“Vaccino unico modo per uscire dal covid, se si incentiva la paura siamo nei guai”

“Se si incentiva il meccanismo della paura siamo nei guai: giusto fare verifiche, ricerche ed esprimere dubbi, ma il vaccino oggi è l’unica risorsa che abbiamo per uscire da questa situazione”.

Non usa giri di parole l’infettivologo piacentino Marzio Sisti, che interviene sulla questione del blocco del lotto ABV2856 di  vaccini AstraZeneca, le cui fiale sono state ritirate in via precauzionale anche nella nostra Regione, arrivato dopo il provvedimento di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) emanato “a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi”. “La decisione di Aifa, ovviamente, è corretta – evidenzia Sisti – e si inserisce in quel ventaglio di giuste prassi che vengono adottate ogni qualvolta un prodotto – sia un farmaco o un alimento – produce effetti imprevisti. Astrazeneca è un vaccino che è in circolo da diversi mesi, alcuni Stati lo hanno bloccato, ma in generale, ad oggi, sia in fase di sperimentazione che di utilizzo non ci sono stati grossi problemi. Pensiamo alla Gran Bretagna che lo usa in maniera massiccia da dicembre ed ha somministrato già 12 milioni di dosi su diverse fasce della popolazione”.

Il rischio ora è che tra le persone prevalga la paura, e una campagna vaccinale che già procede a rilento subisca un’ulteriore frenata. “Nei prossimi giorni mi aspetto che diverse persone già prenotate rinuncino – afferma l’infettivologo -: ogni rallentamento sarebbe però problematico considerata la circolazione sempre più crescente del virus”. Per Sisti le nuove restrizioni in arrivo per frenare il contagio sono l’unica via. “Bisogna fare una premessa – spiega -: la regola aurea, in un contesto normale, è effettuare le vaccinazioni quando il quadro epidemiologico è tranquillo, in modo tale da garantire la massima protezione nel caso la situazione peggiori e così da sfruttare pienamente le risorse sanitarie, medici e infermieri, su questo fronte. Purtroppo, però, non è pensabile attendere questo momento, quindi siamo costretti a vaccinare anche in emergenza”.

“Coi numeri che ci sono, o facciamo tre settimane di zona rossa o non ne usciamo – aggiunge -: ci siamo fatti sorprendere ancora una volta dall’ondata del covid, anche se era assolutamente prevedibile. Bisogna ovviamente tenere conto che le persone sono stanche di vivere in questo modo, e finché non vengono travolte dall’aumento dei contagi non è facile prendere misure più restrittive”. A Piacenza la situazione è più sotto controllo rispetto ad altre zone, ma Sisti invita a non abbassare la guardia. “Andiamo bene rispetto alle altre province della Regione, ma non in assoluto – sottolinea -. Forse si sta diffondendo un senso di abitudine all’epidemia, e quindi numeri che fino a qualche tempo fa destavano preoccupazione adesso appaiono la norma. La realtà è che viaggiamo sui 70-100 casi al giorno, tanti per una città come Piacenza. Questa è la stranezza degli ultimi tempi – conclude – stiamo accettando qualcosa che prima avrebbe fatto accapponare la pelle”.