Piacenza “zona rossa” anche dopo Pasqua. Bonaccini: “Quando finirà lo decidono i numeri”

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Nuovo monitoraggio, nella giornata del 26 marzo, della Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute per decidere le nuove fasce di colore per le regioni italiane, attualmente tutte in arancione e rosso.

Secondo le anticipazioni, basate sui singoli dati epidemiologici, lo scenario dovrebbe rimanere sostanzialmente immutato, con solo il Lazio praticamente certo di passare dalla prossima settimana in zona arancione. Nonostante la richiesta del sindaco Patrizia Barbieri, non cambierà colore invece Piacenza, così come tutta l’Emilia Romagna, che rimarrà rossa anche nei prossimi giorni e fino a dopo Pasqua, almeno fino al 13 aprile. La norma, infatti, prevede che prima di un allentamento delle restrizioni – con conseguente cambio colore – è necessario attendere due settimane con dati compatibili con lo scenario meno pesante. Chi è rosso quindi deve passare due monitoraggi con numeri da arancione per essere inserito in quel colore: situazione che in Emilia Romagna, così come in altre 7 regioni, questa settimana non si è verificata. Nella nostra regione infatti è stata registrata un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti (351), il che rende impossibile ancora almeno per 15 giorni il cambio fascia.

Si trovano nella stessa situazione Friuli (410), Piemonte (354), Lombardia (293), Puglia (292), Valle d’Aosta (291), Marche (284), Provincia di Trento (279), Veneto (254) Tra le altre, la Toscana spera di uscire dall’area di massima restrizione. In Valle d’Aosta, invece, si ipotizza di anticipare la zona rossa già da sabato, con un Rt balzato a 1,75 (quasi due contagiati per ogni infetto) e 291 positivi su 100 mila abitanti (la soglia massima prima del rosso automatico è di 250).

BONACCINI: “LE DECIDONO I NUMERI QUANDO USCIREMO DALLA ZONA ROSSA” – Fino a quando l’Emilia Romagna resterà in zona rossa? “Quello non lo decide Bonaccini, lo decidono i parametri e lo decide il Dpcm che si è dato il Governo”. Lo ha ricordato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in mattinata a Parma durante la visita all’ospedale Maggiore insieme al presidente Figc Gravina. ”Sapete che qui la situazione era molto pesante – ha detto Bonaccini ai cronisti – oggi lo è un pochino meno seppure abbiamo ancora tanti ricoverati, sia nelle terapie intensive che nei reparti Covid”. In regione ”sta diminuendo la curva dei contagi in percentuale paragonata alla settimana precedente ma siamo ancora nel pieno della pandemia. Tutta l’Italia è diventata in poche settimane rossa e arancione perchè queste varianti hanno per così dire cambiato natura al virus”. Insomma ”continuiamo a combattere, con segnali timidi di fiducia, perchè la curva pare sia arrivata al picco e stia cominciando a calare”.

LE REGOLE IN ZONA ROSSA…L’ingresso nella fascia di rischio più alto comporta, in tutto il territorio regionale, la didattica a distanza al 100% per le scuole di ogni ordine e grado fino all’Università, la chiusura di asili nido e materne e le limitazioni sugli spostamenti – se non per motivi di lavoro, salute o necessità – anche all’interno del proprio Comune, insieme al divieto di fare visite a parenti e amici. E poi, ancora, stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie, e chiusura delle attività di servizi alla persona, come parrucchieri e barbieri.

…CON UN’ECCEZIONE A PASQUA – Nel weekend di Pasqua, secondo quanto prevede l’ultimo decreto legge del 13 marzo – in vigore fino al 6 aprile – in tutta Italia sarà zona rossa generalizzata, a prescindere dai singoli indicatori regionali. Tuttavia, da sabato 3 a lunedì 5 aprile, così come successo a Natale, a differenza di quanto prevede solitamente la zona rossa sarà consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata della stessa Regione, sempre tra le 5 e le 22 per andare a trovare amici e parenti. In viaggio devono esserci massimo due persone, che però possono comunque portare con sé i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.

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