Città accoglienti per i nostri animali? Solo il Comune di Piacenza supera il test di Legambiente

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Le nostre città e comuni sono accoglienti per i nostri amici a quattro zampe? In altre parole, come sono gestiti gli animali in città?

I dati dell’indagine nazionale di Legambiente (www.legambienteanimalhelp.it/animalincitta) forniscono alcune indicazioni importanti: spesa pubblica in aumento, milioni di “clandestini”, con grandi disparità tra territori. E se in Emilia Romagna ci sono modelli positivi, come quello di Modena che si posiziona al secondo posto nella classifica dei Comuni virtuosi, il quadro della provincia di Piacenza presenta luci ed ombre. Otto i comuni che hanno risposto alle domande di Legambiente: il capoluogo ne esce bene con una valutazione buona, non si può dire lo stesso degli altri comuni nell’indagine: Fiorenzuola, San Giorgio, Besenzone, Villanova d’Arda, Farini, Gropparello e Gossolengo.

Valutazione animali nei comuni Legambiente

La valutazione di Piacenza è buona secondo Legambiente

Questa edizione analizza dati 2019 e restituisce, quindi, un quadro pre-pandemia: in linea il trend precedente, cioè in lieve miglioramento complessivo ma senza progressi rilevanti in nessuno dei campi esaminati, e tanto più utile a capire le possibili criticità da affrontare quando torneremo a muoverci liberamente. Sono state considerate solo le risposte complete ai due questionari specifici inviati dall’associazione alle amministrazioni comunali e alle Asl, poi suddivise in macro aree: quelle di 1.069 amministrazioni comunali (circa il 13,5% di tutti i comuni d’Italia, responsabili per i servizi del 27% della popolazione italiana) e di 46 aziende sanitarie (equivalenti al 40,7% del totale e a circa il 47% della popolazione).

La gestione degli animali nelle città italiane, nella sua disomogeneità, potrebbe essere un buon indicatore del caos amministrativo del Paese, dei suoi immensi divari tra aree geografiche e tra Comuni. È quanto emerge dalla nona edizione di Animali in città, presentata oggi online, indagine di Legambiente sui servizi offerti dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie per la gestione degli animali d’affezione e la qualità della nostra convivenza in città con animali selvatici e non. Un tema più urgente che mai dopo un anno di pandemia che ha visto aumentare il disagio economico di una parte della popolazione e, stando a quanto è possibile osservare, forse anche la presenza di cani nelle nostre case.

Valutazione animali nei comuni Legambiente

La valutazione di Fiorenzuola è sufficiente

Approvare al più presto l’anagrafe nazionale per tutti gli animali d’affezione per fare uscire dalla clandestinità presenze e bisogni diffusi, fare rete tra enti pubblici e privati emulando le esperienze positive, porsi l’obiettivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche ben funzionanti, tra canili e gattili sanitari e ospedali veterinari (una ogni 50-100 mila cittadini a seconda delle esigenze territoriali): queste le richieste di Legambiente.

Buoni i dati che riguardano l’Emilia-Romagna: tra i comuni premiati figurano infatti anche Cervia, per quanto riguarda l’organizzazione e l’efficacia delle attività di controllo, Zocca (Modena) e Bologna per la migliore gestione complessiva degli animali da affezione e randagi, rispettivamente nella categoria piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti e grandi comuni tra i 200 e i 500 mila abitanti.

Le altre valutazioni dei comuni piacentini

Il 69,5% dei Comuni dichiara di avere uno sportello (un ufficio o un servizio) dedicato ai diritti degli animali in città. Teoricamente, dunque, oltre due terzi dei Comuni dovrebbero essere in condizioni di dare buone risposte alle esigenze dei cittadini e dei loro amici pelosi, piumosi o squamati; in realtà, solo uno su sette (15,7%) raggiunge una performance sufficiente e solo Prato, Modena e Bergamo superano il punteggio necessario a raggiungere l’ottimo.

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