Sanità Emilia Romagna, la mobilitazione continua “Oltre alle parole, servono risorse”

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“Bene le risorse per la campagna vaccinale arrivate dal governo e, dalle dichiarazioni dell’assessore regionale Raffaele Donini, in via di assegnazione alle aziende. Ciò che serve però sono risposte strutturali per il salario delle donne e degli uomini che lavorano nelle aziende, le colonne portanti del nostro Sistema Sanitario Regionale. Serve un impegno a superare vincoli di spesa assurdi che rischiano di penalizzare chi lavora e chi assume per migliorare i servizi, come nel caso della nostra Regione”.

E’ quanto affermano i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in una nota a firma di Marco Blanzieri, Carmela Lavinia e Paolo Palmarini. “Le assunzioni – scrivono – sono irrinunciabili, lo erano prima della pandemia, visti gli anni di blocco del turnover, e lo sono ancor di più in questo momento per garantire tutti i percorsi assistenziali alla cittadinanza. Ribadiamo però con forza che se non si superano questi assurdi limiti di spesa imposti dal Ministero dell’Economia e della Finanza, e se non c’è un forte investimento di risorse sui fondi della contrattazione delle aziende del SSR, gli stipendi subiranno un inevitabile calo. Alcune aziende hanno già proposto il calo della produttività, alcune anche la sospensione del pagamento dell’indennità di malattie infettive di chi sta a diretto contatto con pazienti Covid positivi. Altre aziende si sono inventate soluzioni che fanno slittare il pagamento della produttività in funzione dell’anzianità di servizio”.

“Questo per noi è inaccettabile, al contrario bisogna rilanciare i percorsi di valorizzazione delle competenze delle quali tutti noi fruiamo e che contribuiscono all’eccellenza della sanità emiliano romagnola. Per questo la nostra raccolta firme a sostegno dell’incremento dei fondi contrattuali, che coinvolge i 60000 dipendenti del SSR, non solo continuerà ma avrà ancora più forza e decisione”.

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