Falsifica i timbri della banca per far risultare pagate bollette per 2.400 euro, denunciato

“Ero in difficoltà economiche”. Si è giustificato così con i carabinieri di Bettola (Piacenza) un 39enne, disoccupato, denunciato a piede libero per contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica autenticazione e uso dei medesimi sigilli o strumenti contraffatti.

L’uomo avrebbe contraffatto timbro e firma dell’operatrice di banca, presso la quale era correntista, per far risultare pagate bollette di fornitura elettrica dell’ammontare di 2.400 euro, riferite al periodo aprile 2019-settembre 2020. Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio 2021, quando la direttrice della filiale ha avvisato i militari di Bettola di aver ricevuto formale richiesta dalla società della fornitura elettrica con la quale si chiedeva di verificare se alcune fatture di un’utenza privata e suo correntista fossero state realmente saldate, in considerazione del fatto che sui sistemi informatici della stessa società fornitrice risultavano alcune incongruenze.

Benché in possesso di varie ricevute di pagamento recanti il timbro e la firma di un’operatrice dell’istituto di credito, alla società risultava un ammanco relativo a tutta una serie di fatture risalenti al periodo aprile 2019-settembre 2020. Subito dopo la visione delle ricevute di pagamento, la direttrice si è resa conto che il timbro posto sui pagamenti era difforme da quello originale e, da una successiva verifica, riscontrava anche che nessuna delle fatture era stata mai materialmente messa a pagamento per conto del correntista presso la sua filiale. A questo punto i carabinieri di Bettola, dopo aver eseguito diretti accertamenti con il servizio elettrico nazionale e verificata la morosità che ammontava a 2.338, 51 euro, ha convocato il 39enne per accertare completamente i fatti.

L’uomo – spiega l’Arma – ha riferito di aver inoltrato via fax alla società di fornitura elettrica false attestazioni di pagamento della fornitura, intestata alla madre 75enne convivente, spiegando di aver apposto il timbro alterato per sottrarsi al pagamento avendo alcuni problemi economici. I militari, quindi, sulla base di quanto acquisito, lo hanno denunciato per contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica amministrazione e uso di tali sigilli e strumenti contraffatti.

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