche i rappresentanti di tutti gli enti territoriali presenti. Hanno partecipato Giammaria Manghi, capo di gabinetto della giunta regionale, Valentina Stragliati, rotariana e Consigliere provinciale e regionale Emilia Romagna, Federica Sgorbati, Assessore ai servizi sociali del Comune di Piacenza, a dimostrazione della vicinanza e dell’interesse sempre forti verso progetti ambiziosi promossi da rotariani a servizio della collettività. Giacomo Ponginibbi, rotariano e Presidente di Confapi, ha espresso particolare orgoglio per il fatto che Innuvatech è associata Confapi, ed è quindi inserita in un’associazione di imprese del territorio “in cui c’è fermento e energia”, nonostante la crisi generalizzata e le forti ripercussioni della pandemia sull’intera economia.

Piacenza reagisce, grazie soprattutto alla visione di eccellenze del territorio in termini umani, professionali e istituzionali.

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