Quando ci siamo trovati il mostro in casa – LA CRONISTORIA

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Il 21 febbraio 2020 ci siamo svegliati e abbiamo trovato il mostro in casa. Il primo caso di covid in Italia era stato diagnosticato a Codogno, a pochi chilometri da Piacenza.

Quello stesso pomeriggio si è tenuta la prima conferenza stampa dell’Ausl, all’aperto, davanti all’ingresso del pronto soccorso. Più tardi, nel pomeriggio, un’altra prima volta: vertice in Prefettura, alla presenza del sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri, dell’allora ministro ai trasporti Paola De Micheli, dei rappresentanti delle forze dell’ordine e del referente provinciale Coni, Robert Gionelli. Viene decisa la chiusura delle scuole, che allora si pensava potesse essere solo temporanea, così come di competizioni sportive, spettacoli, attività ricreative.

Il vertice in Prefettura

Il 25 febbraio il Comune di Piacenza impone lo stop ai mercati e la chiusura dei bar dalle 18. Appare subito evidente, dal 26 febbraio, che la crisi sanitaria sarà affiancata da una dura crisi economica. Iniziano ad aumentare i contagi e i morti, ma non mancano segni di speranza: a Piacenza il 26 febbraio una mamma positiva al Covid dà alla luce un bimbo. E’ il primo caso, al momento, al di fuori dalla Cina. Sempre il 26 febbraio però nella nostra Provincia si registra il primo sindaco positivo al virus, è il primo cittadino di Borgonovo Pietro Mazzocchi. Il 28 il Comune viene “chiuso” per covid e l’intera giunta è in quarantena. Il 29 febbraio l’Ausl comunica lo stop a screening e prestazioni sanitarie non urgenti.

ospedale di Piacenza

Il 2 marzo l’Ausl annuncia di dover assumere personale per far fronte al grande numero di malati da assistere. Il 4 marzo anche il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri risulta positiva al covid. Si ammala anche l’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi, così come il segretario provinciale della Cgil, Gianluca Zilocchi. Tra il 7 e l’8 marzo si arriva alla prima stretta, con il divieto di spostamento adottato anche ai residenti in provincia di Piacenza se non per comprovate esigenze. Lutto a palazzo Mercanti: il 10 marzo muore Nelio Pavesi, consigliere comunale della Lega.

Il mercato torna in centro storico

Inizia una grande mobilitazione di solidarietà per aiutare il mondo sanitario: mancano mascherine, guanti, attrezzature. Citiamo questa raccolta iniziata il 10 marzo a sostegno dell’ospedale, ma la generosità di Piacenza ha avuto mille forme. C’è chi ha portato pizza e brioche per infermieri e medici, chi i vestiti per gli ammalati. Impossibile qui ricordarle tutte. Si riorganizza la rete ospedaliera, il 13 marzo Fiorenzuola e Castello diventano ‘covid hospital’. Il 14 marzo lutto a Piacenza: muore, vittima del covid, il direttore di Confindustria Cesare Betti. Il 16 marzo viene annunciato l’allestimento di un ospedale da campo nell’area dell’ex arsenale grazie alla collaborazione dell’esercito. Un rapporto proficuo che continuerà anche nei mesi successivi.

La vita nell'ospedale da campo

La pressione è sempre più pesante, su sanitari e operatori del soccorso. L’appello ai piacentini di Katia Sartori, della Pubblica Assistenza Sant’Agata, pubblicato il 17 marzo diventa virale. Il ruolo dei volontari diventa fondamentale, per far fronte alle diverse fragilità del territorio. Croce Rossa Piacenza il 17 marzo attiva un corso lampo per volontari temporanei. Il 21 marzo nuovo lutto tra gli amministratori del Piacentino: muore il sindaco di Ferriere, Giovanni Mazzocchi. Sempre il 21 marzo ancora un grande lutto per la nostra comunità, che dice addio a don Paolo Camminati.

Continua a salire il numero dei decessi per covid: il 22 marzo in provincia di Piacenza ne vengono registrati 33.

ospedale esercito

Il covid cambia anche il mondo della moda: il 26 marzo viene annunciata l’intenzione del gruppo Armani di convertire la produzione in Italia, dedicandola a camici monouso per gli operatori sanitari. Alla fine di marzo la situazione migliora: il 31 si dice che il “pronto soccorso di Piacenza respira” e la Regione annuncia l’avvio dello screening di massa – non dopo poche polemiche – per il personale sanitario. Sempre il 31 marzo anche a Piacenza si tiene una cerimonia civile per ricordare i nostri morti, in una piazza Cavalli vuota. Tanto dolore sembra però aver dato i propri frutti: le modalità di cura adottate nella nostra provincia iniziano a diventare un modello, in Italia e all’estero. Il 9 aprile le Usca – unità di assistenza domiciliare – guidate dal prof Luigi Cavanna conquistano le pagine dei media internazionali, come il Time.

L'incontro in Prefettura con il Premier Conte

Il 28 aprile la visita del premier Giuseppe Conte a Piacenza con l’incontro in prefettura con gli operatori sanitari e i sindaci.

La messa al Daturi in memoria dei defunti da Covid19

Il 18 giugno, nell’arena Daturi, si tiene la messa in suffragio di tutti i morti, celebrata dal vescovo Gianni Ambrosio. L’estate sembra averci regalato un po’ di spensieratezza, ma con l’autunno il virus torna a farci paura. Anzi, già il 4 settembre l’Ausl annuncia un nuovo aumento dei casi. Il 12 settembre la prefettura annuncia misure ad hoc per evitare assembramenti vicino alle fermate dei bus, in vista della riapertura delle scuole. Dal 3 ottobre scatta a Piacenza l’obbligo di indossare mascherine anche all’aperto, come disposto dal sindaco Patrizia Barbieri.

Ospedale

Il 24 ottobre arriva il nuovo Dpcm del Governo Conte che dispone la chiusura di bar e ristoranti dalle 18, stop all’attività di palestre e piscine, così come teatri e cinema. Una misura che doveva avere la durata di un mese, ma che in pratica – seppur con modalità diverse – è tuttora in vigore.

Il 26 ottobre si tiene la prima manifestazione di protesta dei gestori delle palestre.

Il 30 ottobre arriva una notizia molto attesa: Piacenza ospiterà la facoltà di laurea in medicina – in lingua inglese. L’obiettivo è partire già da autunno 2021.

“La cultura non è una priorità”: il 7 novembre protesta di studenti e lavoratori del mondo dello spettacolo.

Arriva Natale e San Silvestro: la Santa Messa della vigilia in Duomo, si apprende il 12 dicembre, sarà ‘anticipata’ e le feste che chiudono questo 2020 sono regolate da un ‘semaforo’ che stabilisce giorni gialli, arancioni e rossi, come viene comunicato il 18 dicembre.

Vercelli vaccino

Ma il 2020 si chiude con l’avvio della campagna vaccinale, destinata in una prima fase, agli operatori sanitari, ai volontari delle associazioni del soccorso, ai degenti e agli operatori delle Cra. Il 27 dicembre il primo vaccinato è il dottor Andrea Vercelli, medico del pronto soccorso di Piacenza. Dopo l’esperienza dell’ospedale da campo, l’esercito tende di nuovo la mano alla nostra comunità: il 5 febbraio viene inaugurato il polo vaccinale nell’ex arsenale. Dopo aver vaccinato gli anziani già inseriti nella rete delle cure domiciliari, il 16 febbraio iniziano le vaccinazioni per gli over 85. Dal primo marzo toccherà ai piacentini tra gli 84 e 80 anni.

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