Inverno demografico a Piacenza, popolazione in calo (-0,7%) e boom di decessi (+37,2%)
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Calo delle nascite, diminuzione dei flussi migratori e in più, nell’annus horribilis della pandemia, un incremento senza precedenti della mortalità: in questo momento Piacenza sta attraversando un vero e proprio “inverno demografico”: un lento e, apparentemente, inesorabile declino che ha preso avvio da circa un decennio.
A fare luce sul problema il recente report “Le dinamiche socioeconomiche del Sistema Piacenza nell’anno della Pandemia”, realizzato dalla Provincia di Piacenza in collaborazione con Unioncamere Emilia Romagna nell’ambito della rivista Piacenz@ Economia Lavoro e Società e presentato nella mattinata del 27 luglio. “Nel 2020 – ha spiegato, presentando il rapporto, Paolo Rizzi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – gli abitanti complessivi in provincia sono tornati sotto quota 287mila. Un calo – ha evidenziato – che riguarda in particolare la popolazione italiana, scesa nell’ultimo decennio a 242 mila unità, controbilanciato in parte dall’apporto della popolazione straniera, che conta in tutto 43mila e 500 persone“.
Secondo i dati del report, nel 2020 la popolazione complessiva a Piacenza è pari a 285.701 unità, 140.067 maschi (il 49%) e 145.634 femmine (il 51%). La variazione rispetto al 2019 è negativa dello 0,7%, pari a 2.090 residenti in meno. In particolare, la popolazione maschile cala di 999 unità (-0,7%) mentre quella femminile diminuisce di 1.091 (-0,7%). Tale diminuzione rilevata nel 2020 è la più ampia mai registrata da 10 anni a questa parte. Sempre alla fine del 2020 gli stranieri residenti sono, precisamente, 43.497, e risultano – nonostante la pandemia – in aumento (seppur molto contenuto) di 75 unità rispetto all’anno precedente (+0,2%), arrivando così ad incidere per il 15,2% sul totale della popolazione (erano il 15,1% nel 2019).
MORTALITA’ E COVID – L’impatto del covid è stato quindi significativo in particolare sulla popolazione italiana residente a Piacenza. I dati sulla mortalità nel 2020 – sul cui sensibile incremento è lecito ritenere che il virus abbia fortemente inciso – sono stati presentati da Antonio Colnaghi della Provincia di Piacenza. “Sulla base dei dati Istat – ha spiegato – abbiamo confrontato la mortalità del 2020 a Piacenza con quella della media del periodo 2015-2019. Da gennaio e dicembre 2020, in Italia, sono stati registrati 746mila morti: circa 100mila in più rispetto alla media 15-19. Di questi, ben il 73,4% è relativo all’Italia settentrionale, dove la pandemia ha colpito in maniera particolare nei primi mesi del 2020. Il riferimento è, nello specifico, ad alcune province del bacino compreso tra Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Bergamo, Parma e Brescia, dove l’eccesso di mortalità ha sfiorato le 20mila unità. Per quanto riguarda Piacenza, in particolare, ci sono stati 5029 morti (+1364 in più rispetto alla media del periodo 15-19) con una variazione del +37,2%, ben superiore alla media regionale e nazionale”.
“L’incidenza della mortalità – ha aggiunto Colnaghi – ha ovviamente avuto un impatto diverso a seconda delle classi d’età: i più colpiti sono stati gli anziani, per cui il 43% delle morti in eccesso si riferisce agli over 85; il 34% alle persone tra i 75-84 anni, il 15% alla fascia 65-74, mentre il 7% dai 64 anni in giù. Anche in questo ultimo caso, si tratta di un dato decisamente più elevato rispetto alla media regionale e nazionale”. L’effetto covid è evidente se si analizza l’aumento della mortalità nei mesi della pandemia. “A gennaio-febbraio la mortalità a Piacenza era addirittura calata – ha rilevato Colnaghi -; mentre a marzo vi è stata una violenta impennata di quasi il 300% (con 920 morti in più rispetto alla media del periodo 15-19) e ad aprile del 112% (330 morti in più). Con l’estate c’è stata una battuta d’arresto, poi ripresa, a ritmi fortunatamente meno elevati, ad ottobre: nell’ultimo trimestre 2020 la mortalità è aumentata del 10-20% (127 decessi in più)”.
L’analisi della Provincia, indaga poi la variazione della mortalità in ogni singolo comune piacentino. “L’impatto del covid nel 2020 è diversificato: in generale sono state più colpite le aree maggiormente popolate e con elevati scambi di relazioni. In testa troviamo Gazzola, seguita da Cadeo, Pontenure, Caorso, Monticelli, Castelvetro, Fiorenzuola, Gossolengo, Piozzano, Castel San Giovanni, Travo, Alseno, Piacenza capoluogo e poi tutti gli altri”. A metà 2021 la situazione è nettamente migliore. “E’ in atto un deciso cambiamento rispetto all’evoluzione pandemica e la mortalità – ha evidenziato Colnaghi -, grazie anche all’avvio della campagna vaccinale in corso. Il tasso di positività è in forte calo, al netto dei contagi da variante Delta in rapido aumento, che però sembrano non avere riflessi su terapie intensive e decessi”.
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