Indice di contagio all’1.13 ma solo la Romagna diventa rossa. Primi pazienti Covid da Bologna

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 8 Marzo.

Passano in area arancione le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto e in zona rossa la regione Campania. Non c’è dunque l’Emilia Romagna tra le Regioni che cambiano colore, nonostante le previsioni fossero per l’arrivo di un inasprimento delle misure anti covid.

In serata la Regione ha deciso misure più restrittive per tre province: da lunedì la Romagna diventerà rossa fino a domenica 21, il provvedimento riguarda i comuni delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Nella giornata di sabato è prevista la nuova ordinanza della Regione per fronteggiare l’aumento dei contagi. Ricordiamo che Bologna e Modena sono già in zona rossa, mentre Reggio Emilia si trova in arancione scuro. Per Piacenza e Parma dunque per ora non cambia nulla, restano arancioni.

DA BOLOGNA TRASFERITI PRIMI PAZIENTI COVID – Intorno alle 18,30 di venerdì 5 marzo l’elisoccorso di Bologna ha trasferito un paziente affetto da Covid19 per la terapia intensiva dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza. Con l’aggravarsi della situazione in Romagna, di concerto con gli ospedali della regione, avvengono dei trasferimenti per “alleggerire” le terapie intensive del capoluogo di regione. Nella serata di oggi è previsto l’arrivo di un altro paziente covid, anch’esso in arrivo da Bologna per essere destinato alla terapia intensiva di Piacenza.

eliambulanza covid

EMILIA ROMAGNA ANCORA ARANCIONE – Una scelta – quella di restare arancione – che sorprende dopo le preoccupazioni emerse nei giorni scorsi e le dichiarazioni di oggi del direttore generale dell’Ausl di Piacenza Luca Baldino che auspicava l’adozione di misure più stringenti da subito. L’indice di contagiosità Rt superiore all’1, 1.13 per la precisione, colloca infatti la nostra Regione tra quelle con la crescita più sostenuta nella diffusione dell’epidemia.

Da lunedì 8 marzotutti i comuni della Ausl Romagna entrano in zona rossa. Si tratta di quelli delle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, territori già ora in arancione scuro fatta eccezione per il Forlivese, anch’esso in rosso da lunedì.

Sulla base dei dati forniti dall’Azienda sanitaria, e informati i sindaci, la Regione adotterà nella giornata di domani una nuova ordinanzain vigore dall’8 marzo e fino domenica 21 marzo, per fronteggiare la diffusione dei contagi, che continua ad aumentare a causa delle nuove varianti, anche fra giovani e giovanissimi, e proteggere la rete ospedaliera, dove sono in costante aumento i ricoveri sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive.

Le principali restrizioni che verranno introdotte con la zona rossa, in aggiunta a quelle previste in arancione scuro, riguardano la chiusura di nidi e materne, la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole dalle elementari e l’Università, lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie.

“La situazione epidemiologica continua a vedere un’impennata nella diffusione del virus, con numeri che ogni giorno e in pochissimo tempo arrivano a livelli difficilmente riscontrabili in passato- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Servono decisioni rapide, per rispondere colpo su colpo alla pandemia che cambia a causa di nuove varianti. Per questo, anche di fronte alla conferma oggi dell’Emilia-Romagna in zona arancione da parte del Governo, sulla base però di dati risalenti alla scorsa settimana, davanti a quelli che continuiamo a registrare qui attualmente, e monitorati quotidianamente, dalla trasmissibilità del virus ai ricoveri, e sulla base delle indicazioni della Ausl Romagna, estendiamo la zona rossa già in vigore nelle province di Modena e Bologna ai comuni delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, con quelli del Reggiano già in arancione scuro. Decisioni difficili, che si susseguono, ma che dobbiamo prendere per circoscrivere e frenare il contagio, lavorando insieme al Governo al cambio di passo della campagna vaccinale”.

I dati forniti dalla Ausl Romagna e relativi al territorio di competenza, vedono negli ultimi 14 giorni una incidenza di 832 casi di positività ogni 100mila abitanti. Quanto ai ricoveri, 486 nei reparti Covid mentre le terapie intensive risultano occupate al 38%, al di sopra della soglia limite del 30%.

Gli indici Rt regione per regione – Questi gli indici Rt su tutto il territorio e la rispettiva classificazione del rischio:

Abruzzo, 0,96 (classificazione del rischio alta) – era 1.13
Basilicata, 1.16 (moderata)
Calabria, 0.81 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Campania, 0.96 (alta con molteplici allerte di resilienza)
Emilia Romagna, 1.13 (alta)
Friuli Venezia Giulia, 0.92 (alta)
Lazio, 0.98 (moderata)
Liguria, 0.96 (moderata)
Lombardia, 1.13 (alta) – era a 0.82
Marche, 1.08 (alta)
Molise, 1.66 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Piemonte, 1.15 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Provincia autonoma Bolzano, 0.75 (moderata)
Provincia autonoma Trento, 1.1 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Puglia, 0.93 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Sardegna, 0.67 (bassa)
Sicilia, 0.79 (moderata)
Toscana, 1.18 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Umbria, 0.79 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Valle d’Aosta, 1.21 (moderata ad alta probabilità di progressione)
Veneto, 1.08 (moderata ad alta probabilità di progressione).

“Il dato dell’Rt a 14 giorni mostra che il nostro Paese ha superato l’1, questa non è una buona notizia perché è un indicatore di crescita dell’epidemia e l’obiettivo a livello Paese e di Regioni e Province autonome è riportarlo rapidamente sotto l’1, ma quasi tutte le regioni sono con l’Rt sopra l’1 anche se con il livello più basso dell’intervallo di confidenza in alcuni casi sotto l’1. È un dato molto importante e un segnale rilevantissimo di necessità di adozione tempestiva di misure di mitigazione a livello nazionale e anche a livello regionale”. Lo ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore sanità Silvio Brusaferro, sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia. “La variante inglese è largamente circolante come maggioritaria nel nostro Paese”.

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