“Covid ha mostrato che piccolo non è bello. Confidustria casa delle imprese che vogliono crescere”

“Covid ha mostrato che piccolo non è bello. Confidustria casa delle imprese che vogliono crescere”. L’anno e mezzo della pandemia ha messo in evidenza le crepe del tessuto sociale e impreditoriale piacentino, e Confindustria vuole essere collettore di esigenze di chi, attraverso fusioni e alleanze, punta ad uscire dalla crisi.

Lo ha detto chiaramente il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri nel corso delle comunicazioni alla stampa in vista della tradizionale assemblea annuale dell’associazione che si terrà in forma privata il 28 giugno prossimo.

Rolleri

Nella cornice di Palazzo Costa è stato fatto il punto di un anno fortemente condizionato dalla pandemia, sotto lo slogan “L’impresa di fare sviluppo per Piacenza”.

“Il periodo post covid ha visto un’accelerazione di nuove esigenze. Piccolo non è bello ma drammaticamente difficile per le aziende – ha sottolineato -, la cui struttura si è scontrata con un mondo che si muove in modo totalmente diverso. Confindustria sta facendo da collettore di queste esigenze, vuole essere la casa delle imprese che vogliono crescere. I rapporti con enti locali – Comune, Provincia, Regione – sono quotidiani, ma in questo momento corriamo anche tanti rischi. Tavolo covid non è stato un esempio particolarmente positivo, occorre volare un po’ più inalto e indicare obiettivi di grande miglioramento del territorio. Siamo convinti che gli imprenditori sapranno cogliere l’importanza strategica di questo momento, stiamo cambiando la nostra mentalità piacentina, per riuscire a fare squadra”.

Altro tema fondamentale è quello delle risorse umane e della formazione.

“Il futuro della manifattura piacentina dipenderà da quante ragazze sceglieranno di studiare in un istituto tecnico”.

Sulla grande domanda di professionalità tecniche delle imprese piacentine, il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri non usa mezzi termini: “Serve un cambiamento culturale, per avere più figure di questo tipo”. Lo ha detto nel corso delle comunicazioni alla stampa in vista della tradizionale assemblea annuale dell’associazione che si terrà in forma privata il 28 giugno prossimo. Nella cornice di Palazzo Costa è stato fatto il punto di un anno fortemente condizionato dalla pandemia, sotto lo slogan “L’impresa di fare sviluppo per Piacenza”.

Confindustria Rolleri

“Il nostro obiettivo dei prossimi mesi è riuscire a garantire lo sviluppo delle nostre industrie – ha affermato Rolleri – in un sistema che sia sostenibile anche per le future generazioni, affrontando le problematiche del periodo post covid, come la difficoltà nel reperimento delle materie prime ma d’altro canto anche l’incremento degli ordinativi. Il momento è particolarmente interessante con aziende che stanno progredendo in maniera importante, ma ci sono ancora aspetti da analizzare, come il reperimento del personale tecnico che riserva grandissime difficoltà”. “C’è in particolare grande richiesta di profili professionali che hanno terminato gli studi tecnici, come meccanica, elettronica, informatica, in generale per rispondere alla domanda di impiego all’interno delle aziende manifatturiere, scontiamo una grande problematica legata alle scarse iscrizioni dei ragazzi agli istituti tecnici, c’è un’inversione di tendenza quest’anno grazie alla promozione fatta dalle associazioni. Un ruolo fondamentale sarà giocato dal cambiamento culturale che indurrà tante ragazze ad iscriversi agli istituti tecnici, mi spingo a dire che il futuro della manifattura piacentina dipenderà da quante ragazze sceglieranno questo tipo di percorso scolastico”.

“Fortunatamente le imprese manifatturiere hanno superato la chiusura del lockdown  – ha aggiunto – e sono in una fase di effervescenza, ci sono altri settori dell’economia che stanno ancora subendo gli effetti del post covid, come la ristorazione, il commercio e il turismo che escono duramente colpiti”.

L’attività svolta da Confidustria nell’ultimo anno è stata poi presentata dai vice presidenti dell’associazione, ai quali sono state affidate aree specifiche di competenza.

Erika Colla, con Anna Muselli e Stefano Perini, si occupa di agroalimentare, Made in Piacenza e alta gamma.

Per quanto riguarda l’agroalimentare, “è un settore in crescita, sotto questo capello ci sono prodotti che dal campo arrivano in tavola. In questi anni il settore ha dimostrato di sapersi sviluppare in modo importante anche su mercato estero, grazie al consorzio Piacenza Alimentare – ha detto -. Rappresenta il 13% del pil. Tralasciando il 2020, già negli anni precedenti era in crescita già del 6%: le sue potenzialità sono molto importanti, è un veicolo di promozione del territorio. Non abbiamo nulla da invidiare rispetto ad altri territori limitrofi”. L’attività del gruppo di lavoro si articola in 4 obiettivi: formazione, informazione, promozione e gioco di squadra. Tra i progetti di lavoro figura la Cascina San Savino, “per promuovere le eccellenze del territorio. La nostra idea è che non sia solo una vetrina”. Nel 2022 è invece prevista la partecipazione all’Expo di Dubai.

