“Il ‘rischio ragionato’ non basta per dare tranquillità a personale e studenti”

“Tornare in classe è sempre stato il nostro obiettivo primario, ma “il rischio ragionato” non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni, le cui condizioni sul distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus”.

Così Giovanni Zavattoni, segretario provinciale Flc Cgil Piacenza, in merito all’annunciato ritorno al 100 per 100 in aula, dal 26 aprile, anche per le scuole superiori. “Da settembre – afferma – il cammino per tornare in aula è stato travagliato e pieno di continui stop and go, causati da una gestione del tutto superficiale da parte del governo e delle scelte non condivise che hanno causato il ritorno alla DAD da novembre 2020 a gennaio 2021 inoltrato. Per la prima volta anche a marzo abbiamo vissuto in Emilia Romagna e a Piacenza il corso alla DAD anche per le istituzioni scolastiche appartenente al primo grado di istruzione, indenni fino a quel momento”.

“All’alba del ritorno, speriamo definitivo, in aula di tutti gli studenti di ogni ordine e grado, vi sono alcune riflessioni che come FLC CGIL ci sentiamo di fare – prosegue -. Fino al 30 aprile l’ordinanza regionale prevede ancora una residua parte di studenti in DAD (solo scuole secondarie di II grado al 50%). Tutti gli altri ordini di scuola, dall’infanzia alla scuola secondaria di I grado sono rientrati. Attendiamo l’ordinanza definitiva che dovrebbe effettivamente far rientrare tutti gli alunni per l’ultimo mese di scuola in presenza. Sono ancora molti sono i dubbi: la didattica a distanza, che ribadiamo con convinzione non è aria fritta, ma a tutti gli effetti scuola, è stata sicuramente l’elemento che ha tenuto il contatto tra gli studenti e le famiglie”.

“Sicuramente con il tempo abbiamo capito e ribadito con forza che le problematiche reali alla risoluzione delle criticità erano da ricercare nelle falle del sistema esterno alla scuola: trasporti, tracciamento saltato, ecc… il ritorno pertanto rischia di essere meno semplice del previsto. Molte delle problematiche che la scuola si è trovata ad affrontare lo scorso settembre all’avvio dell’anno scolastico sono le stesse che ritroverà al rientro totale in presenza. Dalle aule troppo affollate ad un piano dei trasporti locali da rivedere ancora una volta, da un sistema di screening degli studenti mai veramente partito allo stop della vaccinazione degli insegnanti”. “Tutte problematiche che ancora preoccupano – sottolinea Zavattoni – dirigenti scolastici, docenti, studenti e famiglie. Se da un lato il rientro ci fa entrare nell’ottica della normalità, dall’altro il concetto di normalità della vita sociale e del fare scuola si è modificato”.

“Come FLC Cgil ribadiamo che il tornare in classe sia sempre stato il nostro obiettivo primario, ma “il rischio ragionato” non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni le cui condizioni sul distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus. Molti dirigenti scolastici ancora, come le sigle sindacali, propongono di rivedere i protocolli di sicurezza. Purtroppo duole dirlo, ma non non è cambiato assolutamente nulla – ribadisce -. E’ mancato un vero e reale coinvolgimento sull’aggiornamento del protocollo di sicurezza, sia per gestire la fine dell’anno che la ripresa di settembre e poi, come sempre, un quadro chiaro sui dati che continuano a mancare. Le scuole che fin da subito, si sono attivate e per mesi hanno lavorato, per fare in modo che il ricorso alla DAD potesse avvenire come extrema ratio, ma si sono ritrovate inermi, di fronte agli errori fatti all’esterno. Errori più volte segnalati e non presi in considerazione da chi di dovere. Anche a livello locale il “tavolo per la ripartenza” è nato per un incontro, avuto in ritardo e chiesto a gran voce dai sindacati, ma ha visto un solo incontro”.

“La conclusione è che per l’ennesima volta, le istituzioni scolastiche si trovano a rivedere l’organizzazione scolastica, dagli orari agli spazi, a poche settimane dalla fine della scuola. I vaccini del personale non ancora completati e idee per l’avvio di settembre alquanto nebulose. La vera questione è: la scuola è o no una priorità di questo paese? La risposta – conclude – dovrebbe essere scontata, ma aspettiamo di vedere i fatti e non solo le parole!”

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