L’angoscia e l’entusiasmo di Francesca, diplomata alla Columbia di NY nell’anno della pandemia

La situazione della pandemia in Italia e negli Usa, come hai vissuto questo periodo particolare lontano da casa? La pandemia è stata un’esperienza surreale. I miei genitori e mio fratello atterrarono il 20 febbraio 2020 a New York e la mattina dopo ci fu il primo caso in Italia. Ricordo lo shock di mia madre e mio padre quando, accendendo la tv, sentirono nominare Codogno sulla NBC. Ringrazio tutti giorni che il volo fosse in quella data e non 24 ore dopo perché abbiamo avuto la fortuna di vivere insieme le prime paure e soprattutto di essere lontani dal virus (non era ancora scoppiato in USA). Dopo 10 giorni, con un po’ di angoscia all’idea di ridividerci tutti, i miei genitori sono dovuti rientrare a casa e mio fratello nei Paesi Bassi, dove studiava, e nel giro di poche settimane la situazione è degenerata. A metà marzo ho lasciato NY, in quanto la città stava peggiorando di giorno in giorno, per trasferirmi prima a Philadelphia, ospite della famiglia del mio ragazzo, e poi a Boston, dove lui lavora. Da Boston non mi sono praticamente più mossa se non per andare a New York o in Italia. Vivere il virus lontana da casa, soprattutto i primi mesi, è stato difficile: c’erano giorni in cui mi alzavo la mattina e volevo prendere il primo volo per l’Italia. Tutti i miei amici erano rientrati, ma per me, che avevo la fortuna di avere un appoggio qui, rientrare sarebbe semplicemente risultato più pericoloso e più complicato da gestire, dato che avrei avuto in Italia le lezioni tutte di notte. Finalmente, dopo 2 voli cancellati, ad agosto sono riuscita a rientrare, su un volo in cui, su 350 posti, eravamo in 7. Mi sono goduta la famiglia e i miei amici per un mese, per poi rientrare in con qualche chilo in più (dovevo recuperare 6 mesi persi di cibo piacentino).

Il virus a NY e negli States: come procede la campagna vaccinale (sei vaccinata?), e sulle riaperture? La situazione è migliorata. La campagna dei vaccini prosegue ad altissima velocità ed io ho già ricevuto entrambe le dosi Pfizer. Non sono un’eccezione: tutti i miei amici sono stati vaccinati. In questo momento NY ha aperto le vaccinazioni agli over 16 quindi sostanzialmente ha aperto a tutti. Anche per quanto riguarda le aperture, si sta piano piano tornando alla normalità. Recentemente sul WSJ è stata pubblicata la notizia che su 66 milioni di persone vaccinate in Usa, solo 5mila e 800 hanno contratto il virus, ovvero lo 0.008%. E’ un risultato eccellente, anche superiore alle aspettative. Spero che in Italia si possa presto raggiungere un ritmo di vaccinazione più elevato, per poter vedere gli stessi effetti e per poter portare tutti i miei amici dalle 100 nazionalità a visitare la nostra bella città.

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