Le Rubriche di PiacenzaSera - Cooperazione

“Progettare il futuro della logistica: puntare su formazione e controlli”

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“Il tema della “logistica” a Piacenza è ampio e molto complesso, come associazione mai ci siamo sottratti a portare spunti, proposte e riflessioni”.

A dirlo il Presidente di Confcooperative Piacenza Daniel Negri: “Anzi – precisa – spesso abbiamo addirittura stimolato un dibattito, anche quando la generalizzazione delle problematiche ha portato ad addossare alla cooperazione colpe non certo sue.   Negli anni si è infatti arrivati ad una associazione nei media logistica=cooperative=sfruttamento, quando, lo ricordo, fu proprio la nostra associazione, ormai parecchi anni fa a denunciare l’utilizzo distorto della forma imprenditoriale cooperativa in questo comparto. Purtroppo in questi anni molte cooperative piacentine, anche con una lunga storia, sono morte proprio perché stritolate dalla concorrenza sleale; è arrivato il momento di invertire questa rotta”.

“L’approccio al tema della logistica, e nello specifico della logistica a Piacenza – afferma Negri -, coinvolge tanti punti, di estrema rilevanza; la semplificazione non solo non li risolve, ma allontana dalla comprensione reale del fenomeno. Abbiamo sempre sostenuto come la logistica sia una risorsa importante per il territorio e come sia fuorviante, se non inutile, discutere sul fatto se la scelta di puntare sulla logistica, presa negli anni ’90, fosse stata o meno azzeccata. Gli investimenti sono stati fatti e ora il comparto va governato e non messo periodicamente in discussione; messa in discussione che non mi sembra utile per gli operatori del settore che siano aziende o lavoratori”.

“A livello di inquadramento contrattuale, quando parliamo di lavoratori del settore, il CCNL di riferimento è quello ‘Logistica, trasporto merci e spedizioni’, contratto tra l’altro recentemente rinnovato, che non ingenera un impiego ‘povero’, come spesso a mio parere emerge in modo superficiale. “Riteniamo pertanto utile – prosegue Negri – lavorare insieme per eliminare eventuali sacche di irregolarità e di cattivo lavoro, per queste ragioni siamo soddisfatti che la Prefettura abbia riattivato il tavolo relativo alla ‘sicurezza e legalità nella logistica’ e si stia lavorando ad un nuovo protocollo unitamente alle altre associazioni di categoria piacentine, al sindacato e agli enti istituzionali. Allo stesso modo rileviamo con interesse alle recenti dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale di Piacenza relative a una proposta di ‘gestione’ del polo logistico di Le Mose, come pure alle ultime dichiarazioni della CGIL relative ad una ‘Agenzia per la gestione della Logistica’ nel nostro territorio”.

“Puntare su formazione e controlli” – In tutti questi anni sono sempre stati al centro dell’attenzione di Confcooperative Piacenza alcuni temi molto specifici, quali la qualificazione degli operatori, i controlli e la mappatura delle imprese operanti sul territorio. “Riguardo la qualificazione degli operatori siamo ben consapevoli – spiega Negri – che per ben operare, e farlo in totale sicurezza, occorre elevare il livello professionale degli addetti. In questa direzione abbiamo sia stimolato sia fattivamente sostenuto (nostre cooperative sono socie di alcuni enti formativi) diverse modalità di qualificazione, un esempio su tutti l’opera svolta dalla Fondazione ITS (Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità Sostenibile), rivolta sia ai lavoratori attuali che futuri, oppure il corso di logistica dell’ISII Marconi”.

“Ciò, ovviamente, genera legittime aspettative di giovani con qualifiche tecniche di operare in questo settore. I problemi della logistica non possono essere risolti concentrandosi unicamente sull’ultimo ingranaggio, il cosiddetto ‘handling’ ma occorre coinvolgere tutta la filiera produttiva, a partire dalle aziende committenti. In genere chi rispetta tutte le regole, contratti, sicurezza, ecc. costa al committente senz’altro di più, che questo sia chiaro, ben consapevole che sia complesso, ma tutte le aziende del comparto vanno condotte ad una responsabilità sul territorio in cui operano. Pertanto evidenziamo anche la necessità di promuovere controlli ispettivi che possano entrare nel merito delle pratiche fraudolente ed elusive adottate da chi opera nell’illegalità. Chiediamo che ove si riscontri una discrepanza tra i contratti di appalto e il costo del lavoro sottostante, possano partire controlli più accurati. Tale passaggio, oltre alla promozione del rispetto del costo del lavoro e delle normative in materia di sicurezza, dovrebbe dare una risposta a chi lavora nel rispetto dei CCNL di settore. Altro aspetto importante riguarda poi la mappatura di tutte le imprese appaltatrici e subappaltatriciche operano nel nostro territorio, considerando che molti operatori insediati lavorano conto terzi”.

“In aggiunta – sottolinea Negri – riteniamo possa essere utile lavorare anche sulla promozione delle imprese locali e una ‘agenzia’ potrebbe ben farlo. Sarebbe molto interessante arrivare a costituire un sistema che valorizzi le realtà territoriali, ad esempio tramite la costituzione di un albo di imprese, ovvero una ‘white list’ di soggetti di conclamata etica, qualità professionale e rispetto dei contratti. Soggetti che le istituzioni piacentine potrebbero, ragionevolmente, promuovere ad esempio in nuovi insediamenti. Inoltre le singole amministrazioni locali, visto che la Provincia non ha competenze specifiche, potrebbero stipulare, in assenza di interporti che risolverebbero alla radice il problema (essendo di per sé strutture regolate da accordi ben chiari), specifiche convenzioni con i soggetti che costruiscono gli immobili per determinare, a ricaduta sui locatari, regole sulle modalità di assegnazione degli appalti di gestione dei servizi. Un altro tema molto importante potrebbe anche riguardare progetti di welfare e di servizi specifici per i lavoratori dei poli logistici, pensiamo infatti che in questo settore, visto anche l’alto numero di persone che vi operano, sia necessario allargare lo sguardo e capire come migliorare sensibilmente la qualità della vita di questi lavoratori”.

Infine lo sguardo sul futuro. “È indispensabile – conclude Negri – pensare ad una strategia sul futuro, sviluppando la riflessione che se ‘ieri’ le attività produttive delocalizzavano magazzini e i servizi, è ipotizzabile che ‘domani’ la collocazione di nuove attività produttive possa avvenire solo in vicinanza di aree logistiche esistenti; quindi è pensabile che il fenomeno visto in passato sia ‘reversibile’. Se nuove attività manifatturiere o produttive possono tornare vicino alla logistica allora è una conquista importante per il territorio. Logistica e manifattura possono essere messe in connessione, e la logistica diventerebbe quindi un ‘plus’ per il manifatturiero. A tale proposito sarebbe interessante studiare a fondo la dinamica di questi processi, un tema a cui le nostre Università, in particolare la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, potrebbero dedicarsi per dare alla Politica gli strumenti con cui operare le scelte”.

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