“I bimbi delle elementari di Piacenza adottino i ‘nonni’ delle case di riposo”

Roberto Lovattini, maestro di Piacenza ora in pensione, rappresentante del movimento di cooperazione educativa e direttore del tg Buone Notizie, lancia una proposta per le scuole e le case di riposo.

“Il momento è difficile, per tutti. La pandemia ci ha costretto a cambiare abitudini radicate, ha ridotto ai minimi termini i nostri rapporti sociali, ha costretto in povertà molte persone, impedisce a tanti di lavorare e alcune famiglie non riescono a sbarcare il lunario. Sta cambiando il nostro modo di relazionarci, di rapportarci con le persone e speriamo che non sia un cambiamento definitivo. Sono banditi baci, abbracci, strette di mano, carezze e contatti fisici. Questo nuoce gravemente a tutti indistintamente, ma quelli che ne risentono maggiormente sono i più piccoli, i giovani e gli anziani.

I piccoli che cresceranno senza conoscere gli abbracci, i baci e le carezze di amici, compagni, nonni, parenti e gli anziani che si trovano sempre più isolati nelle loro case o nelle strutture che li ospitano. Ci saranno bambini che magari non avranno mai visto le persone senza mascherina e penseranno che sia la norma portarla. Si dimenticherà la necessità dei contatti fisici per l’infanzia per crescere in modo equilibrato. Si continua a pensare di chiudere le scuole anche se sono tra i posti più sicuri. A questo punto credo sia nostro compito non rassegnarci come se tutto ciò che accade sia ineluttabile. Occorre rispettare le regole sanitarie ma occorre sfruttare la nostra creatività e la nostra umanità per reagire. Chi ha a che fare con queste fasce di popolazione, anziani – giovani e bambini, deve saper inventare quotidianamente qualche proposta per lavorare innanzitutto sulle emozioni e sulle relazioni, che in questo momento sono ingabbiate e rischiano di implodere.

La mia proposta è di mettere in contatto bambini e anziani delle case di riposo attraverso una sorta di corrispondenza tra le classi interessate e gli ospiti delle strutture socio sanitarie. Una corrispondenza reciproca che potrebbe essere fatta di lettere, ma non solo. Facendo affidamento sulle risorse che ognuno ha e, se stimolato, può scoprire o ritrovare. Il piacere per gli anziani di ricevere e inviare una lettera, di inviare una canzone registrata, un disegno, di fare l’uncinetto, di condividere esperienze e abitudini del passato con bambini ai quali questo rapporto farebbe un gran bene. Ogni classe interessata potrebbe scegliere una struttura da ” adottare”.

“Questa iniziativa farebbe molto bene agli anziani ospiti delle case di riposo che oggi sono isolati nelle strutture per evitare il rischio di contagio e inevitabilmente si trovano nell’impossibilità di contatti con il mondo esterno e soffrono questo isolamento. Ma farebbe anche molto bene ai bambini che potrebbero intessere relazioni significative con questi “nonni” attraverso un’attività didattica autentica”. “La corrispondenza ha la possibilità di proseguire o di iniziare anche con le scuole chiuse. Nondimeno l’iniziativa farebbe bene alla società nel suo insieme e potrebbe costituire uno stimolo affinché ognuno di noi cerchi dentro di sé le proposte e le iniziative che, anziché abbatterci, ci permettano di dare il meglio”.

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