Il “Rumore!” delle Drag Queen sotto Palazzo Mercanti per strappare la censura

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Le note di “Rumore!” di Raffaella Carrà e un cartello da strappare con la scritta “Censura”. E’ stato il momento clou della manifestazione promossa proprio sotto a Palazzo Mercanti, organizzata dal circolo Arcigay di Piacenza Lambda insieme alle drag Qùqueen “per la dignità del mondo Drag e per la libertà di espressione creativa”.

Prima della distruzione dello striscione un piccolo riassunto dei fatti che hanno indotto le drag queen a scendere in piazza, con l’ascolto delle registrazioni di alcuni telegiornali locali e nazionali che hanno ripreso la notizia del divieto di esibizione datato 17 luglio da parte dell’amministrazione comunale a Spazio 4.0. La protesta in scena sabato pomeriggio è nata infatti da quel diniego salito alla ribalta delle cronache nazionali.

Ivana Cagna, Stanga, Freddie Marilyn, Dalidà e Jennifer hanno voluto dare un messaggio chiaro. “Insegnare a zittire è più diseducativo che aprirsi al dialogo, al confronto – hanno detto -. Il lavoro delle drag è al tempo stesso un modo di uscire dal nostro vissuto, in performance che hanno finalità benefiche e fa bene prima a noi che agli altri”. Il tutto condito con po’ ironia. “Chi non sa coglierla – continuano – ha una vità un po’ spenta. Certo è un atto politico, di espressione della nostra vita e dei nostri valori, un’autodeterminazione e un modo per esprimerci”. “Non neghiamo l’opportunità di dialogare e di confrontarci, oppure vogliamo far passare il messaggio che la diversità si mette a tacere attraverso l’esercizio arbitrario del potere? – dice Stanga -. Noi vogliamo dire ai ragazzi Lgbt+ che non sono soli, c’è una comunità che li accoglie. Noi faremo rumore dove vi faranno tacere”. “Essere drag è espressione di creatività – continua Jennifer -, diseducativa è solo l’ipocrisia. Noi siamo un gruppo di persone vivaci che non si fanno mettere i piedi in testa”.

La nota stampa – “Il 16 luglio – affermano gli organizzatori – il Comune di Piacenza, utilizzando motivazioni pretestuose, ha di fatto impedito la realizzazione di un Drag Show presso Spazio 4, immobile comunale in concessione a una cooperativa che da mesi ospita anche le attività di Arcigay Piacenza. Richiamando la necessità di rispettare le finalità educative, culturali e di intrattenimento del centro, la Dirigente comunale alle Politiche Giovanili ha esercitato pressione sulla cooperativa affinchè lo spettacolo non avesse luogo. E’ molto probabile che chi ha promosso questo richiamo sappia poco o niente del mondo LGBT+ e tanto meno sappia esattamente che cosa sia una Drag Queen. Un Drag Show è una performance artistica nella quale i protagonisti vestono abiti tipici di un genere diverso dal proprio e cantano, ballano o si esibiscono creativamente in altro modo. Si tratta di una storica forma espressiva, nata dal desiderio di autodeterminazione proprio, in particolare, delle persone LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender), da sempre vittime di repressione. Le critiche di eccesso e volgarità, spesso mosse a questi spettacoli, sono frutto di giudizi superficiali e fuori dal tempo”.

“Quanto può essere grave allora che un’amministrazione comunale si muova per vie ufficiali senza avere la giusta cognizione di ciò che sta facendo ma guidata solo da approssimazioni e pregiudizi? Arcigay Piacenza Lambda ha allora chiesto formali spiegazioni alla Sindaca e all’Assessore Zandonella, mettendo in copia tutti i consiglieri comunali. Vogliamo sapere in base a quali valutazioni ritengano che un Drag Show non sia conforme alle finalità educative di Spazio 4. Ma anche chi credono che sia una Drag Queen e cosa sia per loro l’intrattenimento e l’educazione. Ma soprattutto vorremmo capire cosa significano per loro le parole “libertà di pensiero e di espressione”. Non appena arriverà una risposta dall’Amministrazione ne daremo conto a mezzo stampa”.

“Per quanto riguarda il metodo – proseguono -, che l’amministrazione non sia mai stata in sintonia con il nostro punto di vista ci pare evidente, tuttavia mai si era arrivati a una modalità di azione così invadente. Per la prima volta la macchina comunale si è mossa per impedirci di organizzare qualcosa; questa modalità di procedere, evitando a monte qualsiasi tipo di confronto e comprensione dell’altrui punti di vista, ci fa preoccupare e indignare anche per le giustificazioni evanescenti richiamate nella comunicazione. Nei giorni seguenti a quell’evento hanno preso la parola psicologi, pedagogisti, educatori, politici, personalità della società civile e ne è nato un dibattito importante, anche di livello nazionale, sull’importanza della libertà di espressione e sul senso vero della parola educazione. Le Drag Queen e i Drag King vanno rispettati e non demonizzati: il loro messaggio artistico è di accettare la diversità, abbracciandola col sorriso”.

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