Zerocalcare firma l’appello pro Si Cobas: “I temi sollevati dagli scioperi non si discutono nei tribunali”

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Riceviamo e pubblichiamo il testo dell’appello in solidarietà agli arrestati del sindacato S.I. Cobas di Piacenza firmato da circa 300 persone. Tra questi gli scrittori Zerocalcare e Valerio Evangelisti, accademici da numerose università italiane e da altre università del mondo. Sabato 20 marzo il testo ha iniziato a circolare in rete e nel giro di pochissime ore ha raccolto le adesioni.

L’appello si conclude con questo auspicio: “I temi che sollevano gli scioperi come quello in questione ci pare che non possano essere oggetto delle aule di tribunale, ma in primo luogo di un dibattito pubblico e politico. Ci auguriamo che Pallavicini, Arafat e gli altri lavoratori incriminati possano al più presto tornare alle loro attività, poiché il loro lavoro sindacale che svolgono parla non solo della società presente ma anche di quella futura. Parla di cos’è il mondo del lavoro oggi, di cosa può essere il nuovo paradigma digitale per chi lavora, parla della ricerca di una strada che ponga in primo luogo al centro l’umanità, l’ambiente e un equilibrio ecologico dai tratti umani piuttosto che lo sfruttamento e la distruzione dell’ecosistema”.

IL TESTO INTEGRALE – Il 10 marzo a Piacenza 29 persone sono finite sotto processo per uno sciopero in un magazzino della logistica, due di loro sono tutt’ora agli arresti domiciliari, cinque sono state allontanate dalle loro famiglie con il divieto di dimora, ad altre persone migranti è stata minacciata la revoca del permesso di soggiorno. Questi sindacalisti e questi lavoratori appartengono al sindacato S.I.Cobas, uno dei più attivi e da anni e anni impegnato nel concreto miglioramento delle condizioni di lavoro nel mondo della logistica, un settore strategico dove tuttavia sussistono altissimi livelli di sfruttamento che arrivano spesso a ledere la dignità di chi vi lavora. Alle lotte che sono state portate avanti in questi anni a Piacenza (e non solo) si deve l’emergere di un “mondo di sotto” fatto di caporalato e sfruttamento che fa da contraltare all’ascesa di poteri economici e politici globali dei grandi marchi dell’e-commerce e delle piattaforme digitali.

La logistica è di fatto il terreno in cui si è andata realizzando la nuova rivoluzione industriale, quella appunto del commercio on line e del just-in-time. Piacenza è da sempre una delle capitali della logistica, e ne è stata capofila sia nella ristrutturazione territoriale e produttiva che in termini di percorsi di vertenzialità operaia sin dal 2011. Per lo stato italiano, ciò ha significato il recupero di centinaia di milioni di euro ogni anno in termini di fiscalità e di contribuzione. Soldi che vanno quindi a pagare le opere pubbliche e le pensioni dell’Italia, e che prima dell’intervento del S.I.Cobas venivano spesso eluse tramite le condizioni di nero o semi-nero nelle quali erano intrappolati i lavoratori.

Carlo Pallavicini e Mohamed Arafat, i due sindacalisti arrestati, sono tra le persone che da oltre dieci anni costruiscono questo percorso di riscatto sociale, equità e dignità. Hanno giocato un ruolo fondamentale sia nell’organizzazione delle singole vertenze quanto nel far conoscere al grande pubblico questo lato sommerso del capitalismo 4.0. E proprio per questo sono stati colpiti. I loro avvocati sostengono che l’operazione coordinata fra Procura e Questura di Piacenza, che ne determina ora la condizione di arresto domiciliare, presenta una lunghissima serie di macroscopiche contraddizioni di merito e di metodo. Sottolineano come sia del tutto inusuale che la procuratrice di Piacenza abbia sostenuto l’assenza di reali motivazioni sindacali all’origine degli scioperi incriminati. È infatti materia ben nota in tutta Europa il tentativo di ristrutturazione messo in atto da Fedex-TNT, che avrebbe avuto, senza lo sciopero del S.I.Cobas, una pesantissima ricaduta in termini occupazionali anche nel piacentino. Questa vertenza è stata coordinata con altre sigle sindacali in 7 paesi europei, e questa accusa della procura risulta pertanto destituita di ogni fondamento logico.

