Deflusso minimo vitale, “Una follia applicarlo ai torrenti”

“L’applicazione del deflusso minimo vitale ai torrenti va ripensato in quanto crea danni ingiustificati al mondo agricolo, all’ambiente oltre a provocare danni collaterali di natura economica importanti”.

Il capogruppo della Lega in Regione Er, il piacentino Matteo Rancan, torna all’attacco per richiedere “un diverso metodo di calcolo del Deflusso Minimo Vitale, che tenga conto della variabilità idrologica dei corsi d’acqua appenninici, caratterizzati da periodi di magra prolungati seguiti da improvvise quanto rapide piene fluviali”. “Il cambiamento climatico in atto – sottolinea il leghista -, con l’incremento di fenomeni naturali sempre più violenti pone l’attenzione sui danni ad ambiente e agricoltura, soprattutto sulla Provincia di Piacenza”.

Sulla medesima lunghezza d’onda il sindaco di Vigolzone, Gianluca Argellati. “Nel momento in cui si chiudono i rubinetti a monte di Vigolzone tutta la parte della Bassa Val Nure viene danneggiata. Da una parte gli agricoltori si trovano costretti a pescare nei pozzi dovendo sostenere costi importanti – spiega Argellati -; sotto il profilo ambientale a causa della mancanza d’acqua i canali consortili si asciugano e tutta la faunca ittica e autoctona, ma anche quella selvatica che vive nelle campagne circostanti, non ha più fonte di abbeveraggio: a quel punto gli animali si spostano, scendono a valle originando nuovi ulteriori disagi ad altri territori. Dopodiché, venendo ai danni collaterali, è bene sottolineare che i canali, diventati secchi, crepano e alla prima pioggia importante originano frane il cui ripristino è ancora una volta molto costoso. In altre parole l’attivazione del deflusso minimo vitale a un torrente come il Nure crea danni abonormi, assolutamente ingiustificabili” – conclude il primo cittadino.

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