“La zona rossa è una tutela per Piacenza, con allentamento rischio di importare contagi”

Nell’ultima settimana, dal 22 al 28 marzo, a Piacenza si sono registrati 137 positivi al covid ogni 100mila abitanti, per un totale di 391 nuovi casi sul territorio nello stesso periodo. Rispetto al monitoraggio precedente, quando i nuovi contagiati erano stati 388, l’aumento è stato dello 0,8%. Il tutto a fronte di 10.579 tamponi effettuati (positivo il 3,7% dei test). Dei nuovi positivi, nel piacentino il 65% presentava sintomi, mentre l’81% dei nuovi contagiati è compreso nella fascia d’età fino ai 64 anni.

Una situazione che richiede massima attenzione, ma decisamente migliore rispetto all’andamento regionale, dove nella stessa settimana i casi ogni 100mila abitanti sono stati 318 (in Italia sono 261). Considerato che la normativa vigente, che stabilisce il colore della fascia di rischio in cui vengono inserite le Regioni, prevede che il passaggio in “zona rossa” avvenga quando si registrano più di 250 positivi ogni 100mila abitanti, i numeri piacentini, in linea teorica, potrebbero permettere l’ingresso in uno scenario meno rigido. Dopo la protesta degli esercenti in Piazza Cavalli, lo stesso sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, ha evidenziato che il quadro epidemiologico nella nostra provincia è sotto controllo, auspicando un allentamento delle restrizioni. Il primo cittadino ha però anche ricordato che il sistema delle fasce colorate non consente agli amministratori locali una decisione del genere, ma soltanto l’adozione di misure più restrittive.

Anche se i numeri dovessero mantenersi positivi nelle prossime settimane, con il nuovo decreto del Governo Draghi, valido dal 7 aprile – e in vigore fino al 30 dello stesso mese – difficilmente ci saranno cambi significativi per quando riguarda le misure restrittive a Piacenza. L’intero territorio nazionale, infatti, a seconda dell’andamento dell’epidemia, si dovrebbe colorare per tutto il mese di aprile esclusivamente di rosso e arancione, con la “zona gialla” e la “zona bianca” sospese. E, in ogni caso, il sistema di cambio fascia sarà organizzato, come in precedenza, su base regionale e non provinciale.

“Trovarci in “zona rossa”, in queste settimane di numeri relativamente positivi, rappresenta una tutela per Piacenza – sottolinea l’infettivologo piacentino Marzio Sisti -. La nostra provincia si trova come il famoso “vaso di coccio tra i vasi di ferro”, inserita tra la Lombardia e, soprattutto, Bologna e la Romagna, tra le aree più colpite dal covid in questo momento. Un ipotetico allentamento delle restrizioni, potrebbe portare ad un trasferimento di persone verso la nostra città, col rischio di peggiorare una situazione che al momento è abbastanza tranquilla rispetto al resto del Nord Italia. Capisco che possa risultare impopolare – la sua riflessione -, però attualmente la normativa è questa: se ci dovessero essere dei cambi, passando ad una colorazione su base provinciale, allora avrebbe senso discuterne”.

La svolta fondamentale verso una situazione di maggiore normalità passa soprattutto dai vaccini. In Emilia Romagna attualmente hanno ricevuto la prima dose il 12.9% del totale della popolazione (il il 6.6% ha ricevuto anche la seconda dose). “Decisivo è mettere in sicurezza gli anziani, dagli over 60 in su, e i soggetti vulnerabili – rimarca Sisti -. A Piacenza più del 30% degli over 80 non ha ricevuto la dose, sono loro quelli su cui bisogna concentrarsi.  La vaccinazione serve infatti ad evitare il covid grave e il decesso, quindi non avrebbe troppo senso arrivare, ad esempio, ad un 50% di popolazione vaccinata se la maggior parte di questa sono giovani o soggetti senza altre problematiche di salute. Quando si arriverà alla copertura completa, o quasi, delle persone a rischio, allora sarà possibile allentare le restrizioni: tanti positivi tra i giovani, infatti, non sarebbero più un problema”.

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