Cala la mobilità ma non le stragi su strada: in Regione aumentano le morti di ciclisti e pedoni

“Nel periodo 1° gennaio-8 marzo del 2021 (presenza pandemia) rispetto al medesimo periodo del 2020 (senza pandemia) sono aumentati i decessi di ciclisti e di pedoni in Emilia-Romagna”. A dirlo è l’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale dell’Emilia Romagna, che in un’indagine mette a confronto i mesi pre-lockdown del 2020 con gli stessi del 2021.

“La comparsa della pandemia sanitaria – si legge nel rapporto -, con conseguente lockdown dal 9 marzo 2020, ha ridotto sensibilmente la mobilità con conseguente diminuzione di incidenti stradali a cui corrisponde però una maggior gravità degli stessi. Anche il confronto dei dati relativi all’area regionale dei decessi di ciclisti e pedoni nel periodo 1° gennaio- 8 marzo 2020 (ante comparsa pandemia e prima dell’inizio del lockdown) con il periodo analogo del 2021 (in piena terza ondata pandemica) lo evidenzia nella sua crudezza”.

Solamente nei territori delle province di Piacenza e di Forlì non si sono registrati decessi di ciclisti e di pedoni nei periodi considerati (1°gennaio/8 marzo 2020 e 2021). Al contrario: a Bologna vi è stato un aumento passando da un decesso (ciclista) nel 2020 a 1 ciclista e 2 pedoni nel 2021; anche a Parma un aumento con un decesso di un ciclista nel 2021, mentre nel 2020 non ve ne erano stati; a Reggio Emilia situazione stabile:un decesso di un ciclista sia nel 2020 che nel 2021; anche a Modena la situazione è peggiorata, passando da un ciclista deceduto nel 2020 a un ciclista nel 2021 e un pedone; a Ferrara la situazione è migliorata, passando da un pedone deceduto nel 2020 a zero nel 2021; molto critica la situazione a Ravenna passata da un pedone deceduto nel 2020 a un altro pedone nel 2021 con 3 decessi di ciclisti; a Cesena un lieve miglioramento: 2 ciclisti deceduti nel 2020 contro uno nel 2021; a Rimini la situazione è stabile: un pedone deceduto nel periodo considerato del 2020, idem nel 2021. Il bilancio regionale è quindi di +3 decessi di ciclisti nel 2021 rispetto al 2020 (da 5 si è passati a 8) e + 2 decessi di pedoni (da 3 si è passati a 5).

“Sono ancora una volta gli utenti “deboli” (pedoni e ciclisti), a pagare il prezzo maggiore dei comportamenti scorretti sulla strada – evidenzia il rapporto -. Su questi presupposti, l’Osservatorio suggerisce a tutti questi utenti della strada di indossare un giubbetto catarifrangente (già obbligatorio per i ciclisti fuori dai centri abitati), per contrastare i rischi creati dal buio, dalla scarsa illuminazione della strada e dall’uso di abiti scuri o mimetici che lo rendono un possibile bersaglio. Di notte, infatti il rischio di incidente è tre volte più alto che durante il giorno”.

“Per i pedoni, inoltre, si propone anche l’utilizzo di sistemi di illuminazione da inserire nelle pettorine dei cani quando si passeggia e di camminare su un’unica fila lungo le strade fuori dai centri abitati, aumentando di fatto la sicurezza, come previsto nell’articolo 190 del Codice della Strada che stabilisce che: “da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere, i pedoni che circolano sulla carreggiata di strade esterne ai centri abitati, prive di illuminazione pubblica, devono marciare su unica fila”. Il giubbetto catarifrangente è già presente come dispositivo obbligatorio all’interno dei veicoli e quindi non necessita di un ulteriore acquisto. La sicurezza dei ciclisti è garantita anche dalla loro visibilità, statuita dall’articolo 182 comma 9 bis del Codice della Strada che prevede che indossino giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità quando circolano in galleria e fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima del suo sorgere”.

“Si segnala – dice l’Osservatorio -, infatti, che studi hanno evidenziato che i conducenti di veicoli a motore vedono i pedoni e i ciclisti ad una distanza di: 25 metri se indossano vestiti scuri; 40 metri se indossano vestiti chiari; 140 metri se indossano accessori catarifrangenti o se sono muniti di luce. Anche dalla tecnologia può venire un aiuto per migliorare la sicurezza delle strade. Grazie ai nuovi strumenti il futuro potrebbe essere quello di prevedere varie forme di illuminazione o di segnalazioni luminose delle strisce pedonali per rendere più visibili pedoni e ciclisti”.