Giovani Democratici: “La giunta colga la sfida della tutela dell’ambiente e del contrasto all’inquinamento”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dei Giovani Democratici di Piacenza:

Vivere nella Pianura Padana significa abitare in una delle zone europee con la maggior concentrazione di agenti atmosferici inquinanti che rendono la nostra zona d’Italia un luogo naturale di accumulo di PM10, PM2,5 e NOx in quantità diverse volte superiori rispetto al resto del nostro Paese. Uno studio condotto dal Barcelona Institute for Global Health, Swiss Tropical and Public Institute e Utrecht University, stima che ogni anno l’inquinamento della pianura padana causi oltre 6000 morti. Per noi Piacentini, che abitiamo nel centro di questo territorio, la ricerca di soluzioni volte a mitigare il problema dovrebbe, e il condizionale viste le carenze di questi anni è purtroppo dovuto, essere una delle nostre prime preoccupazioni.

Prendere consapevolezza di abitare in una città che ha visto superare la soglia critica del PM10 in ben 53 giorni in un 2020 segnato dal COVID e che vede una concentrazione media annuale di PM2.5 doppia rispetto alle line guida dell’OMS, ci obbliga a qualche riflessione. Il blocco del traffico nei giorni critici dovrebbe essere la nostra ultima preoccupazione quando la quantità di PM10 che entra nei nostri polmoni è tripla rispetto ad un residente di Bobbio e la concentrazione di PM2.5 nel nostro circolo sanguigno ha livelli altrettanto maggiori. Tutto ciò a patto di stare chiusi in casa e non andare a correre o fare attività fisica all’aperto esponendoci ad un accumulo ancora maggiore di sostanze inquinanti, purtroppo invisibili.

Dobbiamo dire, però, che viviamo in una regione che ha deciso di affrontare la questione a livello istituzionale, ben consapevole che investire sull’ambiente non significhi solo investire sul diritto alla salute dei cittadini ma anche sulla loro capacità di produrre e creare valore di lungo termine per il territorio che abitano. D’altro canto è triste vedere come la nostra città, guidata da una parte di istituzioni forse più interessate al domani che al dopodomani, perda tante occasioni per cercare, quantomeno, di affrontare la questione ambientale in maniera più consapevole.

Pensiamo al fatto che la nostra città ha acquisito, durante i primi sei mesi del piano regionale, solamente il 2,9% (dati provinciali) del progetto dei 4,5 milioni di alberi messi a disposizione gratuitamente dalla regione entro fine legislatura (contro il 14,5% di Parma tanto per rimanere ai soliti paragoni) e che tutti i cittadini possono richiedere nei vivai convenzionati. Ma pensiamo anche ad una città come la nostra che ha l’uso della bicicletta nel DNA ma che non vede investimenti seri in piste ciclabili sicure e dedicate rischiando di perdere un patrimonio culturale fondamentale e con un valore ambientale inestimabile. Tutto senza dimenticare che si sarebbe scelto, nonostante altre alternative, di voler costruire il famigerato nuovo ospedale su un terreno agricolo esterno, espropriando proprietà, in una città con un’espansione territoriale programmata praticamente uguale a zero. Non per ultimi anche il caso dell’ex mercato ortofrutticolo di Piacenza che sarà abbattuto e trasformato in un’altra colata di cemento e la mancata riconversione delle ex aree militari. Zone, queste ultime, che potrebbero essere trasformate, in sinergia con le università del nostro territorio, in spazi innovativi per la socialità dedicati a musica, cultura, verde pubblico e incontri secondo una politica urbanistica sostenibile e lungimirante.

E’ ora che Piacenza e soprattutto la giunta che la guida, colga la sfida della tutela dell’ambiente e del contrasto all’inquinamento, non solo per la salute dei propri cittadini ma anche per puntare alla creazione di un sistema economico moderno e in linea con gli obiettivi green del PNRR, favorendo lo sviluppo di imprese innovative, investimenti in verde pubblico e green economy e creando una città capace di guardare al futuro, specie per noi giovani e non al 2022.

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