Nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Restano i colori delle regioni, scuole chiuse con contagi alti

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“Viene confermato il modello di divisioni del nostro Paese per aree che corrispondono a colori costruiti sulla base del quadro epidemiologico di ciascun territorio: zone rosse, arancioni, gialle e bianche, con minor tasso di rischio. Riteniamo che differenziare i territori sia la strada giusta perché ci permette di dare la risposta più idonea ad ogni segmento del nostro Paese”.

Così il Ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato in conferenza stampa a Palazzo Chigi il nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio e in vigore dal 6 di marzo al 6 di aprile (QUI TUTTE LE MISURE). La principale novità del Decreto riguarda le scuole: “La variante inglese, in questo momento prevalente, ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani – ha detto Speranza -. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno con didattica a distanza, così come nei territori dove il tasso di incidenza su 100mila abitanti in sette giorni sarà pari o superiore a 250”.

“Sono misure necessarie e importanti – ha proseguito -, che possono metterci in condizioni di governare questa curva del contagio, seguiremo l’evoluzione dell’epidemia nel nostro paese e valuteremo giorno dopo giorno l’andamento della curva. Siamo in una fase epidemiologica che non puo essere sottovalutata, serve il contributo di tutti i cittadini, il comportamento delle persone è fondamentale”.

“I tempi sono fondamentali per non arrecare disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì, siamo in grado stasera di completare il Dpcm – ha aggiunto il ministro degli Affari regionali Maria Stella Gelmini -. Il Dpcm è improntato alla massima condivisione possibile, dal Parlamento, alle Regioni, alle province, ai comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori: non abbiamo potuto accogliere tutte le loro proposte, ma alcune sì, come la partenza delle misure restrittive dal lunedì. Abbiamo assunto anche un’altra proposta dalle Regioni, un tavolo tecnico per valutare i 21 parametri”.

“Dal 27 marzo – ha quindi spiegato Gelmini – sarà possibile, a fronte di una prenotazione online, tornare a frequentare i luoghi della cultura. Non possiamo invece annunciare la riapertura delle attività economiche chiuse da tempo, le varianti colpiscono pesantemente e siamo ancora in un regime di restrizioni per combattere il virus. Per quanto riguarda la scuola “cercheremo di dare sostegno alle famiglie e abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro sul tema dei congedi parentali”.

VIDEO – LA CONFERENZA STAMPA

VARIANTI E VACCINAZIONI – “Come avevamo previsto la variante inglese è quella dominante: al 18 febbraio aveva una prevalenza stimata intorno al 54%, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più alto – ha fatto il punto il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro -. Il modo migliore per contrastare la tramissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione. Nel nostro territorio c’è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche. Questo dato è particolarmente preoccupante, perchè queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto all’aumentata trasmissibilità che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria. Per questo sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili. Per quanto riguarda la variante brasiliana, la sfida è il contenimento. Ci sono poi alcuni segnali della variante sudafricana, che si stima intorno allo 0,4%, in particolare al confine con l’Austria”.

“La variante inglese – è entrato nel dettaglio il presidente del Css Franco Locatelli – ha maggior potere infettante sulla popolazione pediatrica, era un dato che ci era noto dai colleghi di oltremanica e sul quale abbiamo anche noi delle evidenze chiare. Nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni, vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Ribadiamo però in maniera chiara che questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più grave. I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, rimangono fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi”.

“Sappiamo che la variante inglese non mostra resistenza all’effetto protettivo indotto dalla vaccinazioni con tutti e tre i vaccini oggi disponibili nel Paese; per quanto riguarda la variante brasiliana, da un lato vi sono segnalazioni di soggetti che si sono reinfettati, ma ad oggi non vi è nessuna pubblicazione scientifica che abbia messo a disposizione questo tipo di informazione. E’ importante sottolineare che anche in presenza di eventuali reinfezioni, queste non si dovrebbero connotare con forme di particolare gravità”.

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