“Il settore costruzioni traina la ripresa dell’Emilia-Romagna” A Piacenza boom compravendite (+80,4%)

Dopo il calo del 3,2% registrato nel 2020 (-6,6% nel Comune capoluogo, -0,8% negli altri comuni della provincia), nel primo trimestre 2021 le compravendite di abitazioni piacentino (1.026) hanno fatto registrare una crescita dell’80,4%, nettamente la più alta della regione. Dato negativo per quanto riguarda i nuovi mutui per investimenti in edilizia non residenziale, che segnano -32,8% (28,7 milioni di euro complessivi), mentre registrano -45,3% per il residenziale (il secondo peggior dato in regione dopo Bologna, con 14,8 milioni). In crescita invece del 2,7% i mutui per acquisto di abitazioni erogati alle famiglie (in totale 213,6 milioni di euro).

Sono i numeri della provincia di Piacenza forniti da Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), che ha presentato gli scenari regionali dell’edilizia. Dopo la crisi causata dall’emergenza sanitaria, che ha fatto segnare nel 2020 numeri estremamente negativi, anche nel settore delle costruzioni (-9,3% di investimenti), con il decollo degli interventi legati al Superbonus 110% l’associazione, elaborando i dati di Prometeia, stima in Emilia-Romagna per il 2021 un rimbalzo degli investimenti nel settore del +7,5%. Un valore decisamente superiore all’incremento previsto sempre da Prometeia per il PIL regionale (+5,5%) e ancora di più per quello nazionale (+4,7%). Per le costruzioni, a livello nazionale ANCE prevede a fine 2021 un +8,6%, che compenserebbe il valore del 2020 più negativo rispetto a quello della nostra regione.

Un cambio di rotta molto importante, che non è sufficiente a recuperare in un solo anno i livelli pre-Covid, ma – viene sottolineato – “fa intravedere la possibilità di raggiungerli e superarli già nel 2022”. “Alla luce di questi dati – afferma Ance – è evidente che l’edilizia sarà il settore trainante per l’intera economia regionale e nazionale nell’uscita dalle pesantissime conseguenze della pandemia e, nell’immediato futuro, il volano per un rilancio solido e duraturo cogliendo le opportunità offerte sia con il Superbonus 110% sia con gli investimenti senza precedenti del PNRR. Va sottolineato che dei 222 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cui si aggiungono 15 miliardi di fondi REACT e 10 miliardi per la rete AV/AC, oltre 107 sono di interesse del settore delle costruzioni nel suo insieme. A questo riguardo va ricordato che il settore delle costruzioni rappresenta il 7,4% del PIL regionale e il 16,7% degli addetti nell’industria e il 5,3% dei lavoratori operanti in tutti i settori di attività economica dell’Emilia-Romagna“.

Di seguito il quadro in Emilia Romagna elaborato da Ance

Le imprese in Emilia-Romagna Sono 43.654 le imprese delle costruzioni in Emilia-Romagna, circa il 9% del totale di quelle presenti in Italia (2.906 a Piacenza con una dimensione media di 2,1 addetti). Per l’80% si occupano di lavori di costruzione specializzati e per oltre due terzi sono realtà con un solo addetto. Quasi il 90% delle imprese dichiara un fatturato inferiore ai 500.000 euro. Tra il 2008 e il 2018 sono scomparse in Emilia-Romagna oltre 16.000 imprese, in particolare realtà più strutturate. Nel 2020 il  numero di ore lavorate è ovviamente diminuito (-8,1%) ma non ci sono state ripercussioni in termini di occupati nel settore (+0,4%) e non ne sono attese con lo sblocco dei licenziamenti previsti per l’inizio di luglio, dato il contesto di grande fermento e gli interventi già in corso e previsti.

I numeri del Superbonus 110% in continua crescita – Mese dopo mese sta decollando il numero di interventi finanziati con il Superbonus 110%, siano essi lavori per il miglioramento energetico o per il miglioramento sismico degli edifici. A inizio giugno l’Emilia-Romagna era al quarto posto in Italia per numero di interventi con almeno una asseverazione protocollata e per importo degli stessi: 1.590 interventi per un valore di 201 milioni di euro. Il dato nazionale, alla stessa data, segna 18.560 interventi e 2,4 miliardi di euro. Per oltre la metà si tratta di lavori di riqualificazione su edifici unifamiliari, per circa il 38% su unità immobiliari indipendenti e per il 10% di condomini: ovviamente quest’ultima componente raccoglie il maggior valore dei finanziamenti (40%) contro il 35,9% degli edifici unifamiliari e il 24,1% delle unità indipendenti.