Valter Alberici, con Cristina Repetti e Marco Rebecchi, invece si è occupato di ricerca, innovazione e capitale umano.

“Le aziende più forti sono quelle che hanno investito negli anni precedenti in modo corretto e ora si trovano nelle condizioni per poter migliorare i propri processi e investire in sostenibilità, tema fondamentale della nuova transizione energetica – dice -. Gli investimenti fatti in precedenza li hanno resi competitivi”.

“Abbiamo deciso di occuparci di ricerca e innovazione perché le nostre aziende hanno perso competitività, uno scarto dovuto ai mancati investimenti negli anni passati sul fronte della digitalizzazione”.

Il progetto di Industria 4.0, promosso dagli ultimi Governi e sostenuto da Confindustria, si è rivelato invece lungimirante, osserva Alberici che rilancia, sulla scorta del presidente Rolleri, l’importanza del ruolo svolto dal mondo della scuola. “Il capitale umano è importantissimo, così come la formazione affidata al nostro ente Forpin, che anche nel 2020 ha erogato 15mila ore di corsi. Stiamo appoggiando ricerca e innovazione, i giovani sono più preparati di noi – sottolinea -. Quello che servirebbe da parte loro è un po’ più ‘fame’. Stiamo lavorando tra di noi per portare un clima di positività, fare gli imprenditori è molto difficile. Deve essere coraggioso e ottimista. E noi vogliamo mandare dei messaggi positivi in tutta la provincia, agli studenti, per rassicurarli sul fatto che avranno un futuro pronto ad accoglierli”.

Nicola Parenti, con Sergio Giglio e Francesco Casella, ha la delega a energia, transizione energetica e sostenibilità.

“Siamo in un momento di grandissimo cambiamento – ha sottolineato – che sta arrivando anche dai mercati. Il tema della sostenibilità ci è molto caro, Confindustria vuole accompagnare la crescita sostenibile delle imprese sul territorio. Una delle attività più importanti è quella del super bonus, portato avanti con Ance”. Parenti su questo aspetto ricorda poi la convenzione stipulata con Banca di Piacenza.

“Si tratta però di progetti avviati da poco, per avere ricadute positive dobbiamo aspettare il 2023. Speriamo quindi che questo strumento venga prorogato, in modo da dare un volano all’edilizia in difficoltà da tanti anni”.

Parenti su questo aspetto ricorda poi la convenzione stipulata con Banca di Piacenza, proprio per incentivare il ricorso al bonus. Sviluppo e sostenibilità sono temi cardine ribadisce, ricordando poi il fotovoltaico, che “è sempre un investimento molto interessante”, così come la ricerca, attraverso la partecipazione nel consorzio Leap.

Claudio Bassanetti, con Maurizio Vecchi e Giuseppe Conti, tiene le redini delle iniziative legate alla valorizzazione del patrimonio pubblico, così come del tavolo provinciale Covid e finanza di progetto.

Proprio Bassanetti mette in evidenza i chiaroscuri dell’ultimo anno e mezzo di covid: Piacenza nel suo momento più difficile ha saputo lavorare in squadra e mettere in campo, nell’arco di un tempo molto breve progetti per quasi 40 milioni di euro, attirando subito dalla Regione finanziamenti per oltre 12 milioni. “Siamo soddisfatti, ma volevamo anche di più – ha detto – per poter cambiare il vestito del nostro territorio. Proprio per questo abbiamo lavorato con i sindaci del nostro territorio, ma sono poi cambiati i criteri di ripartizione delle risorse, assegnate non più in base ai progetti ma alla popolazione residente. Questo ha generato delle diseconomie, finendo per utilizzare i finanziamenti per la manutenzione delle strade e lo stralcio dell’erba, quando gli obiettivi erano più ambiziosi. Ma – sottolinea – non abbiamo perso fiducia e potremo fare di più, approfittando del Pnnr”.

E le necessità del territorio sono molto concrete. Una su tutti riguarda le infrastrutture viabilistiche. Nella capitale della logistica, il rischio di restare isolati se le autostrade dovessero essere chiuse, non deve più essere corso. “Servono ponti – ha detto – per il passaggio dei mezzi pensanti”. Ma le richieste sono – anche – altre e riguardano le giovani generazioni, come l’edilizia scolastica e le infrastrutture sportive, il vecchio progetto della ciclovia tra Piacenza e Bobbio.

La pianificazione strategica delle infrastrutture, smart city e marketing territoriale è invece una delega attribuita a Antonio Cogni, insieme a Stefano Guglielmetti e Filippo Cella.

“Vogliamo valorizzare – ha detto Cogni – le attrattive che ha questo territorio, il know how di Piacenza ha sui settori. Vogliamo essere attrattivi per nuove aziende, non è un caso che vari operatori stranieri abbiano mantenuto le aziende a Piacenza. Abbiamo benzina per fare impresa”. Tra i progetti da portare avanti figura Invest in Piacenza, portale per chi vuole vivere, lavorare e investire nella nostra città, come le iniziative di promozione turistica e territoriale (Destinazione Emilia, Assapora Piacenza).

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