Marmellate e passate, così “germoglia” il lavoro nel carcere “Più occupazione per i detenuti”

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Marmellate, composte, passate: il progetto “Ex Novo” si arricchisce di un nuovo tassello.

Lanciato nel 2016 dalla cooperativa sociale L’Orto Botanico con lo scopo di coinvolgere alcuni detenuti della Casa Circondariale di Piacenza nella coltivazione di fragole e ortaggi e nella produzione di miele, “Ex Novo” si appresta dunque ad estendere la propria attività con la produzione di trasformati. “Dopo l’ultimazione della seconda serra, realizzata con il contributo del 8xmille della Chiesa Valdese, stiamo iniziando, nonostante le difficoltà legate alla pandemia covid-19, una nuova fase – spiega Fabrizio Ramacci, presidente de L’Orto Botanico -. Per valorizzare la raccolta delle fragole e degli ortaggi ed aumentare l’occupazione delle persone vogliamo realizzare all’interno della Casa Circondariale di Piacenza un laboratorio per la trasformazione di questi prodotti. La produzione avverrà poi nella stessa Casa Circondariale e nell’azienda agricola della nostra cooperativa ad Alseno”.

Il progetto ha ricevuto un contributo da 80mila euro della Fondazione di Piacenza e Vigevano – 40mila per il 2021 e 40mila per il 2022 -, oltre donazioni di privati per 55mila euro. “Nella prima fase – informa Ramacci – ci focalizzeremo sulla produzione di marmellate, composte e passate. Grazie al coinvolgimento di un esperto esterno, inizialmente verranno occupati sei  detenuti con contratto part time di 20 ore, impiegati su due turni giornalieri da 4 ore dal lunedì al venerdì. La produzione iniziale prevista, perché il conto economico sia da subito sostenibile, è di 90mila vasetti, ovvero 25mila chili di frutta e verdura lavorata. Lo sviluppo futuro dell’attività – aggiunge Ramacci – può poi portare ad un significativo aumento delle persone occupate, sia nella trasformazione che nella produzione della materia prima internamente al carcere e nell’azienda agricola della cooperativa”.

Quali saranno i profili dei lavoratori coinvolti nel nuovo progetto? “L’aumento occupazionale riguarderà i reclusi, impiegati nell’orto interno; i beneficiari ammessi al lavoro all’esterno, questi impiegati nella coltivazione delle fragole, e gli inseriti nell’attività lavorativa che escono della Casa Circondariale per aver raggiunto il fine pena o l’affidamento sociale, coinvolti invece nella produzione presso l’azienda agricola di Alseno”. I “frutti” di questo lavoro verranno poi immessi nel mercato come qualsiasi altro prodotto, a disposizione di chiunque voglia acquistarlo. “Puntiamo ad utilizzare diversi canali di commercializzazione – informa il presidente de L’Orto Botanico -: negozi specializzati in vendita di prodotti di alta qualità, e-commerce, chiosco realizzato presso la Casa Circondariale e mercati Agricoli di Campagna Amica. Prevediamo inoltre di sviluppare sinergie con altre realtà del territorio che si occupano di agricoltura sociale per migliorare la commercializzazione dei prodotti, creando una filiera dell’agricoltura sociale piacentina e per un eventuale acquisto della materia prima necessaria alla trasformazione”.

Ramacci entra poi ulteriormente nel dettaglio del nuovo progetto di produzione di trasformati. “I locali per la realizzazione dell’attività si trovano all’interno della Casa Circondariale. Per renderli idonei occorrono però una serie di interventi: piastrellare le pareti; creare i punti per le prese elettriche; cambiare la pavimentazione e dotarla di idonei scarichi; creare gli scarichi per i lavelli e posizionare le prese dell’acqua. In una logica di minor consumo dell’acqua verranno installati rubinetti ad alta pressione. L’intervento si dovrebbe realizzare in collaborazione con la Scuola Edile di Piacenza, utilizzando persone detenute che riceveranno formazione e una retribuzione. La cooperativa ha inoltre già attivato un leasing di 50mila euro per il finanziamento dell’acquisto di una macchina Qbo che è un sistema di trasformazione completo, compatto e brevettato, capace di integrare macchinari diversi in un unico processo di lavorazione. È un sistema all-in-one, perché consente di immettere in vasca tutti gli ingredienti in un’unica operazione, stravolgendone il normale ordine e riducendo le diverse fasi di lavorazione a un ciclo unico ininterrotto. È un sistema one for all, perché risponde alle esigenze e alle richieste di chi lo utilizza, perché è capace di adattarsi a diversi settori di applicazione”.

IL PROGETTO EXNOVO – Il termine EXNOVO vuole rimandare ad un “nuovo inizio”. Al ricominciare da capo. Ad una nuova opportunità, quindi ad un “riscatto sociale” della condizione della persona: dal passato di “ex” (delinquente e carcerato) al futuro di “novo” (lavoratore). Ed il passaggio avviene nel presente, attraverso il lavoro, l’apprendimento di un mestiere “frutto del lavoro del Carcere di Piacenza”. EXNOVO identifica sia prodotti “creati dal nulla” sia lavoro svolto dove, fino a poco tempo fa, era impensabile. Oggi all’interno del Carcere ci sono due serre, campi coltivati ad orto e piccoli frutti, una ventina di arnie e un laboratorio di confezionamento. Il senso del progetto è anche quello di creare possibilità di futuro dove non ce n’erano e concrete opportunità laddove non c’era speranza.

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