Emilia Romagna a rischio zona rossa: tutti i possibili divieti

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Piacenza zona rossa insieme al resto dell’Emilia Romagna? E’ uno scenario possibile e un’ipotesi al vaglio del Governo, che come ogni venerdì si esprimerà sui cambi di colore delle Regioni sulla base dell’andamento dell’epidemia.

Davanti al bollettino nazionale giornaliero che ha superato la soglia dei ventimila contagiati, con il tasso di positività al virus salito al 5,8 per cento, Lombardia, Campania ed Emilia Romagna da sole contano la metà dei casi. Con questo scenario è assai difficile che non si vada nella direzione di nuove restrizioni. In particolare in Emilia Romagna sono molteplici i segnali di allarme. Le province di Bologna e Modena sono in zona rossa da oggi 4 marzo, al 21. È stata poi stabilita una fascia “arancione scuro” da giovedì 25 febbraio fino all’11 marzo, per la provincia di Reggio Emilia, 14 Comuni che fanno capo all’Ausl di Imola. Dal 2 al 14 marzo, inoltre, la zona arancione scuro è estesa alle province di Rimini e di Ravenna oltre che l’area del Cesenate.

In regione il 57,6% dei contagi è ascrivibile alla variante inglese. Sono sei le province (Rimini, Bologna, Forlì, Modena, Ravenna, Reggio Emilia) sopra i 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti, la soglia in cui si entra in un regime di misure rafforzate. La media in regione è a quota 354 nuovi positivi.  Piacenza resta esclusa dalla fascia di allarme – abbiamo i contagi più bassi in regione – ma il trend è comunque in crescita. In Emilia Romagna sono aumentati del 70% i contagi a scuola. Sono questi i principali elementi che inducono a pensare a un imminente passaggio dell’Emilia Romagna in zona rossa, come ha accennato anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Ecco quali sono le restrizioni che si prospettano e che sono già in vigore in alcuni territori della Regione.

In zona arancione scuro (come Reggio Emilia e diverse aree della Romagna) – Per quanto riguarda la zona arancione scuro in cui viene collocata anche la provincia di Reggio Emilia, dopo i comuni della Ausl Romagna a eccezione del distretto di Forlì, e quindi quelli delle province di Rimini, Ravenna e del Cesenate, le limitazioni principali riguardano: lo stop agli spostamenti – se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità – anche all’interno del proprio comune, e il divieto di recarsi da parenti, amici e nelle seconde case; la chiusura delle attività ricreative e una stretta alle attività sportive, oltre alla didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado e le Università. In presenza servizi educativi 0-3 anni e scuole dell’infanzia. In questa area rimangono invece consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.

In zona rossa (come Bologna e Modena) – Le principali restrizioni che verranno introdotte in zona rossa (quindi per l’area metropolitana di Bologna e per la provincia di Modena), in aggiunta a quelle previste in arancione scuro, riguardano la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole, dalle elementari e l’Università (nel Bolognese già prevista da ieri) e lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie. Sempre per le zone rosse, come stabilisce il nuovo Dpcm del Governo, è prevista la chiusura dei servizi per l’infanzia. La sospensione dell’attività in presenza per quanto riguarda nidi e materne (sia statali che comunali) decorre dal 6 marzo.Stessa cosa per la chiusura delle attività di servizi alla persona (parrucchieri e barbieri).

Nel post su Facebook del dottor Marzio Sisti l’andamento dei contagi negli ultimi 7 giorni

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