Fauna selvatica, la richiesta di Cia “Il neoministro Cingolani risolva l’emergenza”

Promuovere politiche e soluzioni per attuare su tutto il territorio nazionale nuovi e più incisivi modelli di gestione della fauna selvatica. E’ questo l’appello di Cia-Agricoltori Italiani al neoministro Roberto Cingolani, appena insediato al dicastero dell’Ambiente e della Transizione ecologica nell’esecutivo guidato da Mario Draghi.

La scelta di uno scienziato dal profilo così alto e il suo prestigioso curriculum scientifico – ricorda Cia nazionale – sono di buon auspicio per un approccio finalmente pragmatico alle politiche di contrasto di uno dei grandi nodi irrisolti dell’agricoltura italiana. Una problematica che necessita un intervento immediato da parte delle Istituzioni, finalizzato a contenere il proliferare indiscriminato degli ungulati sul territorio nazionale, passati da una popolazione di 900 mila capi 10 anni fa agli attuali 2 milioni.

“Siamo in prima linea – commenta il Presidente di Cia Piacenza Franco Boeri – per definire un progetto di manutenzione del territorio, con gli agricoltori protagonisti, in un’ottica non più di emergenza, ma di prevenzione, tutela e gestione delle calamità. Dal dissesto idrogeologico, ai danni da maltempo e naturalmente la fauna selvatica, tutelando il reddito degli agricoltori. Il territorio provinciale – ricorda Boeri – è per il 70 per cento in collina e montagna; i pochi, eroici agricoltori ed allevatori che ancora risiedono ed operano nelle zone svantaggiate, oltre alle carenze strutturali, devono quotidianamente fare i conti con i raccolti devastati da cinghiali, istrici, caprioli”.

“Ma non solo i danni: sono in aumento anche i rischi per l’incolumità dei cittadini, non solo nelle aree rurali. È, infatti, sempre più alta la frequenza di incidenti provocati da cinghiali e animali selvatici. A causa della loro sempre più invadente presenza – ribadisce Boeri – gli agricoltori di collina e montagna spesso abbandonano le coltivazioni ed il territorio si spopola ulteriormente depauperandosi del loro indispensabile presidio, con squilibri eco-sistemici che coinvolgono l’intero territorio; ed ancora incidenti stradali e rischi di zoonosi. E’ sicuramente – chiarisce Boeri – un problema che non si risolve in poco tempo e che necessita di una corretta e pianificata gestione, con una legislazione aggiornata: una gestione, non una conservazione. Ci vuole una pianificazione delle Regioni con supporti scientifici. La caccia può dare un contributo, ma non risolve; ci vuole responsabilità politica, con mezzi adeguati, personale istituzionale e partecipazione dei cittadini. L’utilizzo della carne va incentivato attraverso una filiera perfettamente rintracciabile. Ed i danni devono essere risarciti per intero e vanno armonizzate le discrepanze legislative”.

“L’emergenza dei cinghiali, ma ora anche di daini e caprioli, potrebbe trasformarsi in una opportunità se, attraverso una caccia selettiva, si potesse creare una filiera trasparente che possa rifornire con regolarità tutta la ristorazione, esattamente come si fa in regioni a noi limitrofe. Ma si potrebbero approvvigionare anche supermercati e macellerie della città e provincia che puntano su dei percorsi di qualità, esattamente come si potrebbe fare con i prodotti dell’agricoltura. E stimolare tutti, anche le accademie e le associazioni culinarie, a promuovere specifiche ricette che valorizzino queste carni”. Sono proposte che Cia da tempo sostiene e che si auspica il nuovo Governo ed i diversi ministeri coinvolti possano, operando in sinergia, risolvere per poter tornare ad un’armonica convivenza tra uomo ed animali, in un territorio integro.

“Anche le assicurazioni ‘multi rischio’ da estendere ai danni animali – conclude il presidente provinciale della Cia – possono concorrere a salvaguardare il reddito degli imprenditori agricoli”.

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