Stop all’idrokinesi, i genitori incontrano Baldino (Ausl) “Nostri figli discriminati, riabilitazione non è un hobby”

“Per i nostri ragazzi non è un hobby andare in piscina a fare riabilitazione: si tratta di una cura medica a tutti gli effetti, tant’è che necessita della prescrizione di un fisiatra”.

Patrizia Mancini è una dei genitori, circa una decina, di persone con disabilità motorie che nella mattinata del 5 febbraio hanno incontrato il direttore generale dell’Ausl Luca Baldino. Il faccia a faccia arriva per provare a sbloccare una situazione che, in alcuni casi, si protrae da più di un anno: ovvero lo stop alle sedute di idrokinesi, specifiche terapie in acqua per soggetti con problematiche fisico-motorie, realizzate in convenzione – da rinnovare ogni venti sedute – con l’Ausl  presso il centro Inacqua di Piacenza. “Oggi presentiamo le istanze di circa 60 famiglie piacentine che da mesi non riescono più a usufruire della convenzione gratuita per la terapia – ha affermato Mancini, parlando alla stampa prima dell’incontro che si è svolto a porte chiuse presso gli uffici dell’Ausl in via Anguissola -. L’azienda sanitaria ha infatti messo il veto sulle terapie convenzionate presso il centro, mentre invece è possibile continuare a realizzarle in forma privata. Questa ci sembra una vera e propria discriminazione: perché a pagamento si può beneficiare del servizio, mentre gratuitamente no? La giustificazione che ci è stata data, ovvero che lo stop è necessario per ragioni di sicurezza legate alla questione covid, non tiene: il virus forse sparisce quando si paga?”.

Secondo quanto spiegato dal gruppo di genitori, le problematiche risalgono a prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria. “Mio figlio non fa più terapie dal dicembre 2019 – ha detto una delle mamme presenti -. Del covid in Italia non se parlava nemmeno. Le difficoltà erano sorte quando il centro Inacqua aveva cambiato gestione ed era necessario attivare una nuova convenzione con l’Ausl: poi questa questione si è risolta, ma comunque le terapie non sono continuate perché, appunto, è stato messo il veto per la pandemia. L’Ausl ci ha detto che, valutando rischi e benefici, ha preferito continuare a garantire il servizio solo ai minori (i figli della delegazione di genitori sono tutti adulti, ndr). Però anche le persone maggiorenni hanno diritto alle cure riabilitative: la convenzione, attiva grazie alle risorse della Regione, non fa infatti distinzione tra minori e non; così come le attuali disposizioni governative permettono di tenere aperte piscine e palestre per questo tipo di terapie, sia che siano per adulti che per minorenni”.

A margine dell’incontro Elisabetta Sbravati, portavoce delle famiglie, ha dichiarato. “Non siamo assolutamente soddisfatti: Baldino ha ribadito che non intende prendersi la responsabilità di mandare i ragazzi in acqua, rimandando la decisione al fisiatra dell’Ausl, chiamato a valutare, sulla base di un calcolo di rischi e benefici, ogni singolo caso. Ci è stato poi detto – ha aggiunto Sbravati – che si valuterà se applicare la convenzione per terapie “a secco”. Anche su questo punto non siamo assolutamente convinti, in quanto i benefici della fisioterapia in acqua sono ampiamente superiori a quella che si svolge fuori”. A supportare la protesta dei genitori, c’erano anche alcuni esponenti del mondo politico locale: i consiglieri regionali Giancarlo Tagliaferri (FdI), Matteo Rancan, Valentina Stragliati e (Lega) e Katia Tarasconi (Pd); oltre al consigliere comunale Francesco Rabboni (Forza Italia).

Tagliaferri (FdI) “Vaccinare con urgenza le persone disabili e i loro familiari” – “Sono qui per ribadire l’impegno in favore di queste persone e delle loro famiglie: non accettiamo ulteriori risposte burocratiche che non tengono conto dei problemi delle persone”. Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia eletto in provincia di Piacenza, questa mattina (5 gennaio, ndr) ha portato la sua solidarietà ai disabili e alle loro famiglie che presso l’Ausl piacentina protestano contro la perdurante sospensione dell’idrokinesi terapia per i disabili decisa in maniera del tutto unilaterale dalle autorità sanitarie locali in ottemperanza delle norme antiCoronavirus, tema già oggetto, non più tardi di martedì scorso, di un’interrogazione immediata dello stesso consigliere nel corso della seduta dell’Assemblea legislativa.

“Per l’Ausl di Piacenza l’impossibilità di mantenere il distanziamento in acqua metterebbe a rischio la salute dei disabili adulti, ma – spiega Tagliaferri – nel pieno rispetto delle norme antiCoronavirus vanno trovate soluzioni in tempi rapidi. Perchè, ad esempio, non vaccinare con urgenza queste persone che già fanno parte di una fascia particolarmente fragile della nostra società? E’ inaccettabile che il diritto alla salute non sia rispettato, ma soprattutto che si abbia l’arroganza, mista a paura o vergogna, nel non voler rispettare il diritto alle cure sanitarie di queste persone da parte di Ausl di Piacenza e dell’Assessorato regionale alla sanità”. “Un risultato l’abbiamo ottenuto – ha detto Tagliaferri dopo l’incontro – : l’Ausl valuterà a breve la possibilità di fare riabilitazioni a secco sostitutive. Vigileremo in proposito”.

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