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L’economia italiana è in fase di ripresa?

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“La pandemia continua ad avere un significativo impatto negativo sull’economia dell’Italia e sui suoi conti pubblici. L’alto debito pubblico e una crescita economica strutturalmente debole pesano sul rating”. E’ quanto emerge da una nota dell’agenzia di rating Fitch, che conferma per quest’anno un rating all’Italia “BBB”, con outlook stabile.

E’ dal 2013 che l’Italia, secondo Fitch, presenta un rating a tripla B, che significa “adeguata capacità di ripagare il debito”, ovvero un Paese sul quale possono indirizzare i propri capitali anche gli investitori istituzionali come le grandi banche d’affari. Soltanto nel 2006, sempre secondo Fitch, l’Italia presentava un rating “AA”, ovvero “alta capacità di ripagare il debito”, che nel 2011 è passato ad “A” (solida capacità di ripagare il debito). Avere una tripla B dopo una vera e propria tempesta pandemica con forti implicazioni sull’economia, con un crollo di quasi il 9% del PIL nel 2020, e con una rapporto debito pubblico/pil attorno al 160%, non è un fatto da trascurare. Significa che nonostante tutto, l’Italia è un Paese di cui avere fiducia.

PIL in crescita – Fitch, inoltre, secondo le proprie analisi, prevede un outllook stabile, ovvero la capacità dell’Italia di attuare strategie di medio-lungo termine che porteranno ad una sicura ripresa dell’economia: un PIL in crescita già nel 2021 del 4,8%, e del 4,3% per il 2022. Stime confermate anche dalla Commissione europea, da Bankitalia, dall’OCSE e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Secondo l’ISTAT lo scenario futuro “incorpora gli effetti della progressiva introduzione degli interventi previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza”. Uno scenario non privo di rischi, soprattutto quelli legati “all’effettiva capacità di realizzazione delle misure programmate e all’evoluzione dell’emergenza sanitaria”.

Risale la domanda interna – L’ aumento nel biennio, segnala l’Istat, sarà determinato dalla risalita della domanda interna, dalla ripresa degli investimenti (per i quali si prevede un aumento del 10,9% nel 2021 e dell’8,7% nel 2020) e dalla spesa delle famiglie (con i consumi in aumento del 3,6% nel 2021 e del 4,7% nel 2022).

Tasso di disoccupazione in aumento – Per quanto riguarda il mercato del lavoro, sebbene si preveda un aumento dell’occupazione del 4,5% nel 2021 e del 4,1% nel 2022, il tasso di disoccupazione salirà quest’anno al 9,8% (9,2% nel 2020), a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, che ha portato molti italiani anche a rinunciare alla ricerca di un posto di lavoro. Il tasso di disoccupazione è previsto poi in lieve calo nel 2022, al 9,6%. Con gli ultimi dati di aprile si è segnato un incremento di oltre 120 mila occupati rispetto a inizio anno, ma sono ancora 800 mila gli occupati in meno rispetto al pre-Covid.

La garanzia del Governo tecnico – Un ottimismo, anzi una fiducia, rappresentata soprattutto dalla presenza di un Governo “tecnico”, supportato dalla maggioranza delle forze politiche del Paese, che, secondo le stime di Fitch, potrebbe durare fino al marzo del 2023, quando saranno in programma le prossime elezioni. Gli investitori infatti, soprattutto quelli stranieri, non si fidano dei politici italiani, che danno quotidianamente una pessima rappresentazione di sé. La fiducia nei confronti del nostro Paese è rappresentata dalle eccellenze che le vengono riconosciute a livello internazionale: imprese di alto livello presenti su tutti i mercati internazionali, uno stile ed un livello di vita invidiabili, un’offerta turistico-culturale di primissimo livello, un costo della vita “abbordabile” ed un welfare di alta qualità.

Il Governo presieduto da Mario Draghi rappresenta l’occasione, speriamo non unica, di un sistema politico che ha a cuore gli interessi del Paese, e di conseguenza degli investitori. Per lo meno così sembra. Già dal prossimo semestre, accanto a riforme che puntano al rafforzamento della competitività del nostro sistema economico ed allo snellimento della macchina amministrativa e giudiziaria, occorreranno riforme “impopolari” soprattutto sul sistema fiscale. Riforme, quest’ultime, che saranno possibili soltanto con l’appoggio di tutte le forze politiche, fino a quando non riprenderà l’ignobile e devastante circo della “campagna elettorale”. A quel punto, staremo tutti a vedere che cosa ci presenterà il futuro. Investitori inclusi. E pandemia permettendo.

Andrea Lodi (economix@piacenzasera.it)

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