Teatri aperti dal 27? Speranze e scetticismo “Inutile fare annunci prematuri, servono certezze”

Riaprire al pubblico – ma solo in zona gialla – spettacoli teatrali, concerti e cinema dal 27 marzo, una data simbolica che coincide con la Giornata Mondiale del Teatro. L’annuncio è stato fatto dal ministro della Cultura Dario Franceschini, in vista della pubblicazione del Dpcm con le nuove misure anti-contagio, che scatteranno a partire dal 6 marzo rimanendo in vigore, con tutta probabilità, fino al 6 aprile.

Nella bozza circolata nelle ultime ore, dal 27 marzo in zona gialla sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e altri spazi, anche all’aperto, potrebbero quindi riaprire con posti a sedere preassegnati e distanziati, a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi.

Uno spiraglio di luce che a Piacenza è stato accolto con un mix di sentimenti contrastanti, in cui a farla da padrone è, indubbiamente, un atteggiamento di massima prudenza. “Se le condizioni ci consentiranno di aprire al pubblico, noi ci faremo trovare pronti – commenta Cristina Ferrari, direttrice della Fondazione Teatri Piacenza -. Tuttavia non dipende da noi, inutile fare quindi annunci prematuri prima di avere delle certezze, sia per quanto riguarda l’evoluzione dell’epidemia che dei protocolli di sicurezza da adottare per ingressi, vendita biglietti, capienza della sala. L’augurio è che il prossimo spettacolo in cartellone per metà aprile, la Favorita di Gaetano Donizetti, possa segnare la riapertura delle porte del Municipale. Ciononostante – continua Ferrari – mi preme sottolineare che anche in questi mesi di chiusure non ci siamo mai fermati e non ci fermeremo: dall’anno scorso i nostri spettacoli sono stati trasmessi su Opera Streaming, con una media di circa 25mila visualizzazioni per ogni evento”.

“Sono molto dubbioso sulla possibilità di riaprire il 27 marzo – dichiara invece Diego Maj, direttore artistico di Teatro Gioco Vita -. Personalmente voglio aspettare di avere qualche certezza in più, per evitare, come già successo quest’autunno, di studiare dei progetti che poi non si possono attuare: è qualcosa di davvero frustrante”. “Se ci sarà possibilità di fare qualcosa, non ci tireremo indietro – aggiunge -, però, in tutta sincerità, credo che questo periodo sia ormai perso: la speranza più realistica è riprendere a giugno-luglio”. Sugli spettacoli in streaming, Maj è piuttosto critico. “Anche noi facciamo diverse iniziative online, però lo vedo come qualcosa di legato esclusivamente ad un periodo emergenziale, per far capire al pubblico che ci siamo, che siamo ancora vivi. Questo modo di fare teatro lo trovo diseducante, i tempi e i ritmi tradizionali sono completamenti stravolti. Il teatro è prima di tutto corpo e fisicità, non può essere sostituito in maniera equivalente dallo streaming”.

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