Spese per le opere pubbliche in aumento – Il comparto delle opere pubbliche ha subito nel 2020 un pesante rallentamento, sia delle iniziative in corso che di quelle in programma. La ragioneria Generale dello Stato ha registrato un -9,3% rispetto al 2019 sulla spesa in conto capitale dei Comuni emiliano-romagnoli (equivalente a minori investimenti per oltre 64 milioni di euro). Per quel che riguarda le grandi infrastrutture, enti di spesa di riferimento come Anas e Ferrovie dello Stato, hanno ridimensionato nel 2020 l’attività rispetto a quanto previsto all’inizio dell’anno.

Le prospettive per l’anno in corso sono positive. Gli investimenti in opere pubbliche dei Comuni stanno mostrando buoni segnali di recupero: nei primi cinque mesi del 2021 la spesa per infrastrutture dei comuni emiliano-romagnoli segna una crescita del 15% (pari a circa 32 milioni di euro in più rispetto al 2020). Nel 2020 si è registrata, inoltre, una crescita della domanda di lavori pubblici che potrà generare i primi effetti sui livelli produttivi già nel 2021: i bandi di gara pubblicati hanno segnato +11,5% in valore e -17,7% in numero, con un aumento significativo dei lavori sopra la soglia dei 5 milioni di euro.

Oltre alle opportunità di sviluppo legate agli investimenti del PNRR, nei prossimi anni saranno  a disposizione anche le risorse dei fondi strutturali europei, sia relative alla chiusura della programmazione 2016-2020 sia della nuova programmazione 2021-2027. Si tratterà di risorse molto importanti, tenendo anche in considerazione che la nostra regione ha una capacità di spesa dei fondi strutturali molto elevata: l’Emilia-Romagna è infatti al secondo posto tra le regioni per l’avanzamento dei programmi FESR+FSE 2014-2020: al 31 dicembre 2020 ha speso il 63% dei fondi strutturali assegnati (801,4 milioni su 1,26 miliardi) contro una media nazionale ferma al 45%  e molto sopra anche a quella delle regioni del Nord (50,5%).

Il credito alle imprese e alle famiglie, scenari diversi tra le province – Il 2020 ha segnato un -17,8% rispetto al 2019 per quanto riguarda i finanziamenti destinati alle imprese nel comparto residenziale, fermandosi a 479 milioni di euro. È un dato non omogeneo tra le province regionali e che segna le cadute più intense nella provincia di Bologna (-50,4%) e Piacenza (-45,3%). Il dato negativo viene dopo due anni di aumento dei finanziamenti a questo comparto, che avevano comunque fatto registrare tra il 2007 e il 2017 un crollo dell’86% (da 2,8 miliardi a 403 milioni) Crescono invece del 32,5% le erogazioni per investimenti non residenziali (seppure in misura più contenuta rispetto alla media nazionale), con aumenti più significativi nelle province di Rimini, Ferrara e Modena. Nel 2020 sono stati concessi mutui per 879 milioni contro i 663 del 2019.

Non si è arrestato nel 2020 l’incremento nell’erogazione di finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, costante ormai da alcuni anni: l’anno scorso in Emilia-Romagna il sistema del credito ha concesso mutui per circa 4,6 miliardi di euro (+3,4% rispetto al 2019). Tra le province solo Bologna in controtendenza con -2,1%. Andando nel dettaglio sono però in generale diminuzione i nuovi contratti (-2,3%) mentre surroghe e sostituzioni sono in crescita del 56%.

Il mercato immobiliare residenziale – Nel 2020 la flessione delle compravendite di abitazioni, da Piacenza a Rimini, ha toccato una media di -5,8%, con un dato molto più negativo nella prima parte dell’anno poi parzialmente compensato nella seconda. In particolare il calo si è fatto sentire di più nei Comuni capoluogo (-9,2%). Nel primo trimestre 2021 si è rilevato però un significativo aumento tendenziale del +40,1%, in linea con i dati rilevati in tutto il Nord-Est, che fa prevedere un totale recupero dei volumi persi l’anno passato.

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