Da Monticelli a Venezia in kayak, 360 km lungo il Po alla scoperta della natura

Da Monticelli a Venezia in kayak, 360 km lungo il Po alla scoperta della nostra natura.

Un’impresa nata con “leggerezza, per staccare dal nostro mondo ed immergerci in una realtà per noi inesplorata” raccontano i piacentini Riccardo Cogni, 33 anni, interior designer e titolare di Pialorsi Interior Workshop, e Eugenio Girotto, 34 anni ingegnere ambientale e pilota professionale di droni per Arpa. “Abbiamo preso una lezione di canoa, per capire come usare la pagaia e come moverci sull’acqua. Il nostro obiettivo – dice Riccardo – non era certo quello di disputare una gara, ma il poterci godere la nostra natura. La società Canottieri Baldesio di Cremona ci ha prestato la canoa, la società Canottieri Ongina, del nostro paese, ci ha dato le pagaie e così la scorsa domenica, il 14 giugno, siamo partiti al mattino, per arrivare dopo 6 giorni, sabato 19, a Venezia”. Ad attenderli il papà di Riccardo, che li ha riportati a Monticelli a bordo di un pulmino.

“Una meta, questa, che non era preventivata all’inizio, ma che abbiamo deciso di raggiungere durante il viaggio – spiegano i ragazzi -. Con il senno di poi avremmo dovuto ritagliarci più tempo, perché percorrere questa distanza in soli 6 giorni è stato impegnativo: abbiamo tenuto una media giornaliera di tra i 70 e i 50 km al giorno. Il che significa iniziare a pagaiare dalle 9 di mattina e continuare fino alle 18, se andava bene, o fino alle 20 – 21. Avevamo portato con noi la tenda, ma non ci è servita, perché siamo sempre riusciti a trovare alloggio e ristoro in b&b e attività lungo il Po”. Il modo ideale per “incontrare persone che vivono il fiume, parlare con loro, ricevere indicazioni e consigli, cosa, questa, che era tra i nostri obiettivi”. “Abbiamo scoperto che in tanti, ogni anno, decidono di mettersi in viaggio lungo il fiume, con mezzi anche molto diversi tra loro. A Ficarolo di Rovigo, ne abbiamo parlato con ‘Sandokan’ (al secolo Stefano Marca, ndr), che accompagna i turisti lungo il Po, e ci ha mostrato le sue foto: c’è chi usa una zattera, chi una barca a pannelli solari, chi la barca veneta…”

Chi sceglie il kayak deve mettere in conto, come hanno già detto Riccardo ed Eugenio, una buona quota di fatica fisica, oltre che di prudenza. “Diciamo che il punto più insidioso è il nostro, a Monticelli. Lì il letto del Po è più stretto, la corrente è veloce e occorre prestare particolare attenzione, poi scendendo verso il mare si allarga, e pur mantenendo lo stesso paesaggio, il fiume scorre più lento, con spiaggioni che da noi non si trovano”. Un’occasione per ammirare la natura. “Avremmo voluto poter incontrare un maggior numero di specie diverse – dicono Riccardo e Eugenio – invece abbiamo visto il cavaliere d’Italia, cormorani e gabbiani una volta arrivati vicino al mare”.

La vera sorpresa è stata scoprire Venezia a pelo dell’acqua. “Per arrivare ci abbiamo messo 3/4 ore, poi quando esci dalla curva dove c’è l’hotel Cipriani e ti trovi davanti piazza San Marco e il palazzo del Doge…lì è stato davvero bello – raccontano -, il momento più emozionante, considerando che si siamo lanciati in questo viaggio con grande leggerezza. Certo, anche qui è stato necessario muoversi tra i canali con attenzione e abbiamo avuto qualche difficoltà logistica, perché non ci sono più depositi per le canoe in seguito ad incidenti, ma grazie alle indicazioni di un albergatore siamo riusciti a mettere a riparo la nostra”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.