Mobilità sostenibile, più trasporto pubblico locale: investimenti per oltre 240 milioni

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Bologna – “Flessibile, integrato, sicuro e digitale”. Sono le parole chiave del trasporto pubblico locale dell’Emilia-Romagna contenute nella proposta di atto di indirizzo che delinea la programmazione e l’amministrazione tpl per il triennio 2021-2023, documento condiviso ieri sera in video-conferenza dall’assessore regionale a Infrastrutture e trasporti, Andrea Corsini, con i rappresentanti di Anci, Province, Comuni, Agenzie e Aziende Tpl regionali e parti sociali.

Perché, se una cosa ci ha insegnato questo anno di pandemia, è chiaro che anche il trasporto pubblico dovrà sempre più adattarsi e, se possibile prevenire, le nuove e mutate esigenze dei cittadini – pendolari in primo luogo – in un mondo del lavoro e della scuola cambiato, tra smartworking e didattica a distanza. Un cambiamento che impatta quindi sull’organizzazione e gli orari delle città e che, a causa dell’emergenza sanitaria non ancora piegata, resterà ancora il quadro di riferimento del prossimo futuro.
 E in questo contesto, l’altra sfida che impone un ripensamento a tutto il settore dei trasporti riguarda la transizione ecologica e in particolar modo le azioni per lo sviluppo di una mobilità che deve diventare sempre più sostenibile, in linea con quanto previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima che la Regione ha sottoscritto con tutte le parti sociali, e per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Proseguirà quindi a ritmo spedito la sostituzione dei mezzi più inquinanti, puntando su metano, elettrico e anche idrogeno.

“L’impatto del Covid sul trasporto pubblico locale è stato ed è molto pesante – afferma Corsini – ma, a distanza di un anno, possiamo dire che il sistema ha retto, grazie alla collaborazione di tutti – territori, aziende e agenzie Tpl, personale e tecnici -, e agli investimenti straordinari per circa 23 milioni di euro con 522 mezzi in più in circolazione per mantenere la capienza al 50% e oltre 7,6 milioni di chilometri aggiuntivi. Ora, mentre siamo alle prese con la terza ondata della pandemia e con la speranza che arriva dalla campagna vaccinale, dobbiamo iniziare a guardare in modo concreto al futuro per essere in grado di dare le giuste risposte e non farci trovare impreparati al momento della ripresa”.

“Sono tre le sfide che dobbiamo affrontare per progettare lo sviluppo del trasporto pubblico locale – prosegue l’assessore -, la prima riguarda l’andamento demografico, che vede una prevalente componente di invecchiamento della popolazione a fronte di una necessità di innovazione e creatività, poi la transizione ecologicafinalizzata al contenimento e superamento della emergenza climatica e infine la trasformazione digitaleche sta modificando profondamente la realtà che ci circonda. Dalle risposte che saremo in grado di dare a queste sfide dipenderà lo sviluppo e la capacità di rendere sempre più prevalente il servizio di trasporto pubblico locale come sistema prioritario per la mobilità dei cittadini”. Sono quindi tre i filoni – integrazione gomma-ferro, digitalizzazione e investimenti – su cui la Regione vuole incidere per rafforzare e rendere più compatibile con l’ambiente, moderno e competitivo il trasporto pubblico locale.

INTEGRAZIONE GOMMA-FERRO E TARIFFARIA – La prima leva riguarda l’integrazione gomma-ferro e tariffaria. La Regione garantisce diverse forme di integrazione tariffaria, sia tra il servizio ferroviario regionale e la lunga percorrenza (2.500 utenti per un valore di circa 2 milioni di euro), sia tra il servizio ferroviario e il servizio urbano per le città con popolazione superiore ai 50mila abitanti (60mila utenti per circa 6 milioni l’anno).
Le risorse regionali correnti impegnate per la gestione dei servizi e integrazioni tariffarie, sono state pari a 70 milioni di euro nel 2020, e ammonteranno rispettivamente a circa 80 milioni nel 2021 e 100 milioni nel 2022.

