“Serve una campagna vaccinale che fermi la strage di anziani, coinvolgere medici di famiglia”

“Anche nella seconda ondata Covid a Piacenza, continua il dramma degli over 80: 13% dei contagiati, ma 55% dei morti totali. La letalità è attestata al 31%”.

A affermarlo i sindacati dei pensionati di Cgil Cisl Uil, nel sottolineare che la categoria degli anziani è quella che “ha pagato di più la diffusione incontrollata del virus”. “I dati dell’Ausl di Piacenza parlano chiaro – spiegano -: nella nostra provincia, la percentuale di persone over 80 trovate positive al Coronavirus è solo il 13% del totale (2.290 su 16.992), ma gli ultraottantenni rappresentano il 55% dei decessi complessivi (727 su 1.319, compresa una piccola quota di lodigiani morti a Piacenza).Il tasso di letalità (ovvero i morti per Covid in rapporto ai contagiati) tra gli over 80 è del 31,7%. Un dato davvero impressionante: in sostanza un anziano su tre, di quelli colpiti dal virus, è deceduto. Particolarmente colpita anche la fascia tra i 70 e 80 anni: in questo caso le vittime sono 381, il 29% del totale. Nella fascia 61-70 anni i decessi rappresentano il 12%. Più si abbassa l’età, minore è la percentuale delle vittime. I piacentini sotto i 60 anni hanno infatti “resistito” meglio alla violenza del Covid: le vittime sono state 57, il 4%”.

“E adesso la situazione continua ad essere critica: i decessi nei primi sei mesi dell’anno scorso nella nostra Provincia sono stati 728 (420 uomini e 308 donne) mentre, solo a gennaio, si sono contati già 243 decessi”. “C’è quindi urgente bisogno di una campagna vaccinale che a Piacenza fermi questa “strage di anziani” – la posizione dei sindacati -. Il governo deve fare la sua parte, ma anche gli enti locali: la Regione Emilia Romagna e le amministrazioni comunali. E’ indispensabile che si lavori uniti a ritmo serrato, lottando contro il tempo per salvare la vita dei più fragili”.

I pensionati di Cgil, Cisl, Uil chiedono che i medici di famiglia siano coinvolti per fare i vaccini: “Solo applicando il modello utilizzato per la vaccinazione anti-influenzale – sostengono – si potrà accelerare la fase 2 e recuperare i ritardi causati dalle forniture a singhiozzo dei vaccini. In questo modo si raggiungeranno anziani fragili, persone sole, non autosufficienti e le località più lontane dai punti di vaccinazione previsti”. I sindacati pensionati condividono il “giudizio negativo sul rallentamento della produzione dei vaccini” e si augurano che “a breve siano trovate modalità di produzione diversificate, che includano possibili linee produttive direttamente in Italia. Va dato anche impulso all’uso delle terapie basate su anticorpi realizzati in laboratorio”.

“E’ inaccettabile – concludono -, a fronte di un bilancio così pesante per la salute e l’economia che la seconda fase della vaccinazione sia in difficoltà causa problemi di produzione e distribuzione dei vaccini. Va assolutamente garantita la regolarità del piano vaccinale per tutta la popolazione, a partire dagli over 80, che rappresentano una percentuale elevatissima di vittime”.

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