Papamarenghi “Solidarietà ai lavoratori dello spettacolo. Serve un piano cultura per la ripartenza”

“Voglio esprimere tutta la solidarietà dell’amministrazione comunale e tutta la mia vicinanza ai lavoratori di questo settore, che in questo anno di pandemia hanno pagato molto più di altri professionisti le pesantissime norme anti-Covid”.

Così l’assessore comunale alla Cultura Jonathan Papamarenghi sulla manifestazione odierna dei lavoratori dello spettacolo e del cinema che sono scesi in piazza in diverse città italiane, tra cui Piacenza, per protestare contro le restrizioni dovute ai provvedimenti anti-Covid. “Essere vicini ai lavoratori dello spettacolo – afferma Papamarenghi – significa avere contezza del fatto che fino a oggi teatri e cinema sono fra ancora completamente chiusi. Gli aiuti sono stati pochi, insufficienti, discontinui e spesso del tutto assenti. Non si parla solo di attori, ma di figure specializzate come tecnici del suono, delle luci, macchinisti, operatori, maschere, truccatori, sarti, insomma un indotto produttivo che ha dovuto arrendersi di fronte al fatto che nessun organismo politico ha deciso di prendere in considerazione seriamente i teatri, i cinema e il mondo della cultura che anzi, paiono esser stati più la vittima sacrificale di questa durissima pandemia, siccome ripartire saprebbe stato possibile, come per altre attività, con le giuste precauzioni”.

E aggiunge: “Mi auguro che le parole pronunciate qualche giorno fa dal ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, secondo il quale è necessario ritornare alla normalità con le dovute accortezze anche in questo settore, non siano ancora una volta promesse che cadono a vuoto. Come Amministrazione coi pochi mezzi a disposizione, abbiamo dimostrato per quanto possibile, la nostra sensibilità verso le realtà territorio comunale, ma occorre che siano disponibili immediatamente adeguati ristori. Il rischio, poi, molto concreto è che vadano perse preziose professionalità che operano nel settore della cultura siccome costretti, in mancanza di reddito e prospettive, a ripiegare su altri impieghi, creando così una carenza di figure di certo insostituibili e comunque non rapidamente avvicinabili. Cosa, questa, intollerabile ancor più in un Paese impreziosito dalle proprie bellezze artistiche e dalle proprie tradizioni cinematografiche e teatrali come il nostro; come per una ripartenza postbellica serve una strategia emergenza le per la ripartenza”.

“Come serve un “piano vaccini” – conclude – serve anche un “piano cultura”, per la ripartenza in sicurezza con date certe e regole chiare perché ripartire nel mondo dello spettacolo e della cultura richiede programmazione, tempi non immediati e programmazione di mesi: non basta schiacciare un pulsante!”.

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