“Occupate il 90 % delle terapie intensive. Stop ricoveri programmati, garantite urgenze”

L’andamento dell’epidemia, con i dati aggiornati a ieri (8 marzo) sui contagi (57.018 malati in corso, 41 anni l’età media, 214.771 guariti e 10.827 decessi) e il numero complessivo di tamponi effettuati, più di 4 milioni; la risposta delle strutture ospedaliere, con il 90% dei posti di terapia intensiva e l’84% di posti letto ordinari Covid occupati, nonostante il piano di rafforzamento della rete, che in poco più di un anno ha permesso di aumentare, considerando solo le terapie intensive, del 70% i posti letto da Piacenza a Rimini.

E poi il massiccio piano di assunzioni di personale sanitario effettuato dalla Regione, 8.834 da inizio pandemia, e il punto sugli investimenti per la ricerca in Emilia-Romagna, tra cui 290 studi ai quali hanno partecipato 542 centri clinici finanziati principalmente dalle Aziende sanitarie. E ancora, tutte le misure introdotte per contenere i contagi e l’avanzamento della campagna vaccinale, che da lunedì 15 marzo sarà estesa a un’ulteriore fascia di popolazione: i patologici gravi e i cittadini tra i 75 e i 79 anni. Questo il quadro complessivo della situazione Covid-19 in Emilia-Romagna, illustrato in Assemblea legislativa dall’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini.

“La situazione epidemiologica è significativa e molto impegnativa, soprattutto a causa della diffusione della variante inglese, con elementi di preoccupazione principalmente rispetto a Bologna- ha sottolineato Donini-. Continueremo ad aumentare i posti di reparti Covid e di terapia intensiva per reggere a questa nuova ondata epidemica, ma al contempo a potenziare le attività di presa in carico dei pazienti Covid sul territorio, grazie anche all’azione delle Usca. Accanto a questo – ha aggiunto l’assessore – raccomandiamo la massima prudenza ai cittadini, innanzitutto indossando la mascherina e riducendo al massimo gli spostamenti e gli incontri nel rispetto più rigoroso dei protocolli di sicurezza, perché la variante inglese è molto più capace di diffondersi e di contaminare anche fasce di popolazione che il ceppo originario del virus solitamente non riusciva ad infettare”.

La situazione epidemiologica all’8 marzo – I malati in corso sono 57.018 (età media 41 anni); i guariti 214.771; i decessi 10.827. Le ultime 2 settimane di febbraio hanno registrato una crescita consistente dei casi per 100mila abitanti, passati da 254,2 nella settimana dal 15 al 21, a 372,7 in quella dal 22 al 28 febbraio; il totale, 626,9, ha superato abbondantemente la soglia critica di 500 casi su 100mila abitanti. Ad oggi il dato, non ancora consolidato, per la settimana scorsa (1-7 marzo) è pari a 358,5 casi per 100mila abitanti. Per quanto riguarda i contagi in ambito scolastico, prima della recente chiusura su larga parte del territorio regionale, si registravano 493 focolai attivi, 2.528 dal 14 settembre 2020. Oltre 6mila casi in febbraio, contro i 3.614 di gennaio, con un incremento del 60%; in particolare: da 0-3 anni: 378 (+ 176 personale); nelle scuole d’infanzia: 260 (+ 112 personale); nelle primarie I° grado: 1.704 (+ 264 personale); nelle secondarie di I° grado: 1.144 (+99 personale); nelle secondarie di 2° grado: 1.513 (+ 173 personale).

Circa del 60% la percentuale delle varianti del virus in circolazione a livello regionale, con l’assoluta prevalenza di quella inglese. Oltre 4 milioni, esattamente 4.106.632, i tamponi effettuati da inizio pandemia, tra molecolari (3.550.630) e antigenici (556.002).

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