Tra le misure confermate c’è “Grande”, l’iniziativa della Regione rivolta agli under 14 per incentivare l’uso del mezzo pubblico tra i più giovani che ha permesso a oltre 330mila ragazze e ragazzi di viaggiare gratuitamente sui servizi urbani delle città capoluogo e superiori ai 50mila abitanti e sui servizi extraurbani regionali su gomma e ferroviari nei tragitti casa-scuola e tempo libero. Iniziativa che sarà estesa, per l’anno scolastico 2021-2022 anche agli under 19 appartenenti a famiglie con Isee fino a 30mila euro: una platea ulteriore di 186mila studenti per un costo stimato di circa 10 milioni di euro.

DIGITALIZZAZIONE – Rendere tutto a portata di smartphone: dagli orari dei mezzi in tempo reale ai biglietti per salire su bus e treni, fino alle informazioni sul riempimento dei mezzi e dal pagamento del parcheggio alla prenotazione dei taxi. Dopo la sperimentazione positiva dell’app Roger, la Regione si propone di integrare i servizi a portata di clic includendo anche il trasporto non di linea (come taxi e noleggio auto con conducente) e permettere il pagamento della sosta che, al momento, è possibile solo a Bologna. Il tutto con l’obiettivo di andare sempre più verso un sistema dei trasporti evoluto e in grado di offrire maggiore integrazione e accessibilità, utilizzando al massimo le opportunità offerte dalla tecnologia digitale, secondo la logica del “MaaS” (Mobility as a Service), che vede la creazione di piattaforme di informazione e offerta di servizi integrati.

INVESTIMENTI – Capitolo fondamentale per la transizione ecologica è quello che riguarda gli investimenti che ammonteranno a oltre 240 milioni di euro nei prossimi tre anni. A partire dalle ferrovie regionali (oltre 300 km di linea) con l’elettrificazione delle linee reggiane entro il 2021, cui seguirà l’elettrificazione della tratta Parma-Poggio Rusco relativa alle linee Parma-Suzzara e Ferrara Suzzara (40 milioni) e la linea Ferrara-Codigoro (da definire). Sono previsti inoltre interventi di ricucitura urbana per un totale di oltre 120 milioni di euro che interessano le città di Ferrara e Bologna e in diverse città dell’Emilia-Romagna è prevista la soppressione dei passaggi a livello. Sempre in tema sicurezza, entro il 2022 tutta la rete ferroviaria regionale sarà attrezzata con il sistema di controllo marcia treno. Il tutto in settore, che ha visto il completo rinnovo della flotta, avviato nel luglio 2019, con la sostituzione di 86 convogli di nuova generazione (treni Pop e Rock) per un investimento di oltre 750 milioni di euro.

Per quanto riguarda le linee nazionali è già stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra ministero Infrastrutture Rfi e Regione per il potenziamento del collegamento Ravenna-Rimini, uno degli obiettivi previsti del Piano regionale integrato dei trasporti 2025.
Sul parco autobus, dopo i 600 finanziati nel quinquennio appena trascorso (circa il 20% della flotta regionale), la Regione promuove oggi un nuovo imponente piano di acquisto. Si tratta di oltre mille (1.157) nuovi autobus – di cui circa 600 già previsti nei prossimi 5 anni -, che la Giunta regionale è pronta a cofinanziare con 190 milioni di euro (annualità 2019-2033).
Altro capitolo riguarda il potenziamento della mobilità ciclabile per raggiungere entro il 2025 la quota modale di spostamento pari al 20%. Nel corso del 2020 è stato erogato un finanziamento straordinario ai comuni interessati dalle misure di contenimento del traffico previste dal Piano aria integrato regionale pari a 3,3 milioni di euro per la creazione delle cosiddette ‘ciclabili di emergenza’ e per misure di stimolo alla domanda di mobilità dolce. Inoltre, l’Emilia-Romagna è interessata alla realizzazione di tre ciclovie nazionali: Vento, Sole e Adriatica.

I numeri del trasporto pubblico in Emilia-Romagna – Circa 18,6 milioni di chilometri per il servizio ferroviario e 112 milioni di chilometri per il servizio di linea su gomma. Sono i numeri del tpl della nostra regione che, negli ultimi anni, ha registrato un significativo aumento dei passeggeri trasportati. In particolare, nel 2019, sono stati 49,8 milioni i viaggiatori sui treni (+5,7% rispetto al 2018) e 312,7 milioni (+3,4% sul 2018) sui bus. Servizi che complessivamente costano 410 milioni di euro all’anno e producono circa 290 milioni di ricavi con una copertura dei costi del 41%, superiore al 35% previsto dalle norme.

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