L’operazione che coinvolge queste 29 persone è inoltre avvenuta a pochi giorni di distanza dalle manifestazioni promosse a Piacenza per i lavoratori dello spettacolo e di fronte ai cancelli di Amazon in occasione dello sciopero femminista dell’8 marzo. Questi ultimi fatti fanno propendere un occhio attento a cogliere una malcelata volontà di stroncare la grande capacità di catalizzazione che il lavoro del sindacato aveva in città anche all’infuori della logistica e soprattutto, cosa ancora più grave, per un ruolo di “esecutori” nel contrasto alla sindacalizzazione svolto dalle istituzioni per conto di poteri economici multinazionali ed esteri (la stessa Fedex-TNT, alla quale si riferisce l’impianto accusatorio, è come Amazon una multinazionale statunitense, la seconda dopo il colosso di Jeff Bezos per dimensioni).

I temi che sollevano gli scioperi come quello in questione ci pare che non possano essere oggetto delle aule di tribunale, ma in primo luogo di un dibattito pubblico e politico. Ci auguriamo che Pallavicini, Arafat e gli altri lavoratori incriminati possano al più presto tornare alle loro attività, poiché il loro lavoro sindacale che svolgono parla non solo della società presente ma anche di quella futura. Parla di cos’è il mondo del lavoro oggi, di cosa può essere il nuovo paradigma digitale per chi lavora, parla della ricerca di una strada che ponga in primo luogo al centro l’umanità, l’ambiente e un equilibrio ecologico dai tratti umani piuttosto che lo sfruttamento e la distruzione dell’ecosistema.

PRIME ADESIONI:

Zerocalcare, fumettista

Valerio Evangelisti, scrittore

Roberto Ciccarelli, giornalista Il Manifesto

Cristiano Armati, editore Red Star Press

Emanuele Caon – Fondazione Feltrinelli

Davide Grasso, scrittore e ricercatore

Antonio Casilli, Institut Polytechnique de Paris

Marco Briziarelli, University of New Mexico

Alessandro Delfanti, University of Toronto

Miriam Tola, Universita’ di Losanna

Livia de Tommasi, Universidade do Abc paulista

Niccolò Cuppini, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana

Francesco Massimo, Sciences Po Parigi e Jacobin Italia

Emanuele Leonardi, Università di Parma & Centro de Estudos Sociais Universidade de Coimbra

Emanuele Andreoli, Berkeley University

Stefano Portelli, University of Leicester

Alessandro Peregalli, Universidad Nacional Autónoma de México

Irene Peano University of Lisbon, Instituto de Ciências sociais Department

Andrea Ghelfi, University of Nottingham

Valentina Castellini, University of Toronto

Luciano Nuzzo Universidade Federal de Rio de Janeiro

Sergio Bologna, presidente Agenzia imprenditori marittimi

Franco Cilenti, direttore del mensile Lavoro e Salute

Alberto Violante, RSU Istat Roma

Donatella della Porta, Scuola normale superiore

Marco Deseriis, Scuola Normale Superiore

Sandro Chignola, Università di Padova

Federico Chicchi, Università di Bologna

Sandro Mezzadra, Università di Bologna

Andrea Fumagalli, Università di Pavia, coll. Gigaworkers, Effimera.org, Bin-Italia

Andrea Bottalico, Università degli Studi di Milano

Andrea Coveri, Università di Urbino

Luca Bertocci, Politecnico di Torino

Gianluca De Fazio, Università di Bologna

Francesco E. Iannuzzi, Università di Padova

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