La partoanalgesia spiegata alle future mamme: nuovo appuntamento online

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Il dolore del travaglio è una esperienza che può essere tanto difficile per alcune donne da impedire di vivere serenamente il parto. In questi casi può essere utile l’analgesia epidurale.

Attraverso questa tecnica, è possibile di controllare il sintomo del dolore, consentendo alla donna di partorire in modo naturale e spontaneo. 
Da anni il reparto di Anestesia e Rianimazione offre questo servizio alle gestanti che si affidano all’ospedale di Piacenza. Per presentare al meglio l’opportunità, tradizionalmente erano organizzate conferenze informative gratuite mensili, in cui le future mamme avevano l’opportunità di conoscere i professionisti e porre domande e dubbi. Con la pandemia, gli incontri sono stati interrotti. 
Nelle ultime settimane l’equipe di Anestesia e Rianimazione ha ripreso l’importante appuntamento in modalità on line.

I professionisti sono infatti a disposizione delle gestanti con una conferenza a cadenza quindicinale, utilizzando il canale zoom, il primo e il terzo giovedì di ogni mese. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 3 giugno, dalle ore 14.30 alle 16. Ne seguirà un altro il 17 giugno, sempre nella stessa fascia oraria. 
È utile collegarsi e partecipare all’incontro tra la 31esima e la 34esima settimana di gestazione. Le coordinate si accesso sono le seguenti:

https://zoom.us/j/94616983177?pwd=Ti8zMnZ1WmxjUUo1SFpPeEV1dU1hQT09
ID riunione: 946 1698 3177
Passcode: 661204

A Piacenza – fa sapere l’Ausl – lo staff­ di anestesisti è disponibile 24 ore su 24, per far fronte a tutte le urgenze e le necessità della sala parto e dei tagli cesarei. Quando una donna manifesta la volontà di essere sottoposta alla partoanalgesia, potrà richiederla alle ostetriche o al ginecologo presente in sala parto. L’équipe si occuperà di avvisare l’anestesista dedicato, che la raggiungerà e deciderà con lei e con i colleghi se e quando iniziare.  La partoanalgesia, salvo richieste specifi­che di libera professione, è gratuita per tutte le partorienti. Mediamente, prima della pandemia, erano circa 300 le donne che ne facevano richiesta in un anno.

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