“Finta” infermiera si fa assumere dal poliambulatorio e s’intasca i soldi delle fatture

Una giovane di 23 anni è stata denunciata dai carabinieri della stazione di Cortemaggiore per esercizio abusivo di professione sanitaria, falsità materiale commessa da privato, accesso abusivo ad un sistema informatico, furto aggravato e truffa.

Secondo le indagini condotte dall’Arma, la giovane, dopo essersi fatta assumere come infermiera professionale da un poliambulatorio medico senza averne alcun titolo, avrebbe utilizzato le credenziali del titolare dello studio, per rilasciare fatture che sistematicamente cancellava dal sistema informatico, appropriandosi quindi del denaro versato di pazienti. Nell’ottobre del 2019 la giovane era stata assunta a tempo determinato, con mansioni di segreteria, dall’amministratore del poliambulatorio, avendo fatto presente allo stesso che stava frequentando il corso di laurea per diplomarsi come infermiera presso l’Università degli studi di Parma e che stava svolgendo il periodo di tirocinio previsto dal corso presso il pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza.

Quando nel giugno del 2020, l’unica infermiera del poliambulatorio, ha cessato il proprio rapporto di lavoro, la giovane 23enne si è proposta per la sostituzione, asserendo di aver conseguito nel marzo 2020 la laurea. Ma al momento dell’assunzione con contratto a tempo indeterminato, nonostante gli fosse stata chiesta tutta la documentazione necessaria, la giovane avrebbe prodotto soltanto delle autocertificazioni con le quali si dichiarava laureata e in attesa di rilascio di iscrizione all’albo professionale. Da quel giorno la 23enne ha iniziato ha svolgere tutte le mansioni infermieristiche. L’amministratore del poliambulatorio, dopo aver continuato a richiedere alla giovane la documentazione prevista, e non avendo ricevuta risposta, si è quindi insospettito. Ha deciso di effettuare alcune verifiche scoprendo che a nome della sua dipendente non era mai stata inoltrata nessuna richiesta di iscrizione all’albo e che non aveva mai concluso il ciclo di studi presso l’università.

Inoltre, da un controllo interno, l’amministratore ha scoperto che la giovane nel periodo compreso tra l’agosto e il dicembre del 2020 avrebbe eliminato 99 fatture emesse e per la quasi totalità pagate in contanti per un importo circa 6mila e 500 euro. Per di più in un’occasione, utilizzando l’account personale dell’amministratore, avrebbe stampato e successivamente cancellato sette fatture per prestazioni sanitarie eseguite ma non autorizzate, rilasciandole ai beneficiari, e incassando circa 450 euro.

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