“Nostri prodotti buoni e sicuri. No a classificazione che non informa correttamente i consumatori”

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Bologna – “Semaforo rosso per il cibo Made in Italy? NO, GRAZIE!”. Con questo titolo è partita nei giorni scorsi su Change.org la petizione contro la proposta di adottare in tutta Europa il cosiddetto sistema Nutriscore per l’etichettatura degli alimenti. Postata sulla nota piattaforma, la petizione è stata sottoscritta tra i primi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.

L’assessore ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa nel suo intervento di questa mattina all’Assemblea dei delegati del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, con l’invito a sottoscrivere l’appello diffuso via internet rivolto ai colleghi assessori regionali, al Governo, agli europarlamentari italiani di ogni colore politico, ai produttori dell’agroalimentare e, più in generale, a medici e nutrizionisti. “Etichettare prodotti di eccellenza – afferma Mammi – come il vostro ‘Re dei formaggi’ o il Prosciutto di Parma con un bollino rosso come se fossero cibi che mettono a rischio la salute è una vera e propria assurdità. Così facendo, anziché orientare in modo corretto i consumatori, si finisce solo per accrescere la disinformazione, arrecando un grave danno al cibo Made in Italy”.

In uno dei passaggi centrali della petizione si sottolinea come ormai sia “venuto il tempo di costruire un’alleanza a tutela dei nostri prodotti Dop e Igp, alla qualità, alla bontà e alla sicurezza del cibo made in Italy, che è cibo sicuro e controllato. Questa è una battaglia che l’Italia deve giocare unita insieme ad altri Paesi europei: noi siamo per dire quali sono i nutrienti dei cibi e sostenere che i cibi vanno consumati nelle giuste quantità”.  Un appello indirizzato dai proponenti ai vertici dell’Unione europea, a partire dalla presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula Von Der Leyen, dal vicepresidente, Frans Timmermans, e dal Commissario europeo per l’Agricoltura per lo Sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski.  Tra i destinatari anche il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e il coordinatore del gruppo Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro.

“Noi – prosegue il testo della petizione – siamo per la soluzione NutrInform, proposta dall’Italia, un sistema che permette di rappresentare graficamente la percentuale assunta di energia e dei singoli nutrienti rispetto alla porzione di consumo consigliata dell’alimento. Un modello trasparente con basi scientifiche molto più serie. Con il Nutriscore ci rimetterebbero gli agricoltori, le imprese agroalimentari, i lavoratori italiani e le loro famiglie. E il nostro buon cibo, che sa raccontare storia e bellezza dell’Italia. Ci rimetterebbero i cittadini travolti da informazioni sul cibo semplicistiche e scorrette”.

“Per contrastare un modello di etichettatura che penalizzerebbe ingiustamente molti prodotti alimentari italiani ed emiliano-romagnoli – chiude Mammi – bisogna insistere molto anche sull’importanza di una corretta educazione alimentare rivolta a famiglie e giovani, con la consapevolezza dell’origine dei cibi e una grande attenzione alla varietà degli alimenti. Temi sui quali come Regione stiamo lavorando da tempo, per tenere alta la bandiera dei nostri 44 prodotti a marchio Dop e Igp che tutto il mondo conosce e apprezza da tempo”. /G.Ma

COLDIRETTI ER, BENE REGIONE A DIFESA DEL MADE IN ITALY – “Il sostegno della Regione Emilia Romagna da parte dell’Assessore all’Agricoltura Alessio Mammi contro il Nutriscore è un importante segnale di attenzione da parte delle Istituzioni  a quello che è un vero e proprio attacco ai prodotti alimentari nazionali”. Lo ha detto Coldiretti Emilia Romagna commentando l’appoggio dell’Assessore Mammi nel contrastare l’inserimento di questo genere di etichettatura in Europa.

Un eventuale via libera a questo sistema rischierebbe di espandersi a livello globale – precisa Coldiretti regionale – mettendo in pericolo il record di 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori del 2020 con un aumento dell’1,8% realizzato in controtendenza al taglio degli scambi commerciali determinato dalla pandemia Covid. “L’etichettatura Nutriscore francese – fa sapere Coldiretti Emilia Romagna – come quella a semaforo adottata in Gran Bretagna influenza il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.

“Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita – continua Coldiretti – come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. L’etichetta nutrizionale a colori peraltro boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid”.

“In un momento – conclude Coldiretti regionale – difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership nell’Unione”.

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