Effetto covid sulle partite Iva, nel 2020 a Piacenza in calo del 17% rispetto all’anno precedente

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Effetto covid sulle partite Iva: a Piacenza, su un totale assoluto di 1829 nuove aperture, nell’ultimo anno si è registrata una contrazione del 16,94% rispetto al 2019. A dirlo è l’analisi effettuata dall’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, sui dati del ministero dell’Economia e delle finanze, che evidenzia come nel corso del 2020 in Italia siano state aperte circa 464.700 nuove partite Iva. Riguardo alla ripartizione territoriale, emerge che circa il 44% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,4% al Centro e il 34,1% al Sud ed Isole. Il confronto con l’anno precedente evidenzia che tutte le Regioni mostrano un calo di avviamenti: i maggiori si sono registrati nelle Marche (-19%), in Liguria (-18,7%) e Toscana (-17,6%), il più contenuto in Veneto (-5,3%).

Secondo l’analisi, Treviso, Gorizia e Verona sono le uniche tre province dove è aumentato, nel corso del 2020, il numero delle partite Iva. Sulla base dei dati relativi al calo delle partite Iva, è stata anche stilata una classifica, in cui la nostra città si colloca al 40esimo posto tra le province in cui si è registrata una contrazione maggiore.

Questa la graduatoria completa: Barletta-Andria-Trani 2.869 (-29,58%); Lodi 1.197 (-24,81%); Prato 2.399 (-23,35%); Crotone 1.301 (-22,79%); Reggio Emilia 3.556 (-22,61%); Firenze 7.610 (-22,20%); Verbano-Cusio-Ossola 861 (-22,01%); Mantova 2.445 (-21,53%); Alessandria 2.648 (-21,38%); Vercelli 972 (-21,23%); Fermo 1.403 (-21,00%); Cuneo 5.499 (-20,50%); La Spezia 1.496 (-20,21%); Ancona 2.947 (-20,05%); Venezia 5.142 (-20,03%); Brindisi 2.950 (-19,75%); Macerata 2.305 (-19,63%); Pavia 3.534 (-19,43%); Genova 6.068 (-19,09%); Savona 1.996 (-19,09%); Lecco 1.872 (-18,75%); Pesaro e Urbino 2.384 (-18,69%); Massa Carrara 1.417 (-18,61%); Bari 9.012 (-18,17%); Monza e Brianza 5.917 (-18,05%); Como 3.682 (-18,01%); Agrigento 3.238 (-17,90%); Messina 4.305 (-17,81%); Pescara 3.073 (-17,66%). E ancora: Pistoia 2.186 (-17,51%); Matera 1.323 (-17,47%); Teramo 2.445 (-17,37%); Rieti 1.347 (-17,36%); Roma 40.518 (-17,33%); Bergamo 6.642 (-17,31%); Livorno 2.335 (-17,08%); Bologna 7.317 (-17,00%); Modena 4.933 (-16,98%); Trento 3.573 (-16,98%); Piacenza 1.829 (-16,94%); Parma 3.165 (-16,86%); Milano 34.621 (-16,72%); Ravenna 2.355 (-16,52%); Cosenza 5.527 (-16,42%); Sondrio 1.003 (-16,42%); Varese 5.302 (-16,35%); Pisa 3.338 (-16,24%); Enna 1.104 (-16,11%); Foggia 4.918 (-16,02%); Pordenone 1.708 (-15,94%); Oristano 983 (-15,84%); Brescia 8.431 (-15,82%); Torino 17.266 (-15,52%); Imperia 1.736 (-15,40%); Vibo Valentia 1.214 (-15,16%); Udine 3.136 (-15,15%); Biella 1.034 (-15,11%); Asti 1.571 (-14,99%); Catanzaro 2.651 (-14,98%); Reggio Calabria 3.950 (-14,96%); Forlì-Cesena 2.559 (-14,93%); Cagliari 3.379 (-14,91%); Latina 4.552 (-14,60%); Chieti 2.963 (-14,31%); Ascoli Piceno 1.602 (-14,29%); Novara 2.275 (-14,25%); Sassari 3.841 (-14,17%); Siena 1.884 (-14,13%); Taranto 3.847 (-14,07%); Napoli 24.719 (-14,03%); Rovigo 1.464 (-13,83%); Frosinone 4.027 (-13,77%); Perugia 5.062 (-13,72%); Bolzano 3.874 (-13,47%). A seguire: Vicenza 5.878 (-13,46%); Rimini 2.800 (-13,34%); Cremona 2.020 (-13,30%); Lucca 3.150 (-13,18%); Potenza 2.786 (-12,94%); Belluno 1.260 (-12,62%); Terni 1.732 (-12,61%); Arezzo 2.686 (-12,57%); Lecce 6.420 (-12,33%); Caserta 7.790 (-11,89%); Palermo 8.137 (-11,68%); Caltanissetta 1.936 (-11,52%); Prov. del Sud Sardegna 2.018 (-11,49%); Siracusa 2.849 (-11,33%); Aosta 975 (-11,20%); Viterbo 2.846 (-10,70%); L’Aquila 2.426 (-10,31%); Ferrara 2.097 (-10,08%); Salerno 9.090 (-9,88%); Nuoro 1.897 (-9,54%); Grosseto 1.864 (-9,38%); Catania 8.777 (-9,34%); Trapani 3.368 (-9,27%); Ragusa 2.567 (-8,71%); Isernia 829 (-8,30%); Trieste 1.579 (-8,20%); Campobasso 1.954 (-6,60%); Padova 7.482 (-5,99%); Avellino 3.537 (-5,40%), Benevento 2.361 (-4,53%) Verona 8.202 (1,41%); Gorizia 853 (3,65%) e Treviso 7.964 (12,60%). (

”Le attività professionali – ha detto Celestino Bottoni, presidente nazionale Ancot -, con il 16,3%, anche in un anno particolarmente difficile come il 2020, hanno rappresentato il secondo settore, dopo il commercio, con il maggior numero di aperture di partite Iva, segno evidente della volontà degli italiani di puntare su se stessi per avviare una nuova attività nel segmento delle professioni. Una realtà come la nostra che deve essere necessariamente tutelata e supportata soprattutto in questo difficilissimo periodo anche dal nuovo governo”. La diminuzione del numero delle partite Iva registrata nel corso del 2020 è comunque inferiore rispetto al 2019. Nel periodo gennaio-dicembre 2020 risultano, infatti, 320.435 chiusure, rispetto alle 427.623 riscontrate nel corso del 2019. ”Il dato del 2020 – ha osservato – contrariamente all’atteso incremento delle chiusure per effetto della crisi economica generata dalla situazione sanitaria mostra invece il 25% di chiusure in meno rispetto al 2019. Bisogna necessariamente tenere conto però di coloro che hanno cessato l’attività a dicembre 2020 avendo la possibilità di operare la cessazione della partita Iva entro il mese di gennaio 2021 e quindi sarà indicativo attualizzare il fenomeno sulla base dell’andamento registrato nel mese appena trascorso. Inoltre, sarà altrettanto determinante analizzare l’andamento delle cessazioni d’ufficio operate dall’Agenzia delle Entrate per non-operatività”.

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